356 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI deve contribuire al mantenimento delle strade locali, o per mezzo del suo stesso lavoro, o con l'uso dei suoi cavalli, o deve pagare in una graduale misura perchè il suo lavoro venga fatto da alti•i. Con tutto questo i contadini Borgognoni - mentre vivono in una certa maniera primitiva, coltivano la terra con strumenti d'antica foggia, mangiano plain fair, conducono vita semplice - nondimeno sono estremamente contenti, e non hanno altra ambizione se non quella di raccogliere in lire quello che non spendono mai. Come mi diceva il Curé quantunque non fosse un Irishman: Notre paysan travaille tou/e sa vie pour avoir de quoi manger après sa mort. ROBERT DONALD, LeidepeoliticehseociadliE.Hein· e. Kein 'l'alent, doch einen Charakter ! Atta Troll. XXIV. Molti giudizi si son dati, e si dànno su Enrico Heine. Pare che tutti sian d'accordo nel considerarlo come il protòtipo della leggerezza, della incostanza, dd:a ' contraddizione. E lo hanno accusato di aposta.sia, in un'epoca.di apostasie gravi e vergognose, che per ragione hanno avuto solamente il cupido interesse; e lo hanno accusato di tradimento verso la patria, d'essersi vrnduto allo straniero, in un secc>lo in cui non un rigo si stampa, che non porti le tracce dei fondi srgreti d'un qualche ministero; e lo hanno detto cinico, ateo, quando sotto il pietoso mantello della religione, sotto le grandi frasi dtlla più generosa dottrina, oggi, si nasconde la più sozza ipocrisia. Cosi è. Ci è della gente, che invece di apprezzare un uomo, seguendone la vita, i tempi, l'opera, s'ostina ad imporgli una legge convenzionale, a giudicarlo secondo essa, e, maga1•i, a classificarlo, come un animale qualunque. Ma la vita di Enrico Hcine fu una ribellione tutta contro le leggi convenzionali del tempo, contro ogni legame, contro ogni limite! Io ho letto, anzi ho studiato, con un certo aff'ett0, con la scorta del bel libro dello Strodtmann, (1) tutta l'opera del poeta, e nessuna contraddizion_e ho trovata, massimamente nella parte politica, coerente sempre ai tempi, ai principi, o meglio, al principio che informò tutta la vita dell'uomo. Repubblicano, volle la monarchia; monarchico, chiese la repubblica. Ecco la grande accusa ! Ma poteva in quel tempo aversi una fede politica? In q•1ell'epoca di caos? Perch1\ tale, era lo sta.to dell'Europa, le cui vecchie travi, già tarlate, minac. ciavano venir giù insieme con le mura cadenti. 4 Questo non è uno studio; è un insieme di note ed osservazioni_ Nè più e nè meno. La serietà} la importanza dell'argomento, il grande materiale raccolto su esso, tutto vorrebbe un libro. )la a pubhlicare un libro, non basta il farlo. (I) lleines Leben und \Verke - Zw. Band. lloffmann Campe. Le idee d'eguaglianza della rivoluzione francese, ristagnate un po', affluivano ora, più impetuose che mai, e,. dr•po aver allagato tutto, chiedevan libertà, minacciando ter·ribili danni. Libertà : ecco il gran bisogno. L'essere qui repubblicano, qui monarchico non significava nulla: si trattava di un mezzo più o meno adatto ad un paese, a dti cittadini, per cambiar regime. A me pare, poi, che non si possa parlare né di fede politica, nè di partiti, in un paese, in una società, in cui la questione vitale di libertà non sia ancora risoluta. E i guai di. qualche nazione non derivan forse dal fatto che la formazione dei partiti politici ha preceduto la soluzione della questione? Se si pensano le condizioni in cui trovaTasi allora la Germania, sulla quale il Metternich esercitava addirittura una tutela poliziesca, si comprenderà facilmellte di quale coraggio, anzi di quale audacia ci fosse bisogno per vubblicare un lib1·0 come i Reisebilder. - On chantait alor.:1 aux peuples, pour les endormi r, ce que Heine appelait la vieille chanson des renoncemens. Un coq à demi gaulois, battant l'aile, dressnnt sa crete, poussc tout à coup ce cri perçant qui chasse la nuit: tous ]es pailler.:1 alentour la réj,étèrent et l'on vit l~s pauples allemanda, mal ,endormis remuer dans leurs grauds berceaux. - E un critico francese che parla, Gérard de Nerval. Da quel momento l'esilio del poctà fu decretato : nè poteva essere altrimenti. Ed appena ai bagoi dì I-Ielgland, nel 1830, gli arriva la notizia della rivoluziona scoppiata in Francia, parte per Parigi, non perchè spirito repubblicano, si sentiva chiamato, ma verchè sperava di veder realizzato lì il suo sogno di libertà. Pochi giorni dopo, infatti, egli sc1•iveva (1) con una certa amarezza: « sulle strade già son cancellate le « parole liberté - fraternité égalité. Le lune di ~ miele passano così presto ! » lo soH figlio della ri voluzìone ! - egli grida a più riprese. Ed in questo senso deve intendersi: Io voglio la libertà - la rivoluzione - essendo l'unico mezzo atto a quello scopo. Tanto che la rivoluzione, per lui abbracciava tutti gli interessi sociali, ed aveva & combattere fra i tanti nemici massimamente Chiesa ed Impero. I giovani liberali tedeschi, che lo avevano proclamato capo del partito, non intendendo il silenzio del poeta, ed interpretando per gallofilia, ciò ohe semplice mente era interesse politico, lo sconfessarono e cominciarono a combatter lo. Dura scrte invero quella del nostro poeta, di non esser mo.i inteso! IIeine intanto, a Parigi, taceva, ma osservo.va, scriveva e conchiudeva il più delle volte, quasi rispGSa: Deu/schlancl Koennt (tei stin: la Germania po!,·ebbe e,ser libera. - Così si hanno quelle splen- ( I) ~lemorie. - sol. Xli.
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