Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 18 - 30 marzo 1897

RIVISTA. POPOLAREDI POLITICA.LETTERE E SCIENZE SOCIALI 347 fabeti dall' ammissione nel territorio degli Stati Uniti. Un prim0 « bill » a questo riguardo venne pre~entato dal SsuatorJ Lolge del Massachusetts, tendente appunto ad escludere ogni emigrante tra i l 4 e i GO anni di età, che risultàsse incapace di leggere e scrivere nella propria lingua un brano della Costituzione Americana. Questa esclusione apparendo e con ragiont>, troppo assoluta, il detto «bili» venne sostituito da altro di M. Call, membro del Congresso, che venne anche approvato dalla Camera dei Rappresentanti nella seduta del 20 Maggio u. s. previ gli emendamenti introdottivi dal Bartholdt, presidente del « Committee on Immigration and Natm·alisation ». Le disposizioni· del nuovo « bill » sono del seguente tecore: 1 ° Ogni emigrante maschio, che non sappia leggere e scri,·ere nella propria lingua, sarà rinviato al porto di partenza, fatta eccezione pei ragazzi al disotto di 16 anni e pei genitori delle persone già dimoranti negli Stati Uniti, 2° Sarà negato l'accesso nel territorio ad ogni emigrante che conservi il suo domicilio nel suo paese nativo e non intenda abbandonarlo durante la sua permanenza negli Stati Uniti. 3' Obbligo agli emigranti di entrare nel territorio americano soltanto per i porti e stazioni dove esistono Commissioni d' Ispettor·i Federali a giudicare delle loro condizioni di ammissibilità. Quali saranno per essere le conseguenze di queste nuove barriere per la nost1·a emigraz:one, non è facile dire. Se, come alc,rni propongono, il Congresso vorrà esimere dagli effetti del nuovo « bill » non wlo i genitori, ma tutti indistintamente i pa• renti analfabeti che si recano agli· Stati Uniti a raggiunger·e le rispettive famiglie, nonchè, come pu,,e venne proposto, gli emigranti di ritorno negli Stati Uniti, in tal caso J'e3clusione per effetto delle nuove disposizioni non sarebbe molto sensibile per la nostra emigrazione. Esaminando infatti le statistiche relative ad essa, troviamo che sopra il totale testè rifer·ito di 66.425 italiani arrivati ad Ellis Island nell'anno anzidetto, 20,248 vennero a raggiungere le rispettiYe famiglie e 14,236 face- ' ano rit0rno nPgli Stati Uniti, dopo un'assenza pilÌ o meno prolungata in Italia e altrove. I nuovi emigranti isolati, non furono che 31,491, ai quali soltanto sarebbe da applicarsi la nuova legge contro gli analfabeti, se questa venisse modificata nel senso che si è detto. Ma se il Congresso dovesse approvarla negli stessi termini in cui venne approvata alla Camera nella seduta del 22 Maggio scoi-so, in tal caso la no3tra emigrazione agli Stati Uniti po trebbe andare incontro a forti riduzioni. Mentre scrivo apprendo che il Senato ha approvato con enorme maggioranza il «Bill» in discorso già approvato dalla Camera, ma introducendovi degli emendamenti rilevanti, per cui esso dovrà ritornare ad essere discusso da quest'ultima. Si è già nominato il così detto « Reference Committee » composto di rappresentanti di ambedue le Camere per venire a un componimento delle divergenze tra il Senato e Camera dei Rappresentanti, e si prevede fin d'ora un completo accordo su questo punto capitale della nuova legge ; il punto cioè per cui i componenti di una famiglia saranno ammessi anche se analfabeti, a condizione però che un membro di essa, il padre o il figlio, o il marito, si trovi già qua, o sia in grado· di 8aper leggere al momento del suo arrivo nell' Isola. Data questa forma di restrizione che colpirà esclusivamente l'emigrante isolato, si può ritenere con quasi · certezza che la nostra emigrazione agli Stati Uniti non vedrà molto sensibilmente assottigliare il suo contingente annuale come si aveva ragione di temere se fosse prevalso il « Bill » originale del signor Lodge, Senatore del Massachussetts, e attivo membro della Lega contro l'analfabetismo. F. S. PoRRETTJ. CAUSE ED EFFETTI. Non è ancora dissipata la leggenda creatasi non si S!l. come, forse per un' autosuggestione del protagonista, forse per la pochezza di coloro che l' hanno accettata e diffusa, forse anche per la convenienza puramente opportunistica dei succrnsori; che cioè il Sonniwi fosse un g1•an finanziere, e che mercè sua il bilancio Italiano v,rnisse salvato. È tempo però che la leggenda finisca e che alla luce dei fatti e colla scorta delle cifre, mo'.to significative pubblicate dal Governo ste~so che ancora ne fa gli elogi, si ristabilisca la verità. Il Sonnino ha applicato più di tutti i suoi i:redecessori, quel i,rincipio invalso nel governo d'Italia., che il bilancio fosse l'unico scopo che un uomo di stato ha da prefiggersi, e che finché il paese volente o nolente, è in grado di pagare, non sia a parlarsi di riduzione di spese, di politica sa via e prudente, di cura degli interessi economici. In base a questo criterio egli ha agito inasprendo un regime fiscale già insopportabile. Ma nei fenomeni economtci, quello che sembra più facile ad ottenersi diventa per un cumulo di circostanze impossibile, e il vantaggio sperato sfuma, quando proprio ci si preparava a carpirlo. Cosi è accaduto al Governo Italiano, il quale nel bilancio dell'anno finanziario 95-90, sarebbe stato in deficit, malgrado il tanto vantato omnibus del prelodato Sonnino, se l'esaurirsi delle provviste permanenti di grano, il cattivo raccolto dell'annata, e il peggiorarsi dell'agricoltura, oppressa dai gravami tributari, non avessero resa necessaria una eccezionale iwportazione di grano estero, tale da fornire al bilancio un aumento di 2G milioni sulla cifra prevista.

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