;344 lUVISTA. POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCrENZE SOCIA.LI manco a dirlo, codesto assioma, quinta essenza del sapere e dell'etica. Io non ci metlo lingua: ho rilevato soltanto che la contraddizione non consente di scalmanarsi a pro di divinità false e bugiarde. Scienza ed arte propugnano la preYalenza <lel più adatto; il capo della religione, vicario di Gesù, inculca ai vescovi cattolici di disinteressarsi del Vangelo lottante contro il Corano; l'aria è satura di utilitarismo: e si osa stigmatizzare la politica delle grandi potenze? Evvia, la logica s'è rifugiata nei gabinetti diplomatici, dove il pensiero si traduce in azione, elevando a sistema la menzogna e la mala fede, ridendo dei propositi nobili e generosi, del diritto naturale e delle genti. Un uomo può aver date le sue sostanze alla patria e il sangue dei suoi pil'.t cari, può egli stesso avere eroicamente pugnato, posposto la propria vita a quella del suo re; ma se misura dalla sua l'altrui lealtà, proclamando la politica delle mani nette, e si lascia nei negozi diplomatici aggirare: é un gl01·ioso idiota. li politico abile è disposto a mentire e ad ingannare, a mutar bandiera secondo le circostanze a nascondere il suo bagaglio giacobino e retorico, quaudo ascende il dilettoso monte del potere, salvo a riprenderlo quando ne discende. Gli uomini di Stato che, sotto l'usbergo del principio del non intervento, lasciarono massa• crare 300,000 armeni e morire di fame altri 300,000 invocano il medesimo principio, accusando la piccola Grecia d'intervenire in aiuto di Candia. Meritano, per ciò, la taccia d' incoerenza? Francamente, io non lo credo e in appoggio cito l'autorità d'un uomo lli studio, cl' un leUeratone del tempo antico, quantunque per molti suoi di• scepoli incoscienti sia, più che per don Abbondio, un punto interrogativo, « gli uomini - dice Carneade - in vista del loro interesse si sono imposti delle leggi, che variano secondo i loro costumi, e che, presso i medesimi popoli cangiano sovente coi tempi. Quanto al diritto naturale, non e~iste punto; tutti gli esseri, ianto gli uomini che gli animali, si lasciano guidare dalla loro natura verso l' utile proprio. Dunque, o la giustizia non c'è, ovvero, se ne esiste una, essa non è che una suprema follia, poichè nuoce all'interesse individuale, preoccupandosi di procurare il vantaggio altrui ». (1) Potrei citare l'autorità di parecchi altri, ma sarebbe inutile, essendo il relativismo moderno, sistema prevalente, un ricorso perfezionato della sofi tica e dello Scettici~mo. - Tu confondi una spar1.1taminoranza, cioè alcuni clottrina1·i e l' Europa ufficiale, con la coscienza della umanità. (1) Orotius, De jure belli ac pacis, Prolegomena, 5 - Cieero, de legib. 1, 13; Républ. 3, 16. - CQsÌ pur fosse! sventuratamente codesta minoranza è l'espressione dell'ambiente morale, I er· chè la teoria tien dietro alla pratica, venendo prima il fa1·e e i~di il pensare. C sa fa l'individuo cli oggigiorno? subordina tutto al suo tornaconto credenze religiose e politiche, amicizia, prodotto dell'altrui sudore, ignoranza rlelle masse, voto elettorale..... Sanzione legale del relativismo pratico, di cui il teorico vuol es,ere la sistemazione filosofica, e poi il contratto di lavoro (cooperazione volontaria) che lascia alroperaiò la libertà di morire di fame, se non accetta patti leonini. - Eppure la stampa, eco della voce autorevole d'un poeta, è concorde nel notare che l' insurrezione di Candia è stata come un vento di ottobre tra le erbe palustri del camposanto delle anime occidentali. Ecco, i comizi, i numeri unici, gli spettacoli, le fiere e le passeggiate di beneficenza, i volontari, questi in ispecie, provan() che non in tutte le coscienze i sentimenti disinteressati e alti son mm·ti o muti; ma ha gli occhi e non Yede, chi non si accorge che la grande media del mondo europeo· americano, preoccupata e distratta da cure individuali e materiali non sente il disgusto che suscita negli animi nobili, rari nante~, la condotta superlativamente inumana della diplomazia. Sarei felicP, intendiamoci bene, d'appormi male; però, in tal caso, la voce unanime dei popoli dovrebbe essere mille volte più possente che non quella dei cannoni delle flotte 1·iunite a Creta. Le potenie fanno a fidanza con la vigliaccheria dei popoli, disgregati e scissi fra 101·0 nè più nè meno degli individui compo• nenti un popolo solo. Incompiuta costituzione delle patrie, rivalità cli supremazia politica ed economica; lotta aspra e selvaggia tra capitale e lavoro ... impediscono lo sviluppo di controistinti altrui~tici. Non la solidarietà parziale ed eventuale, provocata da sciagm·e improvvise e transitorie (terremoti, cicloni, epidemie,. incendi, stragi, insurrezioni di schiavi) determina il progresso effettivo, sibbene la solidarietà estesa intensa e duratura, frutto d'lfll sentimento di fratellanza, che faccia parte della nostra fibra e del nostro sangue. Una società in cui si uccide e si assassina con tanta frequenza e disinvoltura, senza che governi e cittadini abbiano una lacrima od un palpito per le vittime disgraziate, e pensino sopratutto a garantire la vita dal coltello e dal piombo di malandJ"ini e di malvagi brutali, è impossibile si commuova davvero alla triste sorte dei candiotti, che cadono sotto i colpi della scimitarra, o dei cannoni delle corazzate cristiane. Da migliaia di proletari, ora bruciati dalla canicola, ora intirizziti dal freddo, reso più acuto dalla fame, che lavorano 16 o 14 ore al giorno in tutte le stagioni, e non riescono a sostentare
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