Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 15 - 15 febbraio 1897

288 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 7. - Queste questioni, generalmente mal definite e che alcuni conquistatori hanno sfruttato sfigurandole, si possono definire come segue : Esiste una questione di nazionalità, quando la po• polazione di un paese che si trova attualmente sottomesso a un certo Stato sovrano, reclama, o l'autonomia del suo paese nel seno di questo Stato, o la sua costituzione a Stato indipendente, o il suo congiungimento con un altro Stato. Un simile movimento, che procede dagli impulsi più rispettabili della coscienza e della libertà. individuale, n·on può essere legittimamen!e ed efficacemente combattuto altl'imenti che colla persuasione. Se non ha potuto essere arrestato così, rimane solo incominciare trattative colla popolazione interessata, per darle soddisfazione con un accomodamento amichevole. Perchè questa situazione, anche ammettendo che si sfugga alla guerra civile o con un altro popolo, che può scoppiare a ogni momento, è una. causa permanente di spossamento per la nazione dominante come per la minoranza oppressa. 8. - Que~t• ultima constatazione distrugge l'obbiezione secondo la quale le nostre teorie tenderebbero a imporre alla maggioranza il -,;otodella minoranza, cosa evidentemcnt,e assurda ed ingiusta. Perchè èugualmente ingiusto che la maggioranza. opprima la minoranza. E, per quelli cui non b1sta a illuminare la nozione della ingiustizia, bisogna aggiunge1·e che assurda. sopra. tutto è la situazione che la maggioranza perpetua, per questa oppressione, e che ad essa . medesima è dannosa. Ciò che noi voglìa.mo, è conciliare equamente, pel meglio degl' interessi di cia.scuno, i diritti della m 1ggioranza e quelli della. minoranza. 9. - Le questioni che abbiamo ora definito s~no le prime che i pr.igiudizi attuali fanno dichiarare impossibili a risolvere pacificamente: si pretende che esse non si prestano nè ad un giudizio, nè ad un arbitrato, e nemmeno ad una discussione amichevole, col pretesto che esse sono d' ordine puramente interno. Questa. tesi è solamente sostenibile nel pr:mo caso (rivendicazione dell'autonomia). Negli altri casi, cioé quando lo Stato dominatore impedisce la nascita di . uno Stato indipendente che ha volontà di vivere, o quando fgli trattiene sotto la sua legge una. popola: zione che desidera di aggregarsi a un altro Stato, la. questione è evidentemente d'ordine internazionale. Essa dipende dalla giurisdizione internazionale da crearsi (collegio arbitrale o tribunale), come ha sempre dipeso dalla sola. giurisdizione riconosciuta fino ad oggi, cioè dalla. guerra. Anche quando si tratta unicamente d' una rivendicazione d'autonomia, lo scopo dei violatori dei popoli è d'altronde contestabile. In pratica, le potenze sono intervenute sempre negli affari di questo genere, sotto il pretesto d'umanità, quando esse credevano d' a,. vervi interesse e d'essere le più forti : la Turchia ne sa qualche co$a. Ed è fuori di dubbio che verrà. un tempo, in cui una Corte suprema ascolterà. le querele d'una povolazione molestata dallo Stato da cui dipendd, un tempo in cui un pubblico ministero pronuncierà la sua. requisitoria contro questo Stato. Ma attualmente, sarebbe troppo domand ,re di voler fare internazionali le questioni dibattute per uno Stato ed una popolazione che non reclama altro che un trattamento equo nel seno di questo Sta~o. 10. - Le idee esposte ai § ·7 ed 8 sono fatti d' esperienza, non declamazioni sentimentali. Io l'ho riassunte altrove dicendo : « La na.zionalità. non risulta nè dal luogo, nè dalla lingua, nè dalla. fo1•za, nè da ogni altra condiziono fisica ..... « La nazionalità è una forma dell'associazione volontaria. ; è definita da.lla volontà degl' intel'l soati, sieno questi isolati, o costituiti allo stato di povolazione. » E, dai principi di diritto dei popoli enunciati più sopra (§ 3), specialmente da quello che stabilisce l'imprescrizione di questi diritti, io deduceva la con• elusione seguente : «. È giusto, possibile e neces,ario di ritornare, per mezzo di eque transazioni, su quelle conquiste passate alle quali le popolazioni conquistate rifiutarono manifestamente e con persistenza il loro consenso. » lii. - Principirelativialla questionedell'A I sazia-Lorena 11. - La prima condizione di ogni tenta.tivo di pacificazione dell'Europa dev'essere la riconciliazione della Francia e della Germania. 12. - Questa riconcilia.zione, desiderata da tutti gli spiriti illumina ti e pensosi dell'avvenire della civiltà., è facilitata da questo fatto, che i due paesi, lungi dall'esser nemici na.tura.li ( vi sono d'altra parte nemici naturali?), sono veramente complementari l'uno dell'altro col loro spirito, colla loro civiltà, colle loro produzioni di ogni natm•a e i loro interessi generali in Europa e oltremare : essi sono indispensabili l'uno all'altro. 13 - La riconciliazione fra i due popoli è impedita da. una causa politica; la questione dell'Alsazia.- Lorena. 14. - Questa questione è dunque la prima, che dobbiamo con ogni sfogo riso] ve1·e in Europa, se si vuole avanzare d'un passo nella via della pa.cificazione morale, cioè della sola pacifica.zione effettiva . 15. - La questione dell'Alsazia-Lorena è, per l'imtdoan za delle parti presenti, come per l'influenza difetto.sa eh' essa esercita sui destini dell'Europa, l' episodio decisivo della lotta impegnata fra il diritto dei popoli e il diritto di conquista. E per ciò, riposa sopra un malinteso che bisogne dunque togliere. I cittadinì della Germania si considerano come i possessori legittimi, i proprieta.ri dell'Alsazia-Lorena, da loro fondata come una terra, come un dominio feudale, i cui abitanti sono un accessorio passivo. Questa nozione del diritto internazionale essendo la sola che la. maggior parte d'essi possiedono fino ad ora, è , aturale eh' essi I a prestino ai francesi. Essi credono dunque sinceramente, e hanno fatto prender la loro opinione a molti stranieri, che i F ran·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==