Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 17 - 10 marzo 1897

RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 327 zia; a comprendere la necessità logica in cui egli si trovò, di esplicare il suo programma in conformità dei tempi, senza spezzarne l'unità armonica, che attraverso la patria e la libertà mira alla redenzione sociale del proletariato, attraverso le singole Unità nazionali alla grande confederazione dei popoli, padroni ed arbitri dei propri destini, fraternizzanti sulla via del dovere in un pensiero comune di solidarietà morale e materiale. Bd è su questa via da lui tracciata a grandi linee - apostolo e soldato - con la parola e con l'esempio - che, malgrado l'apparente contrasto di sistemi e di scuole, si avviano oggi le falangi dei combattenti per le rivendicazioni umane, alla conquista dei loro ideali. La sublime epopea che si svolge in questo momento a Candia, santificata dal martirio, accompagnata, confortata dal plauso e dalle simpatie non effimere dei popoli, in aperto antagonismo con la politica difforme dei loro governi, è la più splendida affermazione del suo intuito divinatore. Tutti comprendono oramai che sui Balcani dovrà combattersi, presto o tardi, la battaglia suprema che, con la ricostituzione delle nazionalitil frazionate e disperse, muterà la carta della nuova Europa e schiuderà il varco a tutto un nuovo ciclo storico, in cui le rivendicazioni politiche e le rivendicazioni sociali troveranno gli elementi indispensabili al loro trionfo ed alla loro armonica integrazione. Ma 50 anni or sono? Cinquant'anni or sono, quando gli spiriti brancolavano nel più vuoto opportunismo di questa fase suprema che oggi incalza l'Europa Mazzini soltanto ebbe la visione luminosa profetizzando quale soluzione razionale ed inevitabile della questione d'Oriente, la costituzione delle razze slave in g1·uppiautonomi - antemurale alla Russia costretta così per forza di cose a tramutarsi in potenza civilizzatrice dell'Asia - alleate alla stirpe greca, chiamata dalla storia e dalla civiltà a presiedere in Bisanzio, città libera, la confederazione delle razze che formano in oggi l'Impero Turco in Europa. Ed è perciò che il 10 Marzo, attorno al suo tumulo glorioso, le bandiere popolari che s'inchineranno ancora una volta e salutarne la sacra memoria, portel'anno nelle loro pieghe, commisto al soffio dell'anima nazionale, l'eco degli entusiasmi con cui il popolo italiano accompagna gl'insorti di Candia e il ridestarsi della Grecia ai suoi nuovi destini. Questi che oggi si delineano non sono che i primi albori delle grandi giornate in cui i popoli saranno chiamati a prendere infallibilmente il loro posto di battaglia nella soluzione del complesso problema nazionale, politico ed economico che travaglia l'Europa. Il risveglio della coscienza pubblica per una causa così nobile e santa, in quest'ora così triste di scoramento e di delusioni, è pegno di fede che il por,olo italiano. non verrà meno a sè stesso. Mazzini, tentando nella misura delle sue forze, quel tanto di attuazione del suo programma, che i tempi consentivano, tramandò al popolo il compito di continuare l'opera sua. Apostolo della reintegrazione del diritto, egli lottò anima e corpo contro la vecchia compagine che soffocava in Europa ogni libera manifestazione, rivendicandola nel Comune, nella Nazione, nella Umanità. Apostolo dell'armonia indissolubile del dovere col diritto , si fece del dovere una religione e diede l'esempio della costanza e del sacrificio in una .delle più pure e nobili incarnazioni che registri la storia. Raccogliamo l'alito puro e caldo che esce dal suo tumulo e con l'alito gli sprazzi luminosi della sua mente divinatrice. Mai, come ora il popolo italiano ne ebbe tanto bisogno per salvaguardarsi dalla putredine che lo minaccia all'interno - dall'aquilone reazionario che si avanza minaccioso dal 1ord. EDOARDO PANTA 10. L' AZIO E E IL PENSIERO SECONDO ALBERTO MARIO. lo giovinetto ed esule lo vidi e l'avvicinai per la prima volta a Milano nel quarantotto. Egli aveva allora quarantatre anni. Sotto la fronte ampia e potente sfavillavano due occhi nerissimi, grandi, fascinatori. La barba bruna ed intera dava risalto alla pallidezza diafana del viso,· solitamente mesto. Così lo dipinse Emilia Ashurst, così lo incise Calamatta. La sua stretta di mano, decisa e gagliarda, ti affidava, la voce piena, armonica, insinuante, ti ammaliava; la parola ornata, facile, evidente, persuasiva, t' incantarn: vent'anni di apostolato letterario e politico, di ostracismo e di celebrità, ~ atteggiavano a riverenza. Egli era allora a mezzo del glorioso cammino. Quando vent'anni prima s'affacciò alla storia, l'Italia ignava avea mutato fianco al suono delle cospirazioni e delle insurrezioni del carbonarismo : setta benemerita d'indipendentisti, uomini d'azione Yalorosi in campo, eroici nel carcere duro, ma senza magistero di dottrine rinnovatrici. Dopo la sconfitta di Rieti e la comparsa di Carlo Alberto alla tenda del maresciallo Rubna in Milano, le loro vendile solcaxano la nazione; ma erano navicelle che veleggiarnno . ulle acque morte della penisola e il solco chiudevasi dietro il loro passaggio. Gli

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