Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 14 - 30 gennaio 1897

266 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI sieme dal sistema sociale. L'insegnamento integrale e Universale esige la vita integrale e sociale; il pane e la distrazione ne sono le condizioni primarie; essi soli possono assicurare ali' insieme della società l'equilibrio di uno sviluppo normale, ad un tempo intellettuale estetico e morale. Nelle condizioni attuali l' insegnamento esclusivo dello Stato sarebbe un pericolo ; la libertà dell'insegnamento dev' essere intesa e favorita dal riconoscimento dei sindacati scientifici, morali e professionali ; è probabile che nell'avvenire questi saranno i migliori organizzatori e diverranno i veri sostegni dell' insegnamento. Gli esami attuali sono una forma attenuata delle prove, delle iniziazioni e delle torture antiche ; essi sono condannati dalla fisiologia, dalla psicologia e dalla pedagogia, che ne consegue (1). Il contatto e la stima reciproca dei professori e degl: studenti devono essere continui ; le Università non devono staccare diplomi ; ma niente deve impedire alle forme sociali collettive, rappresentate oggi troppo esclusivamente dallo Stato e che lo saranno nell'avvenire dai sindacati professionali, di esigere da quelli che vogliono offrire i loro servizi a questa C•)llettiYità cli subordinare la loro commissione ad esami professionali o di Stato nel senso più largo cli quest' ultima parola. • Chi conosce le condizioni cieli' insegnamento superiore in Halia di primo acchito penserà che i mali del Belgio non sono diversi dai nostri, a giudicarne dal discorso dell' lllustre rettore della Nuova Università ; tutto al pitt ammetterà che i nostri sono più intensi. Troveremo conforto nel motto : Male comune mezzo ~audio ? Pur troppo anche questo conforto magro ci deve mancare perchè nel Belgio segnalata la malattia si corre pronti al rimedio; ivi c' è tanta energia e vitalità intellettuale ed economica che potè sorgere in un baleno la nuorn Università. Si è verificato ciò tra noi ? Sarebbe possibile tra noi - dato che il governo non la chiudesse come un semenzaio di sobillatori - una Università veramente libera e consacrata agli Alti Studi come quella cli Bruxelles? Mancherebbero gli Studenti ; mancherebbero i generosi - come il senatore Solvay nel Belgio - che largamente cuntribuissero per mantenerla; e (I) Guyau scriveva sugli esami: ti: Ciascuno di noi conosce il sen• timcnto di benessere intcllet'uale che segue ai giorni di esame e noi quali si sente il cen·ello scaricarsi di tutto ci6, che ,·i si è gettato in fretta, riprendere ii suo equ:librio, obbliare. Il diplorna non è spesso in fatti che il privilegio cli tornare ignorante; e questa ignoranza salut..trc, che ritnrna p~r grndi dopo questo giorno di prO\'tl è tanto pili profondo fJuanto più tcn~ionc di spirito l:a spicé!"atolu !-ìtutlcntc pe1· riunii e in detto giorno tutto il suo sapere n cau~a dcJl'csaurimenlo t1ervoso, clic ne 1·isulta. » forse mancherebbero gl' insegnanti, che si consaet·assero al culto esclusivo della scienza. E se qualcuno ce n' è deve trarsi indietro nauseato e scoraggiato dalla pedanteria delle facoltà giuridiche, che non hanno voluto consentire il diritto di cittadinanza nelle Università noske alla Sociologia. C'è da meravigliarsi, perciò, se gli studenti non vogliono saperne di economia politica, di scienza delle finanze e di altre materie affini, che gli operai vanno a studiare nelle University extension d' Inghilterra? In Italia non ci resta che constatare malinconicamente la decadenza o la stazionarietà e sperare giorni migliori per gli studi in un avvenire non lontano, non potendo rallegearci del presente. U:,r LIBERO DOCENTE, Lalottafralapastorizia e l' mboschiment in Valt,ellina. (Risposta aperta al Cav. C. Fanchiotti) rei giugno ultimo, discutendosi alla Camera dei Deputati il bilancio d'Agricoltura, d'accordo coi colleghi Imbriani, Cavallotti, Rampoldi, Marinelli e altri di vario sapore politico, presentai un ordine del giorno invitante il Governo a tene1·e in equo conto gl' intei·essi della pastorizia e quelli dell'imboschimeato, riferendomi nello svolgerlo in modo speciale alla Valtellina. Quivi, se la legge forestale 20 giugno 1877, che ò legge di conservazione dei boschi esistenti, non dispiacque, salvo qualche località dove ossa fu applicata senza precisione (in Toscana si arrivò a vincolare gli orti adiacenti alle case e persino un camposanto); la legge 4 luglio 1874, modificata con altra 11 aprile 1886, obbligante i Comuni ad imboschire o ad alienare i beni incolti di loro proprietà (e proprietà comunale è quasi tutta la parte superiore alla zona coltivata), suscitò e suscita un malcontento vivissimo, perchè danneBgia la pastorizia. Pare alla popolazione che l'articolo 2 della legge 11 aprile 1886, il quale riserva alla pastorizia « i terreni di montagna, quando siano mantenuti saldi, o non presentino pericolo di scoscendimento frane o valanghe e quando il loro rimboschimento non sia necessario per regolare il corrn delle acque », non sia stato sufficientemente rispettato da una diecina d'anni in qua. Io reputai mio dovere portare alla Camera l'eco di que$ti lamenti, mostrarne la ragionevolezza e spingere il Governo a provvedimenti equi. E S. Ecc. il Ministro dell'Agricolt 11ra, il quale, caso ben raro in Italia, è persona che di agricoltura s'intende, nel rispondermi riconobbe l' antagonismo naturale fra il rimboschimento e il pascolo, e chiuso: « Concordo coll'on. Credaro che, per quanto è pos- « sibilo, e fino al massimo punto possibile, gl' inte- « ressi della pastorizia non siano sacrificati a quelli «forestali» (l). · Su queste dichiarazioni e sulla promessa di dare ordino agli ufficiali forestali di consentire tutte le agevolezze possibili alla pastorizia, ritirai l'ordine del giorno. Ora Ella, egregio sig. lspetlore, con la competenza che le viene dalla scienza e dalla lunga pratica acquistata inValtellina e alfrove, o con una cortesia, della qtrale lo dico: grazio I assunse di dimostrare << che in ra• « gione che crebbero i boschi a det1·imonto delle zone (I) Atti parlamentari, 18% voi 5, pag. 6066e s.

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