Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 18 - 30 marzo 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 343 l'artleote desiderio di veder morto nella cella di Volterra la vittima del Tribunale militare di Palermo. E il suo desi<le1·io sarebbe stato soddisfatto se Di Rurlinì non avesse aperte le porte della in pace, in cui era stato rinchiuso il De Pelic(>. La votazione meschina sul nomo del tipogr'afo Bracciante, infio(>, ammonisce coloro th.i s· illusero sul significato delle elezioni di Garibaldi Bosco in Palermo. li trionfo d'affermazione del socialismo prevalentemente nel 1ord d'Italia, intanto, agli ignoranti, che ne calunniarono spesso il significato e la genesi, insegoa, che esso germoglia e fior;sce nelle regioni più colte e più morali d' Italia. La vittoria ha, disgraziatamente, ubbriacato i socialisti ; i quali con una altezzosità, non sappiamo dire se infantile o malvagia, negano - contro la luce del sole - ogni valore al movimento repubblicano, e danrlosi alla pr·ofezia lo proclamano morto e seppellito. Invece coloro che non sono accecati dalla passione di parte sanno che il partito repubblicano vins(>, o si e affe1·mato vigorosamente a Roma - p:·opr·io nella capitale del Regno - a Milano, nella Vallellina, in altri collegi del Veneto e della Lombardia, nella Romagn~, nell' Umbria nelle Marche, ecc. Anche Genova pigra, gaudente, degenere accennò a ridestarsi, questa volta. L'amore del vero, in noi non ottenebrato dalla passione politica, non ci fa intonare il peana della vittoria per le elezioni di Bovio, d' Imb1·iani, di Mirabelli, di Pansini, di Gaetani nel mezzogiorno perchè nelle medesime fu maggiore il contributo delle condizioni personali dei canditati anzichè quello politico degli elettori. Nella Romagna ardente e generosa, che per mancanza di coltura non sa tenere l'antico posto, è notevolissimo il ballottaggio tra Fortis e Fratti. I conservatori dalla corta vista po;,sono compiacersi dei dissidi tra repubblicani e socialisti ; ma quelli che vedono lontano prevedono che a dato momento il comune interesse far;'r mettere giudizio agli uni e agli altri. Essi del resto si accorgono che le tendenze rivelate dal verdetto del paese sono tali che per le istituzioni si tratta soltanto di sapere se devono essere minate in un modo o in un altro. Ai conservatori, perciò, s'impone urgentissimo, di fronte ai risultati delle ultime elezioni, il problema della via da seguire per lo avvenire. Essi devono decidersi tra la reazione cieca e il progresso prudente e continuo : la prima affretterà la catastrofe attraverso a sanguinose repressioni, più o meno frequenti e numerose; il secondo farà durare più a lungo tutte le istituzioni condannate a tramontare col benefizio di una preparazione opportuna in pro di quelle, che devono sostituirle. I nostri voti sono per una politica veramente liberale, che pei·metta una salcla e benefica evolu zione. Di questo, però, 8iamo sicuri: se, come non è improbabile, le nostre classi dirigenti e chi sta in alto, si metteranno sulla via della reazione sfrenata, su questa via non li segui,·à Felice Cavallo·,ti. Checchè ne sia dei suoi pencolamenti e delle sue incertezze, lo calunniano bassamente quei socialisti, che ne fanno un complice dei reazionari ; e calunniandolo, non si accorgono di stendere la mano, incosciamente, a Costanzo Chauvet. LA RIVISTA, PRO CANDIA. Jl bombardamento del campo degli insorti candiotti, consumato dalle flotte del concerto europeo cristiano, non ha riscosso il plauso delle civili nazioni; eppure i colpi sono stati tirati con precisione matematica, i cannoni, di grosso o di piccolo calibro, han fatto ottima prova e, ciò che più monta, sono riusciti a calmare, in certo modo, i bollenti spiriti dei ribelli al dominio musulmano. Che si pretendeva di più?.. ... I governi, che rappresentano il cervello, organo secretore del pensiero, giudicano utile, di comportarsi così e così e non altrimenti; dunque, ai soldati e al resto dei sudditi incombe di obbedire. Ed hanno obbedito, infatti, i bravi marinai agli ordini dei comandanti. Chi si agita ed urla? Studenti, mitingai, professionisti senza clienti, operai disoccupati o suggestionati, socialisti ed anarchici delusi nelle loro aspirazioni utopistiche. Evidentemente la sola parte sana del corpo sociale è l'armata di terra e di mare, in cui il principio di autorità è ancora vivo. Quaudo si riflette che i solrlati italiani, pur e3sendo contrari, iu grandissima parte alla politica colo:1iale, han. tinto di gentil sangue latino il continente nero; che i marinai della pentarchia, per dovere di disciplina, si son fatto un bersaglio di un manipolo di eroi, a cui li lega unità di fede e di civiltà, vien la voglia di esclamare: perchè il mondo non è tutto una caserma? Quale abisso tra il quartiere militare e l' Università! su questa il ministro d' istruzione pubblica minaccia, a ragion veduta, di porre l'appigionasi e chi non è destituito di buon senso batterà le mani. Peima, agitazione per la libertà della scienza; poi, agitazione per la libertà di Candia, anzi per l'una e per l'altra, in Italia almeno. Ebbene, in tutto ciò sublime parmi l'incoerenza. In vero, i maestri insegnano che libertà, diritto, giustizia, morale, religione ..... fanno parte della mitologia filosofica, e i discepoli, piccoli superuomini, accettano il verbo novello. Credendo che la 1·elatività della conoscenza implichi quella del contenuto, si sentenzia che tutto é relativo, tranne,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==