RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 313 illuminato far riuscire la piccola operazione che si propongono. Del resto, se bisogno c' è, si sa pure pagare il resto dei voti necessari per far passare i candidati. « E l'individuo, che è minacciato di perdere una lira all'anno, anche se si rende conto della cosa, non perderà per così poco l'occasione di una partita di piacere, già fissata, non si disgusterà amici utili o simpatici, non si tirerà addosso il prefetto, il sindaco ! « In queste condizioni il risultato non è dubbio: sarà favorevole agli spogliatori. « Come l'abbiamo già fatto osservare, la lega di Cobden é riuscita, perchè gli operai di Manchester compresero che il libero scambio era loro vantaggioso. Ridotti alle sole loro forze, è probabile che i consumatori non avrebbero potuto far rivocare le leggi sui cereali, o almeno non avrebbero ottenuto questo risultato che molto più tardi. « Vi è un principio, ancora, abbastanza impor tante, di cui bisogna tener conto, e che spiega come i trasferimenti di ricchezza possono moltiplicarsi. <1. Un uomo non riceve la medesima impressione dalla perdita d'una somma totale e dalla perdita d'un gran numero delle singole parti, in cui si può dividere questa somma. . « Costui resisterà di più, se gli s1 vuol far pagare 5 lire in una volta, che se gli si tolga prima una lira, poi un'altra, ecc. Così, mentre un dritto d'entrata di 7 lire su :I 00 Kg. di grano sarebbe difficilmente accettato a prima giunta, cominciando invece con un dritto di 3 lire, che si porta a 5 e poi a 7 si riesce benissimo nell'intento (1). « A questo principio aggiungasi la ignoranza, e si intenderà la ragione per che possansi sopportare le imposte indirette molto forti applicate dai grandi Stati europei. Se si tentasse ottenere le medesime somme con imposte dirette, i contribuenti, rendendosi conto' della estensione dei sacrifizi imposti loro, finirebbero col costringere il governo a ridurre le spese. « E se la spoliazione vien limitata, non è certo per la resistenza degli spogliati, ma per [e perdite che e~sa infligge a tutto il paese e che, in parte ricadono su gli spoliatori medesimi. Allora: se essi sono tanto intelligenti da capire le conseguenze che la spoliazione continuata porta seco, si fermeranno; se questo buon senso manca loro, il paese ancl1'à sempre più verso la rovina. Del che esempi (I) Questo è proprio il ca~o dell'Italia, dove la sto,'ia dei dritti P otcttori sul g1·ano comincia con un dritto di 3 lire, e finisce, man mano, e, n uno di lire 7/",0, imposto da. 1.1n n1ini~tro, chu dichiara cinicnrncnte trattarsi 11011 pili di una ,p1c~tiv11e di dottrina, 111a tli un'alt1·a t.li interes~i .. luminosi ci danno le repubbliche delFAmerica del Sud, il Portogallo, la Grecia moderna ecc. ». « La conclusione è questa: « A torto si dà la colpa completa dei mali che affliggono una data società a certi individui. Salvo il caso in cui è la forza brutale che tiene il popolo sotto il giogo (1 ), è quasi sempre, invece, per la ignoranza, indolenza e per i vizi degli spol1ati che gli spoliatori possono esercitare la loro industria. Persuadiamoci pure che i fenomeni sociali sono la risultante di tutte le forze che sulla società agiscono, delle qualità e dei difetti di tutti i c,ttadini. « Ma i popoli questo non lo intendono: i popoli vogliono e trovan sempre un capro espiatorio, un individuo - meschina illusione! - il quale cli tutte le colpe sia responsabile, e come tale, cli tutto debba rispondere. V. PARETO. L'eterqnuaestiodnelel'idedaellel'arte. La maggior parte delle questioni eterne deriva non da l'ernere insolubili, ma da l'uso di frasi fatte che ornai simili a recipienti vuoti, sono da ognuno r·iempite a piacimento, sì che gli avversa.rii, parlando con le stesse parole dicono cose diverse e naturalmente non possono intendersi. Una di tali quistioni è la solita sempre rinnovantesi logomachia 1ra i difensori dell'arte per l'arte e quelli dell'arte pcl' la vita, tra i paladini dell'arte aristocratica e gli apostoli dell'arte democratica, che ancora una volta ferve da due mesi sui giornali d'Italia e che può rinnovarsi e si rinnoverà a l'infinito, sino a che non si risolvano quelle formule nel loro contenuto, o meglio non si mettano da parte e non si finisca di battagliare su le parole per discutere su le cose. Proviamo? Si tratta dell'ideale dell'arte: e si oppone l'arte per l'arte a l'arte per la vita; ma con quale diritto? L'arte per l'arte cioè pel bello: ma chi può dubitarne? chi può dubitare che cai·attere primo, supremo,specifico dell'arte 11011 debba essere la bellezza? L'arte per la vita: ma come potr·ebbe essere altrimenti dal momento che il diletto estetico i,rodotto dal bello è un elemento della vita? - Dunque? - Dunque le due formule prese in senso generico non solo sono entrambe vere, ma in fondo significano la stessa cosa, cioè che l'arte è bellezza e come tale ha un ufficio nella vita umana. La questione vera di cose e non di parole è quale genere di bellezza e a qual genere di vita debbti servir l'arte nelle sue forme superiori, ideali. Ed è qui cbo si fanno innanzi i signori dell'arte aristocratica e i plebei dell'arte democratica levando al cielo il proprio genere e dicendo ogni obbrobrio di quello della parte avversaria. Ora poicbè anche a priori si può essere persuasi che un'anima di verità (I) Ai n, stri ;;io,·ni 1, il caso de!l'll'ian<l•, della Sicilia e cli pa,·ecch altri paesi. Nei tcn1pi antichi la forza è stata anche il mezzo principale pe1· mantenere ~otto il giogo gli schiavi ed i servi.
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