Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 15 - 15 febbraio 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALl 289 cesi pretendono pure al possesso di questo paese. Al contrario, i francesi, fatto _poche eccezioni, non ricono;cono la legittimità di nessuna possessione di questo genere. Qui non yedono in un paese altro che la sua popolazione, e non il suolo, che ne é l'accessorio. Se fosse loro provato che gli alsaziani lorenesi vogliono restare tedescM, n-m ci sarebbe affatto per loro una questione dell'Alsazia-Lorena. 10. - Oro, i francesi sono convinti, a torto o a ragione, che gli Alsaziani-Lorenesi non vogliono esser l>oggetti alla G~rmania. Essi chiedono dunque, non una guerra, che nessuno vuole, e che in luogo di risolvere la questione la sostituirebbe con un'allr.1 ma una revisione amichevole del t,·aitato di Franc(ort, avente per assunto: 1. Di consultare gli Alsaziani-Lorenesi sui loro destini futuri, e di cedere a.I loro voto liberamente dato, qualunque esso sia; 2. Nel caso in cui l'Alsazia-Lorena cessasse di appartenere all'Impero Germanico, d'allCOrdare a quest' ultimo un giusto compenso. 17. - Alcuni cittadini dell'Impero riconoscono bene che la popolazione annessa é restata inconciliabile, ma dichiarano non vo·er ten~rnessun conto di questo fatto, per ragion di Stato. Codesti si metton fuori di ogni morale. L'opinione universale, e particolarmente l'opinione di numerosi paesi che, un tempo oppres~i, hanno riconquistato la loro indipendenza, deve sforzarsi di condurli a un livello superiore di civiltà. Il miglior argomento da rifarsi con essi é d'al1ronde precisamente quello della ragione di Stato. Là come altrove, utile e ciò che è. giusto. E basta a vere la più piccola vista generale sulla storia e l' economia politica, per comprendere che l' amico più affezionato non saprebbe augurare alla Germania una felicità più grande, d'essc"e liberata dalla palla ch'essa tira presso di sé, e di guadagnare, per soprappiù, l'amicizia della Francia. 18. - Altri della Germania oppongono un analogo rifiuto, dicendo che non e' é niente affatto una questione dell'Alsazia-Lorena dal punto di vista internazionale, perché la sorte di quesh. provincia d stata regolata da un trattato. A questi, si risponderà che quasto trattato non potrebbe essere più intangibile di tutti quelli ch'esso ba annullato; che i Ft•ancesi l'hanno mantenuto fe lelmente, e eh' essi non chiedono di lacerarlo, né di _ingannare in modo nocivo la Germania, ma di modifi,-:arlo di un comune accordo e nell'interesse di tutti; che, infine, fra due nazioni di cui una innalza pacificamente e in buona fede una cfoma.nda di questo genere, e che l'altra dichiara questa domanda indegna di accoglienza, v' é luogo di ricorrere ali' arbitrato preliminare di cui s' é parlato al § 4. 19. - Infine, altri cittadini Jella Germania ancora, fra quelli che accettano come principio la nostra idea del diritto, dichiarano ogni discussione inutile su questa que,tione, sostenendo con grande sincerità cho la pronunciazione degli Alsaziani-L1renesi é com• piuh, almeno in ciò che si riferiscél alla loro maggioranza. Sono ben poco numerosi quelli che hanno quest.l confidenza, così contraria all'evidenza? Ma, qualunque cosa avvenga, gli Alsaziani-Lo1·enesi soli possono far fissare l'Europa su questo punto, vitale pc1· o-sa, poiché esso preparerebbe in breve tempo la rinunzia dei francesi. 20. - i;;· inutile parlarél di certi tedeschi che si dicono devoti ai principi del diritto dei popoli, marifiutano di farne l'applicazione nel caso presente, allegando la difficoltà che ci sar~bbc per farli accettare dai loro compatrioti. Si ha il diritto di sospetta1•e della sincerità di persone che, pretendendo trornrsi al possesso d'una verità superiore, abbandonano la lotta e si lasciano trascin ire da pregi udili volgari, alla cui distinzione avrebbero il dovere di la vora1·c. 21. - In somma gli uomini di cuore e di ùuon senso, in tutti. i paesi, debbono sforzarsi per dare una spinta all'opinione in favore della rr.visione pacifica, amichevole o per via d'arbitrato, del trattato di Francoforte. E lo scopo immediato di questo movimento dev'essere di far comprendere alla nazione alemanna che, per avere il diritto di dirsi pacifica, non basta non dichiarare la guerra in paesi vicini, ma bisogna, anche acconsentire ad ascoltare ed a discute1·e i loro reclami sinceri; che il non possumus è un atto ostile come un altro; che, applicato allo statu quo territoriale non si distingue dalla concessione napoleonica o bismarckiana della pace, così riassunta: « Prendere colla violenza e mantenere colla forza »; che a questo titolo, esso costituisce per tutti i popoli una minaccia permanente, capace di suscitare . un giorno una coalizione formidabile ; infine, e sopra tutto, che, invece di nuocere alla Germa.nia, la revisione di questo malaugurato trattato giova nella maniera più grande al suo inte1·esseben compreso, come alla sua gloria. Nota complementare. - Il diri'tto di conquista, abolito in diritto e in fatto da.Ila Rivoluzione francese, e malauguratamente rimesso in pratica nell'impulso della lotta contro l' Europa intiera, é stato nuova.- mente abolito di fatto dal 1815 al 1864 ; pe1·ché le modificazioni territoriali sopravvenute in questo intervallo (Grecia, Belgio, Stati danubiani, Francia, Italia) furono tutte conformi al voto delle popola.;-ioni e compiute nell' interesse di queste. La Prussia rimise in vista il diritto di conquista nel 1864, 1866 e 187 l. Essa é stata imitata dopo. Ma essa sola, in ragione del timore che inspira, é sfuuita a tutte le osservaiioni delle potenze. Le altre conquiste violente avvenute dopo il 1871 sono state rivedute ; quelle della Russia dal trattato di Berlino, quelle del Giappone sotto la pressione di tr·e grandi potenze ..... e la Germania ha preso parte a queste tre manifestazioni I Si può ancora ricordare la revisione delle clausole del trattato di Parigi fatta dalla Conferenza di Londra. Non v; é dunque niente d' insolito né di strano se si domanda una revisione amichevole del trattato di Francoforte. Bisogna d' altronde notare che questo trattato, imposto senza possibile discussione da una sola potenza ad un'altra., la.cerava. i trattati di Yestfalia, di Nimega, di Rysmick, di Uteckt e di Vienna, firma.ti da tutta l'Europa ; questa ha dunque da dire

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==