Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 14 - 30 gennaio 1897

RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.Li 269 i desideri dei Consigli comunali troppo spesso sono respinti. Imperocchè non è da negare che la presente lotta fra la pastorizia e l'imboschimento, nella sua forma concreta non è altro che un antagonismo di interessi: da una parte stanno i proprietari, che vogliono difendere dalle alluvioni i loro fertili poderi sulle colline e nei piani e partecipare nell'avvenire, sotto forma di diminuzione d'imposta, ai vantaggi che il comune ricaverà dal capitale accumulato nel bosco (partecipazione che è inversamente proporzionale ai bisogni delle singole famiglie) e dall'altra i contadini, pei quali l'uso dei beni comunali è assolutamente indispensabile, essendo la loro piccola proprietà insufficiente ad alimentare quei capi di bestiame, senza dei quali si trovano di fronte il dilemma, o il Brasile o la fame più dul'a. E' la medesima lo1ta fra il produttore della montagna e quello del piano si agita vivamente anche nelle regioni più agricole di Francia. Il signore_ vuol mettere a risparmio, perchè ha più del bisognevole; il contadino vuol consumare anno per anno, perché prima. di mettere a risparmio, s' ha a vivere. Cieco chi non vede che la l'Ustica agiatezza in Va.ltellina è sparita e che la miseria nella classe agricola da pochi anni è andata crescendo spaventevolmente; le famiglie rurali che fanno fronte normalmente ai loro impegni in alcuni comuni non sono più la regola, ma l'eccezione; e quelle che vi fanno fronte, per lo più usano denaro, che è frutto dell'emigrazione. Se v'ha angolo d'Italia per cui la calunnia del dolce far nierite sia una vera assurdità, è la Valtellina. Eppure le miserie dei contadini valtellinesi sono di poco inferiori, se pure non pareggiano quelle dei Siciliani e dei Sardi, i quali tanto gridarono che almeno si voi so lo sguardo d'Italia a loro. Nutriti ogni giorno dell'anno con un pane ferrigno e una 1,'0lenta, che le bestie dei signori rifiuterebbero; ammazzati dalle fatiche; sbattuti da. un usuraio all'alt1 o ; dissanguati dalle tasse; ma appiccicati come ostriche allo scoglio, all'antica casupola e a poche pertiche -di magro terreno, che dà loro l'illusione di una indipendenza economica e un certo sentimento di dignità personali', sempre coll'ansia nel cuore che anche di quel poco vengano da un giorno all'altro forzatamente spogliati, piccoli e minimi proprietari , principalmente quelli che hanno la bella fortuna di abitare intorno ai centri, diremo così, di maggiore civiltà e commercio, dove lo Hfruttamento del paisan è un'industria perfezionata e sistemata, p11ssa:10una vita ben misera, ben più misera degli operaj salariati di città. Questi, se la disoccupazione non li colpisce, guadagnano da vivere più o meno umanamente; i contadini hanno sempre hworo e sono Sbmpre malnutriti. E non vedono l'alba di giorno miglior", percl1i>, qud.ntunque la nostra provincia fl'areggi nobilmente con quella di Torino pel pri1uato dell' i&truz,one elementarc1 e lasci dietro a sè, assai da lungi, C\gnialtra provincia prevalentemente rurale d'Italia, i c-ontadini valtellinesi, vivendo spar~i su un fSt ..sissimo territ,,rio, con mezzi di comunicazione difficilissimi, souo tenacemente individualisLi e inteudono assai scarsamente i vantaggi dell'a;sociaziono cooperativa di produzioni', di consumo, di dit't!Sa contro le diFg•azie naturali e quelle artificiali (I). Se io sia nd vero. parlino i medici valtellinesi, che le coudizioni della r}11,ssedei contadini conoscono de visu ; parlino le tabelle delle malattie, su cui da po- (I) Per il lettore della Tlicista che eventualmente non lo sapesse, la Valtellina é form•ta dalle due valli piincipali dell'Adda (lunga 130 Cm.) e del ~-!era (Cm. 40) con una superficie di 40; Cm. q., chiusa fra le Alpi, le P,·ealpi o il lago di Como, con una popolazione, sparsa in 78 comuni, di 134,624 ab, di cui O o,o composta di contadir.i 1>iù o meno piccoli possidenti. Il possidente <lh·enuto p o~etario (e aon molti i11questi anni) di solito emigra. chi anni ha fatto dolorosa comparsa l' infame morbo della denutrizione, la pelagra ; parlino i risultati delle operazioni di leva.; i fogli della Prefettura coi numerosi avvisi di vendite co!l.tte d' immobili per poche lire, per pochi centesimi d' imposta ; i processi per piccoli furti raddoppiati in questo ultimo anno; parli infine la statistica ufficiale dell' emigrazione, la quale ci avverte che, mentre la Lombardia. presenta un aumento minore delle altre regioni d'Italia dt ci1•ca un sesto, la. Valtellina in un solo semestre offre un maggiore aumento di quasi il triplo delle altre province lombn.rcie e di più della metà di tutto il regno; infatti nella provincia di SoDdrio nel primo semestre 1895 furono 343 gli emigranti, nel primo semestre 1896 salirono a 657 quasi il doppio l La Valtellina insomma va diventando la SarJegua della Lombardia. E' questo un fenomeno sociale gravissimo, il cui studio dovrebbe interessare forse più i ricchi che i poveri; perchè, se mancano le braccia pel lavoro, se le braccia, per la minuita energia, meno producono, le conseguenze ricadono anche sui primi. E già qualche se1?no intorno si vide ,, si vede. Naturalmente il p1uperismo crescente ha cause complesse e varie ; ma connesse fra loro. Esso ci deve insegnare che nelle presenti circostanze è convenienza sociale e politica il non modificare la vita economica del povero : una multa, che è pag ..ta col ricorso al prestito o colla vendita. di una vacca, basta a dissestare, forse irreparabilmente, il bilancio di una famiglia E poichè giudici naturali e soli competenti dei bisogni dei contadini sono i contadini stessi, io proposi che il Comitato forestale venisse eletto direttamente dagli elettori amministrativi; e l' obbiezione di Lei che di elezioni se ne fanno già tante in Italia, non mi pare seria. Nella quisLione forestale si trovano a conflitto due ordini d' iuteressi g1·avissimi molto somiglianti a quelli ohe si sviluppano tra industriali e operai. Se queste vertenze sonc risolte d11,iprobiviri, cioè da giudici eletti direttamente dall'una e dall' altra classe, non é egli equo che le stesse garanzie siano concesse ai lavoratori del suolo? 11Ministro Guicciardini concesse a me alla Camera. che costoro sono insufficientemente rappresentati nei Comitati forestali e che i relati vi provvedimenti sarebbero stati discussi in occasione della l'iforma della. leg1?e forestale (Attt del parlamento, , ol. V, pa.g. 60tlU anno 1896). Ora il disegno di legge da lui testé presentato 111laCamera 1>limina anche quell'unico rappresentante genuino dei pastori, affidando il Comitato forestale quasi inter.i.mente ai Consigli provinciali, che in ltalia sono padl'oneggiati dai maggiori proprietari di terre, i quali sono persone stimate e s1imahili, ma i-aturalruente pensano prima a sè e ai loro e voi ai contadini. E' u11crt'ot·e il credere che noi s'amo padroui di tutti i nostri ~tudizi: in alcuni casi noi siamo t,u,to padroni di essi, come del colore dei nostri capelli. Yi è in ciascuno cli noi un egoismo di classP, che non è alLro che un sentimento di solidarietà e di difesa, come v1 è uu egoismo individuale e uno famigliare. <'i'onsempre l'alto senso della giustizia umana. riesce sop1·a di esso vittorioso; interessi personali e domes1ic,i, pregiudizi, consuetudini, abitudini menta li originarie e acquisite, tutta l'atmosfera intellettuald, in cui respiriamo, determinano necessariamente il risultato del noòtro giudizio. Nel caso nostro un f'atto1•eimportante del giudiz'o è qnello estetico; nel bos~o le persone colte, anche le meno sensibili, trovano un gr.inde motivo di compiacenz:.1; quello svilupparsi innanzi ai nostri occhi di tanta fecondità di natura rallegra l'animo. llsentimento artistico della natura, che nel bosco ha la sua più chiara. e sincera manifestazione, è più intenso quanto più andiamo verso il settentl'ione d' Europa. La lettera.- tura dei va.ri popoli lo attesta. Ma il contadino, che

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