Rl'.VISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI 32:3 tuzione cessa dall'adempiere a quelle condizioni e il principio educatore della Società esce d' altrove o accenna altrove - quando non è più in essa virtù iniziatrice, ma soltanto una facoltà di conservazione - quand'essa non accresce più nè dirige la vita della nazione, ma la lascia ai calcoli e agli impulsi degli individui o a ispirazioni che hanno diversa sorgente (1) il periodo di decadimento s'apre per l' Istituzione, la condanna è segnata per essa. L'indugio entro il quale si compierà può essere più o meno breve a seconda degli individui chiamati a rappresentare l'Istituzione, degli errori commessi, della maggiore o minore capacità degli avversari; ma non è che indugio, e ogni anno, ogni mese lo accorcia. L'Epopea è con chiusa: il Dramma comincia. Comincia, e dominato, come il Dramma Greco, da una inesorabile Fatalità. Dapprima, l'istinto progressivo latente nel paese e il presentimento d'una nuova Istituzione s' incarnano in pochi individui, ai quali una immensa potenza d' amore e una forte virtù di logica additano il lontano avvenire. Taluni fra questi pochi, paghi per indole o diffidenza d'altrui, d'· affermare ciò che credono vero nella sfera del pensiero puro, sc1·ivono, ignari o noncu1·anti del come vivano i loro cont~mporanei: l'Istituzione guarda ad essi con sospetto e inceppa con censure e restrizioni d' ogni maniera la diffusione dei loro scritti: i più li battezzano sognatori utopisti. Altri, più fervidi, più facilmente illusi o più devoti, e convinti che l'azione è più potente d'ogni teorica, cercano vie più rapide di apostolato, si stringono in fratellanze segrete, architettano congiure impossibili: traditi, scoperti, periscono. L' Istituzione, irritata, impaurita dalla subita audacia, inferocisce contr' essi, e determina di sommergere nel sangue dei ribelli il germe di ribellioni fu. ture. Ma quel sangue è sangue di redentori. L'ultima parola dei Martiri d' un'idea è per l' Istituzione il primo tocco dell'agonia. L'eco di quell'ullima parola, Patria Indipendenza, Goscienza libera, R 1pubblica o altra, prof.erita da 11omini che per essa mo1•ivano, suona potente, irrequieta, profetica nel cuore dei giovani: il ricordo di quei volti pallidi e nondimeno irraggiati d'un sorriso in faccia alla morte, visita frequente le loro notti. Come ogni grande altezza, il martirio ha un fascino sulle immaginazioni tormentate d'ideale e di sete del. l'avvenire. Perché morivano serenamente quegli uomini? Pel'chè tanta ira, come di chi teme, nell' Istituzione che s' affrettò a spegnerli? E comincia a diffondersi, tacito ma vasto e insistente, il dubbio della sua for..1a; comincia per molti un periodo di esame, d'analisi fatale alla vita: lampa di Psiche che allontana l' Amore. {l) Odo dire: la monarchia in lnyhilie,.ra non io,i:;ia nè dirige, ma segue, e nond11neno è secura i:J /ior.u'tle. QuPi che così parlano non guardano che a11a supcrfìciP, alfe apparenze clcllc cose. La cvntesa cl)c costituisce la vita inglese non s'agita fra la nazione e la monarchia, ma fra il popolo e l'aristocrazia, solo elemento del passato che ab~ia tutto,a vitalità e la comunichi. La mona1·chia. non ha yita p,·opria. né potenza d'iniziati\·a: e per ']Ucsto appunto, il gio1·no rn cui, abolitd !"Alta Carne1·a, l'Aristocl'azia non avrà più rapp1·esentanza legale, la monarch1a, arnese inutile e senza sostegno ca<l"à più ,·apidnmente che altri non pensa. L'osa.me è per l'Istituzione ciò che il protestantismo è pe1• la Religione; indizio che la fede è scossa e che l'io è chiamato a eser(litare le sue f.1coltà di osservazione e di studio. Or, la fede può vivere, non ravvivarsi; e l'io chiamato in azione varca sempre i termini di ciò che gli è soggetto d'esame. Tornansi a leggere i libri negletti degli utopisti; non furono essi ispirato1·i dei fatti audaci? Di dubbio in dubbio, di lavoro in lavoro, l'intelletto è trascinato, alla Storia dell'Istituzione, alla Storia eh' è l'epitaffio d'una Epoca, e che s'apprende difficilmente finché esce dall'Istituzione una corrente di vita reale. E quello studio di Storia rivela in quali circostaoze, diverse dalle recenti, s'impiantasse l'Istituzione, come corrispondesse allora ai bisogni che, soddisfatti, hanno cessato d'esistere; e, segnatamente, il contrasto fra l'utile attività del passato e l'inezia sterile del presente. E nulla è più fatale a una Istituzione che la crescente coscienza della sua inutilità; gli uomini seguono volonterosi l'Autorità. ma non un cadavere d'Autorità. A questo punto, la fazione la setta diventa Scuola, Dottrina, da discutersi, non de sprezzarsi o abborrirsi. E intanto, mentre l'intelletto scava lentamente continuo le fondamenta dell'Istituzione, i fervidi affrettano nuove congiure, nuovi tentativi, come quei primi, ·pericolosi essi pure, perchè avvei.- zano gli uomini all'idea che ogni pensiero deve tradursi in azione; e, come quei primi, sono vinti, spenti nel sangue, ma cominciano ad essere considerati dai più come lampi forieri di più gravi tempeste, scosse che additano un vuoto, getti vulcanici, che rivelano un elemento latente di distruzione. Continuano inesorabili i tocchi dell'agonia. III. Talora, cieca, illusa, insana di orgoglio, l'Istituzione persiste immobile sull'antica via e non cerca difesa se non nel terrore: perisce allora esecrata, dopo gue1ra più o meno prolungata, nella quale ogni vittoria è per essa disfatta morale: il Terrore uccide gli uomini, non le idee. Più sovente essa intende, comunque imperfettamente, il pericolo, e cerca, assumendo apparenze di vita, sviarlo. Sorgono, rappresentanti e duci di questo periodo intermedio, uomini dotati non di Genio, ma di singolare avvedutezza, non di virtù .ma di temperanza e mitezza di animo, non di vera energia, ma di facoltà e pertinacia di calcolo, conoscitori non delle qualità buone che sono negli individui ma delle loro debolezze, non dei miracoli che possono trarsi dal popolo col!' entusiasmo e col vero, ma dei modi coi quali possono generarsi in esso illusioni ed errori, i quali presentendo l'impossibilità di cozzare a lunga coll'avvenire formano il concetto di sottrarlo ai credenti nelle nuove cose, di sostituir sè ad essi, d'impadronirsi delle loro forze e dirigerle a posta loro tanto che raffo1•zino, senza violarla, l' Istituzione e la ribattezzino e vita; tentare insomma di far divergere la piena sino allora affrontata, d'attirare il nemico fuor della . via che la logica insegna, a posizioni non sue e nelle quali sia facile attorniarlo e ridurlo inerte. Questi
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