RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI Mazzeinlia questiodnieOriente. Agli uomini che hanno molto amato e molto operato; agli uomini che hanno seminato idee nuove; agli uomini che hanno fatalmente suscitato passioni, rancori, odi ed affetti ; a coloro, insomma, che Giornuni Bovio cltiama fondatori di civiltà arriva sempre la giustizia e quasi mai dai contemporanei. Tale la sorte toccata a Giuseppe ì\Iazzini, di cui soltanto oggi si comincia a riconoscere la vastità della mente, pa1·i soltanto alla purezza degli ideali e alla santità della vita. Di Giuseppe i\Iazzini spero che in questa rivista si dica degnamente nel prossimo numero in occasione del 25° anniversa,·io clelle sua morte ; ma non si può pitì indugiare a J'icordare il suo nome a proposito della quistione ardente, che tiene in allarme il mondo civile e p1·eoccupa la vecchia e disonesta diplomazia Europea. Coloro che conoscono il grande genovese per averlo soltanto sentico nominare nelle gazzette e nei discorsi degli uomini politici nostri credono che egli nella sua vita di sacrifizio e di apostolato non si sia occupato che dell'Italia sola, che abbia consenato le sue forze a far risorgere quello, che sembrava un cadavere e che come cadavere insultarono e calpestarono quelli stessi, che, a fatti compiuti, lo sfruttarono disonestamente e ~pietatameutr quale nazione. E così non è. Giuseppe :Mazzini non fu una mente unilaterale, ma isuardò acutamente a tutti i lati del problema politico, economico, morale - al problema sociale in tutta la sua complessità e interezza. Necessità di cose impose, che la sua azione venisse dispiegata pai-ticola1·mente e più intensamente nella unificazione italiana; ma questa non lo distolse giammai dal volgere il pen,iero agli alti·: problemi e agli altri popoli ed a quelli che ai suoi tempi i politici della corta vista non com,ideravano neppure come una espressione geog1·afica e che appena appena formavano oggetto degli studi degli antropologi e degli etnologi. Egli è così, ad esempio, che quando l'Europa non intravvedeva rnenomamente la espansione dell'idea slava, che diventa oggi minacciosa sotto forma di panslavismo, che da :.\losca all'Adriatico scuote convulsivamente l'organizzazione politica del vecchio continente, :.\[azzini invece sin dai primi suoi scritti, sin dal 1832. gu'l.nla con intelletto cli amore agli slavi tutti, ne studia le manifestazioni intellettuali e spera e confida nel loro avvenire. Di più : Mazzini vivo, deriso come p1·ofeta, additò la via retta, che al'l'ebbe potuto scongiurare quello che oggi si designa come il pericolo moscovita, che coi suoi tentacoli slavi minaccia diversi impei-i ad una volta; e se i suoi consigli fossero stati seguiti, oggi gli slavi costituirebbero un forte antemurale contro il cùlosso del Nord e non sarebbero costretti a sperare salvezz·t eia quel Kremlino, d'onde gli altri temono danno grave e non lontano. Mazzini che intravvide nel 1832 (Dell'Ungheria nel 3 Yolume delle Opere) lo sviluppo della popolazi0ne clella Russia e quanto questa avrebbe pesato sui destini d'Europa, ammonì popoli e governi, che l'orso bianco non ·poteva rendersi innocuo attaccandolo direttamente, cercando anzi di rincorrerlo nella sua stessa tana; e nei suoi scritti si può dire che sia stata profetizzata la inùtilità della sanguinosa e dispendiosa guerra di Crimea. Ciò ch'era vago accenno, dal 1832 al 1854, diveniva chiara visione dell'avvenire, mentre volgeva al termine l'opera degli alleati anglo -franco-piemontesi nel Mar Nero; visione che non lasciavasi sviare dal successo e dai bellicosi episodi favorevoli. Perciò scriYendo al Daily Neivs nel Luglio 1855 sull' Unica soluzione nella questione d'Oriente p1·evedeva che la Crimea sarebbe stata la sepoltura dell'onore e dei figli dell'Inghilterra. La presa della torre di Malakof e poscia il trattato di Parigi del 1856 parvero dargli torto; ma Giuseppe Mazzini prima di chiudere gli occhi potè assistere alla burbanzosa lacerazione cli quel trattato e· potè vedere pienamente giustificate le proprie profezie. Infatti all'indomani della guerra franco-tedesca il pericolo moscovita riaffacciossi al\' Europa divisa, egoista, disonesta, incerta, più minacciosa che mai - quale forse non era prima della guerra di Crimea, perchè ingigantita dal fatale concorso della Francia. E Giu eppe i\Iazzioi non aspettò la serie disgustosa di promesse solenni seguite immediatamente dalla loro sfacciata ed impunita violazione, che caratterizza la sto1·ia dei rapporti diplomatici tra la mezzaluna e gli stati europei eia oltre quarant'anni, per mostrarsi incredulo cli fronte alla utilità e reàltà delle riforme amministrative dell'impero Ottomano ; di cui preannunziava inevitabile la caduta per interno dissolvimento. Alle annunziate riforme amministrative, cui finse di prestar fede la diplomazia europea sino a ieri, il grande genovese negò la sua ~in dal 1855. Parimenti nel 1834 Giuseppe Mazzini vedeva giusto sull'azione che avrebbe potuto spiegare la Grecia nella soluzione del problema orientale. « La Grecia, santa di ricordi e di speranze, chia- « mata a grandi fati nell' Oriente Europeo, è ora « troppo piccola per essere iniziatrice ...( Opere vol. V. p. :32). E pitt tardi - nel 1858 - : alla Grecia si è dato nome di nazione, non realtà; ..... un moto Greco è impotente senza l' alleanza coli' elemento slavo-eumeno. (Opere Voi. X p. 100 e p. 134)· Quale .fu costituito il regno cli Grecia dopo la battaglia di :--lavarl'ino el'a facile prevedel'lle la im-
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