Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 15 - 15 febbraio 1897

290 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI la sua parola davanti alla rottura violenta degli accordi coi quali essa aveva creduto assicurare il suo riposo. Inoltre il trattato è stato alterato dalla Germania nella questione dell'opzione degli abitanti, e violato formalmente in quella dei pa%aporti, e, pe queste ragioni, la Francia avrabbe fondamento per dichiararlo caduco. (continua). GAsroN MocH. Ex capitano di artiglieria. Ladonnnaellsaociebtàorghese. < 1 > La donna al pari dell'operaio è una vittima, e forse la più perseguitata del regime borghese. Comuni nella sventura, quella vien lasciata allo ai-bitrio del suo persecutore senza scrupoli, senza convenienze, senza piet:ì. di sorta e non trova alcuna protezione, niuna garanzia, perchè congiuranti contro di essa le tradizioni, le leggi, la Chiesa. Il problema di parificare giuridicamente la donna all'uomo, renderla economicamente libera e da lui indipendente, e per quanto è possibile a lui uguale nella educazione intellettuale, di equilibrare in essa la som_ma dei diritti e dei doveri, degli obblighi e dt1lle pretensioni: ecco una delle più sante rivendicazioni del nuovo vangelo socialista. Se si rifiette poi che la metà della popolazione è costituita dal sesso femminino, che da esso dipende in gran parte l'avvenire dell'umanità e che vi riponiamo i nostsi più intimi affetti, si giudicherà che non è opera vana, non mostra di mal larvato interessamento, non amore di retoriche disquisizioni ci di vane accademie, ma pensiero umano, ma sfogo spontaneo e sentito, ma necessità pressante, ma convinzione sincera che induce e forza la mente e più il cuore ad esprimere una parola di difesa ad innalzare un grido di protesta, a reclamare anche per esso un po' di giustizia. Nel Congresso femminile tenuto nello scorso autunno a Berlino la signora Augusta Fickert così à conchiuso: « Come la lotta delle classi oppresse non è cagionata soltanto dal desiderio di materiali godimenti, ma altresì da una aspirazione ideale a una forma di vita più elevata, così il movimento femminista à un significato assai più alto che non sia la lotta per i diritti e per il potere. Nel periodo della precedente civiltà l'ordine sociale fu dapprincipio mantenuto dal potere del più forte, dal punto di vista fisico; sul più debole, poi dalla autorità dell'intelligenza sviluppata sopra un solo punto: l'astuzia,, la furberia, la prudenza. Il fal'e scomparire queste forze brutali è compito della civiltà. Solo la fusione della intelligenza con la morale può offrire una base sicura per stabilire un nuovo ordine sociale e a questo scopo è necessario che anche le facoltà intellettuali della donna siano liberate da qualsiasi oppressione. Fino ad ora la donna à dovuto mentire e fingere per poter raggi ungere i suoi fini come per assicurare la propria c0nservazione, il movimento femminista tende a sollevarla da questo avvilimento ». Così in uno degli ultimi numeri ~ella Revue Encyclopédique Larousse. {I) L'Ascrive dalla Sicilia. (n. d· r.). Il diritto materno che sentì i pri~i vagiti della umanità nei tempi p1·eistorici significò comunismo, il diritto poscia impostosi valse origine e predominio della proprietà privata e ad ·un tempo oppressione della donna la quale fu il primo essere che cadde in schiavitù, anzi fu schiava pria che la ferocia umana lo schiavo creasse. D'allora, cioè dal momento che cominciò a valere la discendenza Jal padre l'uomo impose alla donna una rigorosa astinenza, la confinò nelle pal'eti domestiche distraendola dalla v,ta civile e politica dello stato, le comandò di ubbidil'lo ciec,tmente, e l' etére nella Grecia che .fccellevano per ingegno e per bellezza, ribellandosi, erano quelle che preferì vano la vita Lbera e il libero amore alla schiavitù del matrimonio. Il Cristianesimo, rn to in un tempo che non riconosceva alcun diritto alla donna, concorse a quella triste opera di demolizione predicandone il dispreizo colle sue inumane dottrine sull'astinenza e sulla mortificazione della. carne. La donna pur nondimeno come tutti i miseri sperando nella sua redenzione lo abbracciò con fervore e coricorse a determinarne il trionfo. Le idee e le dottrine espresse dai famosi padri e filosofi della chiesa sul riguardo si rassomigliano confermando il soprav vento dell'uomo, combattendo il matrimonio colla esaltazione del celibato e si giunse a tale aberrazione che si dubitò un tempo della esistenza dell'anima .... nella donna: della quale questione trattò con spudorata serietà il Conc:lio di Macon nel VI secolo. Attravesso i tempi si perpetual'ono quei concetti sulla condizione della donna, si proclamò legittima la sua soggezione all'uomo che doveva esserle guida, signore, padrone, e dopo averne fatta la generatrice di eredi e uno strumento di piaceri, oggi per le mu. tate condizioni sociali la speculazione borghese l' à ridotta anche una forza lavoratrice ed apprezzabile. Infatti l'ammissione della donna in tutte le occupazioni industriali oggidì è in vigore dappertutto. La società borghese che dà la caccia al profitto col guadagno à riconosciuto da gran tempo quale eccellente oggetto da sfruttare sieno le operaie, le quali si contentano più facilmente degli uomini senza averne le pretese; la diffusione e il miglioramento della meccanica, la semplificazione dei processi di lavoro dipendente da una sempre maggiore divisione dello stesso, la crescente concorrenza che si fanno i capitalisti nei paesi industriali favoriscono questo crescente impiego del lavoro femminile. Onde è che mentre alla donna la natura à attribuito la più nobile missione e il pitì duro sacrificio: quello della maternità, e la società le à imposto quasi tutti gli obblighi e i doveri, spesso superiori e non confacE1nti alla di lei natura, non le si accorda in corrispettivo neanche la terza parte di quei diritti, di quelle facoltà di cui gode l'uomo nella funzione civile, eco - nomica, politica della vita sociale. La donna da nubile rimane sempre sotto il mundio paterno, e le stupide convenienze, le false superstizioni, i pregiudizii la condannano ad una vita di martirio, di sofferenze, di privazioni contro natura, racchiusa fra le mura del gineceo, lontana dal mondo, dalla lotta, senza soddisfazione dei sensi, in una continua im- .,--"

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