Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 16 - 28 febbraio 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 311 l1gli antichi in questo ordine di cose : se i ceti democratici che avevano non solo come a.Itri interesse il. che le cose andassero differentemente, ma che non potevano neppure nutrire illusioni al riguardo dello il.ntagonismo dei loro interessi con quelli dei provvedimenti addotta ti, gli avessero con tutte le fo1•ze -osteg 5 iati, le J orcherie alle quali abbiamo dovuto as- ·Sistere non avrebbero neppure avuto campo su cui 1isplicar3i. E quando faccio questo appunto al partito democratico, non intendo dimenticare le voci solitarie che dal suo seno sono uscite specialmente in parlamento contro quell'andazzo che ci ha portato sull'orlo del precipizio. Intendo dire che il partito democratico, o per meglio dir·e i partiti democratici, -come massa agitantesi nel paese, non si sono mossi a questo riguardo, e press' a poco se ne sono disinter.issiti come di cosa non loro, mentre, rip;to, una buona cir_colazione, sana, è interesse supremo spe- ·cialmente delle classi di cui i partiti democratici si fanno sostenito~i. Non ripeterò quello che tutti sanno, che i dazi protettori vanno a detrimento del consumatore, e quindi specialmente quelli sulle derrate alimentari sono a detrimento della classe operaia. Faccio invece una tlomanda. Si muovono gli operai quando si vuole rincrudire qualcuno di questi dazi protettori? Si promuove da qualcuno, si fa un po' d'agitazione 'tra le masse dei consumatori operai neil'imminenza tli leggi doganali di simile natura ? Quando ultimamente si elevò il dazio sui ceraali si ebbe questo spettacolo, di comizi fatti e promossi da gente interessata in senso contrario, ma non già come consumatori, ma come produttori, come commercianti : i commercianti di grani esteri e i mugnai che macinano grani esteri. Ma nessuno pensò a far vedere alle masse operaie quanto fosse del loro giusto interesse ostacolare quelle mism·e che si proponevano. Se gli operai fossero be11 istruiti sui mali ultimi che loro arreca il protezionismo, e facessero ar 5 ine in massa, di esso non sarebbe possibile. In Inghilterra appunto perché la massa operaia è bene organizzata e sempre al corrente dei propri interJsi!i, i protezionisti non possono aver buon gioco. Quantunque colà l'agricoltura si trovi a cattivo partito, nessuno osa domandare i dazi protettori - e notate che gl'Inghilterra fu pel passato il paese cb.ssico ddlla protezione doganale dell'agricoltura. E nessun agricoltore osa perchè sa che si scatene1•ebbe contro di sè tutta la popolazione operaia, la quale ove per la prima non si decidesse a fare il primo passo d'opposizione, troverebbe negli stessi industriali coloro che la solleciterebbero a mo- 'Btrare ld sue forze contro il protezioni,;mo agricolo. E ciò non già. perché essi abbiano intel'esse diretto ad opporsi, ma perché sanno che 11 giorno in cui gli -operai vedessero che tocca loro a pagare più caro il vitto, ai loro padroni si rivolgerebbaro subito colla (Orza delle loro /rade~ unions per essere indenizzati con aumenti di mercedi che naturalmente di,;turberebbo gli interessi dei padroni. Da noi succede invece il contra.rio. Nessuno s'interessa a darla da intendere nel giusto senso agli operai e a organizzarli allo scopo, ma invece siccome una certa importanza come massa gli operai anche da noi l'hanno presa, c'è chi sa sfruttarla in senso inverso. Sovente si vedono gli op3rai inconsci farsi gli istrumenti del protezionismo che o direttamente o indirettamente dovrà ricadere a loro danno. E' di moda ora fra gli industriali chiamare in aiuto i loro operai quando si domandano al governo delle misure coercitive di favore all'industrià loro, sotto il pretesto che se no sono obbligati a chiudere e a la.sciare sul lastrico tutta la loro popolazione ope1•aia. E chiudono momentaneamente; e gli operai strillano. I deputati stessi di parte democratica invece d'insegnare agli operai che sono presi all'amo, che non debbono pensare al piccolo male dell'oggi e locale, che guarito in qual modo portet·à maggiori danni a tutta la classe, si lasciano essi stessi traspol'tare dalla fittizia corrente del momento e si fanno i paladini di interessi che invece dovrebbero combattere a nome di quei principi che in fondo sono la bandiera del loro partito. Nelle campagne si fa echeggiare il gran grido che I 'agricoltura è in pericolo, e con questo grido vago che pare segno di minacce agli interessi principali del nostro paese e della maggior parte della popolazione, si chiamano a raccolta sotto lo stesso vessillo, per un intento che non è a tutti comune, le popolazioni delle plaghe agricole, come se dal danno dei proprietari e dei conduttori di fondi, dipendesse· quello di tutta la plaga, di tutta la campagna; il ribas30 dei prezzi delle derrate si rappresenta per l'agricoltura nello stesso modo come si descriverebbe un'invasione di cavallette che distruggessero i raccolti e minacciasssro di fame la popolazione. :\fa il ribasso dei prezzi delle derrate se diminuisce i profitti dell'agricoltore non implica che la produzione di derrate diminuisca. Tutt'altro, perché il proprietario e il conduttore di fondi saranno obbligati ad escogitare tutti quei mezzi che le scienze agricole consigliano per aumentare la massa dei prodotti che la loro terra produce affine di compensare colla maggiore quantità da vendere, il prezzo diminuito. Quindi la massa della popolazione anche .nelle regioni massimamente agricole ha tutt'altro che interesse alla protezione dogana.le per l'agricoltura. Dal ribasso del prezzo delle derrate ha il vantaggio di minore spesa per procurarsi il vitto, e probabilmente anche un 'altro vantaggio indiretto. Ho detto che per trarsi d'impiccio il conduttore di fondi è obbligato a coltivare con più lena ed energia i suoi terreni; ebbene il più delle volte i miglioramenti che vorrà introdurre sui suoi fùndi, lo obbligheranno a fare maggiore ricerca di man d'opera. Ecco un vantaggio per le masse di contadini, e che più facilmente troveranno lavoro, e per la maggiore ricerca anche più caro. E tanto più discosto da quello del conduttore di fondi è l'interesse del contadino del giorno d'oggi in Italia, dopo che il pagamento in derrate è andato perdendoi!i, e dopo che il contadino consuma cose elle prende da distanti paesi. Io non mi colle premesse dilungherò ancora. E concluderò di questo articolo ; coloro che si oc-

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