306 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI potenza ; previsione che non viene smentita oggi dall'entusiasmo con cui l' Ellade ha accolta ardita iniziativa del principe Giorgio. cui il mondo civile e umano augura prospere sorti ; l'iniziativa alla Corte s'impone per salvarsi e ridare popolarità alla dinastia, che ha già un piede sulla via dell'esilio; e la Corte ha potuto sperare !lalute in siffattà iniziativa mirante alla liberazione di Candia, perchè lo sfacelo dell' Impero turco è a tale grado, che popolo, governo e dinastia della Grecia hanno pensato essere oramai impossibile che la diplomazia europea, per quanto disonesta e spietata, si presti ancora a mantenere uno statu quo, che sembra intollerabile anche ai giovani turchi. Perchè la diplomazia Europea si sia condannata da sè stessa da circa un secolo ad un vero lavoro di Sisifo, immorale e grondante sangue, - quale non era quello dell'eroe mitologico - è noto: essa non trovossi di accordo nella divisione dell'eredità dell' Impero turco, imputridito prima di essere cadavere; essa temette e teme che nella divisione delle spoglie un.,. grossa parte· spetti alla Russia già troppo potente ; essa sperò, sebbene debolménte, che un moribondo potesse tenere in freno un corpo giovane e vigoroso. Ebbene: su questi motivi che ispirarono ed ispirano la diplomazia europea, Giuseppe Mazzini vide sempre rettamente e si può affermare che la soluzione da lui preconizzata, anche oggi - quantunque le colpe e gli errori commessi l'abbiano pregiudicata - sia la sola non solo conforme a giustizia, J?a la sola possibile ed utile agl' interessi collettivi del vecchio continente. ln quanto alla convenienza di tenere in piedi l'impero turco per opporre una barriera alle ambizioni della Russia, il grande agitatore nel 1858 non esitava a proclamarla una prova di suprema stoltezza della politica Europea ( Opere Vol. X p. 137). Il freno alla Russia, vero e poderoso, stava e sta nel creare un nuovo centro di forza politica e di civiltà con uno Stato Ellenico pit1vasto che non sia l'attuale, che divenga l'impulso guidatore degli elementi rumeni, serbi, bulgari, albanesi riuniti in libera federazione. E Mazzini pensava che con una siffatta federazione si potevano definitivamente sottrarre all' infiuenza russa tutti quelli elementi etnici, che nella medesima speravano e sperano perchè abbandonati dalla diplomazia europea, che non seppe fare altro che raccomandare la rassegnazione ad un giogo incivile ed inumano - 1832, 1852, 1855, 1858 - (Opere. Vol. 3, 8. 9. e 10.). Che egli non s'ingannasse sui rapporti che si sarebbero stabiliti tra la confederazione slavorumeno-ellenica e la Russia sorge chiaramenLe dal conLegno della Bulgaria, che pur deve alla Russia la propria liberazione. Opportunamente, poi, egli insisteva nel mostrare quale forza morale avrebbe acquistato l'Inghilterra, se invece di sostenere l'Im· pero turco, avesse aiutato i popoli che ne subivano l'efferata tirannide, 1859 - Vol. 10. p. 253). Nè mancava di additare all' Italia, ancora non costituita a nazione, quale sarebbe stata la sua vera missione. « Le prime linee di una politica italiana, « egli scriveva nelle Lette1·e Slave nel 1857, « quando una Italia sarà, devono essere Slavo- « elleniche nella loro tendenza. Fin dai primi pai;si e del nostro sorgere noi potremmo, volendo, risu- « scitare la quistione d'Oriente.» (Opere. Vol. XX. p. 11). Certamente nulla ha guadagnato l'Inghilterra a non seguire i consigli di Giuseppe Mazzini, dei quali rimane invitto e generoso propugnatore il vecchio Gladstone, e ciò che avrebbe potuto guadagnare accettandoli, solo fanno intendere le simpatie calorose dalle quali fu circondata quando rinunziò, in favore della Grecia, al suo protettorato sulle Isole Ionie. In quanto all'Italia risorta a nazione, Giuseppe Mazzini, purtroppo! non nella sola politica seguita verso gli Slavo-ellenici, avrebbe trovato l'amarezza io.effabile di una grande disillusione! L'Italia monarchica non aspira che alla gloria triste di far parte del concerto Europeo; ma l'Italia del popolo, di cui si son fatti interpreti Bovio, Imbriani e pochi altri depulati repubblicani, fa intendere agli Elleni frementi e indignati, che essa mal sì adatterebbe a farla vergognosamente da gendarme per mantenere l'ordine nell'isola di Creta a benefizio dei feroci musulmani. Speriamo almeno! Comunque, oggi, gli avvenimenti incalzano: l'Armenia, Candia, la Macedonia rappresentano tre assilli dell'Impero Turco, che non lo tormentano soltanto, ma che lo dissanguano e lo trascineranno a sicura rovina. La malvagia diplomazia Europea per quanto concorde nel male, non riuscirà a domare l'incendio, che divampa in Oriente e dalle ceneri dell'imputridito regime della mezza luna uscirà una Grecia più forte e più vigorosa attorno alla quale, più o meno presto, si aggrupperanno alti-i frammenti di popoli, che faticosamente, ma inevitabilmente, costituiranno una libera confederazione di giovani nazioni, ed un nuovo focolare di civiltà irradiantesi nell'oriente. Le decise profezie di Giuseppe Mazzini si avvereranno; ed oggi ho sentito il dovere di ricercarle per mandare dalle colonne di questa rivista un· augurio sincero e senza fronzoli retoriri ai ribelli, che Eiroicamente combattono per la propria libertà e per rendere omaggio alla gloria del grande che da venticinque anni riposa a Staglieno. Dott. N. CoLAJANNI,
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