294 RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI mette più perseveranza, agisce con più ordine. Dopo avere esaurito tutti i suoi sforzi per arricchire, fatta la sua fortuna, egli si arricchisce ancora, vendendo a quello stesso pubblico, di cui egli à fatto il suo zimbello, il racconto dei mezzi adoperati per corbellarlo. Qui si eleva all'altezza del suo mestiere. Il caso lo fa incontrare con una dama vecchissima, decrepita, quasi idiota, curvata in due, balbettante a1,pena qualche parola senza significato. Subito la sua mente è attraversata da. questa idea : « Se si facesse passare questa vecchia per la bambinaia di Washington?» Non ci vuol altro: non si deve che fare gli avvisi. Ed eccolo a condur la sua vecchia da. una città all'altra. Dappertutto ove Egli appare, sorgon rumori nel pubblico, si grida da tutti che questo non è che una truffa balorda: la bambinaia del fanciullo Washington a quest'ora avrebbe centocinquant'anni suonati. Ma spinti dalla corlosità tutti s'affrettano a vedere ciò che può essere. Uscendo dalla baracca tutti scoppiano in risa clamorose e ~ubito una nuova folla viene a rimpiazzarla, persuasa già che tutto ciò non è che pura menzogn!)-, truffa, e frattanto Barnum intasca uno "dopo l'altro, i milioni di dollari. Dopo avere così esibito, da un capo all'altro del mondo, la sirena, Tom-Pouce, la falsa bambinaia di \'{ashington e l'autentica Jenny Lind, scroccando e ingannando il pubblico egli raggiunge il più alto grado della .onestà borghese: ò nominato presidente di una società di soccorso ai poveri, e con una sollecitudine veramente paterna assiste coi suoi consigli i giovani ali' inizio della loro carriera. Nel concetto borghese e meschino il passato ncn può nulla contro i_l milione intascato. li milione covre tutto. Del resto, Barnum conserva sempre in fondo al suo cuore un pio sentimento di onestà. Ei s' interrompe ingenuamente in mezzo al suo libro per dire al lettore che malgrado le circostanze difficili che lo forzarono tal volta a non esser troppo scrupoloso quanto ai mezzi da lui adoperati, sempre, egli ha letto la Bibbia, e in qualunque punto si trovasse, non ha mai mancato di rendere omaggio alla sensibilità, notando questo fatto che, allorché da New-York egli si recava a Londra con Tom-Pouce, si asciugò una lacrima, nel congedarsi dalla moglie che era venuta ad accompagnarlo sino al battello. Orazio è più piagnucoloso, più nervoso, la sua persona è un avviso, una decorai,ione vivente, è l' incorporazione della menzogna. Sempre attore, egli recita la parte, posa senza tregua. Ha nel suo repertorio l' « O:azio » ideale, pel quale si sforza di passare, e che recita davanti a tutti, ai suoi amici, come a persone estranee; alle donne come agli uomini, ai giovani come ai vecchi. Nel bisogno, come nei dì fortunati, egli si preoccupa unicamente del lato scenico: esso stesso s'inebbria dell'effetto che produce sugli altri. Il suo epicureismo è, per dir così, a ribasso, desta delle simpatie per le quali non dà nulla in cambio: del resto quand'anco lo volesse, non lo potrebbe. Non prova alcun eentimento per ciò che non è « lui »; ma qualche vaga coscienza delle passioni, ciò che nondimeno non l'obbliga a nulla: non ne risente che una lieve irritazione cutanea, la sola di cui è suscettibile; si compiace di veder l'effetto che la passione produce sugli altri, cerca di persuadervi che il suo cuore la risente; mente a sè stesso. Non appena scopre la più piccola agitazione alla superficie, appena subodora un pericolo, riguadagna pacificamente la i·iva, e rientra in casa senz'esser raggiunto. Se talvolta prova qualche attaccamento pei suoi simili, questo attaccamento può esser paragonato a quello che noi proviamo pel Caviale o per la cacciagione. Non ha nessima conoscenza d'alcun limite morale che possa arrestarlo in checchessia. A parte il pericolo personale « Orazio » non conosce altro freno che la platea, l'opinione pubblica. Lasciatelo solo, non si darà la pena di lavarsi la faccia, o le mani. Ciò ch'egli teme più di tutto è la beffa; per uscir da una situazione ridicola non esiterebbe a violare sua sorella o a tradire un amico. È avido di ogni sorta di godimenti, di puerili delicatezze, ciò che non l'impedisce affatto d'esser solo un cratere spento. Son sicuro ch'ei si compera di nascosto i confetti e li sgretola dopo, chiudendosi in casa. La distanza tra Barnum e Orazio non è così grande, insomma, come sembra. Invece della fantesca di Washington egli esibisce le aspirazioni più nobili dell'animo umano verso l'amore, la fraternità, così come « recita » la disperazione. Tutto ciò manca, in fondo, di ogni sincerità. «Orazio» non è nemmeno un dissoluto: per gustar questa depravazione e tro.varvi piacere, bisogna abbandonarvisi veramente: la stessa dissolutezza domanda d'essere francamente praticata. « Orazio » sarebbe capace di recitar la parte di qualche donnina galante demoralizzata da un amore infelice e aspirante a gettarsi nell'abisso della sensualità ; oppure si addormenterebbe della grossa. In politica si proclama radical11, esecra l'aristocrazia e sopratutto gli uomini della finanza. Con tuttociò ha un gran desiderio di danaro, e appena si trova, per caso, in un ricco salone guarnito di tappeti, di poltrone e di candelabri, gli gira la testa, e prova in cuore il sentimento d'esser nato per il gran mondo. Si consola è vero, persuadendosi d'aver sagrificato una tal situazione alle sue idee, senz'alcun dritto, del resto; ma, assicuratelo d'una rendita dì centomila lire e del titolo di marchese, e non vi lascierà toccar la sogJi3. della sua porta. Quest'uomo assolutam,mte depravato, ma all'esterno seducente, dalle passioni finte e dal cuore arido non sa portare che la disgrazia e la sofferenza in tutti i luoghi ch'egli attraversa. Esclusivamente preoccupato della sua persona e dall'effetto ch'egli produce, ferisce tutti quelli che avvicina nei loro più delicati sentimenti. Di modo che egli giuoca con della moneta falsa e guadagna incessa.ntemcntc, e i perdenti lo pagano in
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