Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 14 - 30 gennaio 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 265 con quale tolleranza e larghezza di vedute apprezza la più vasta interna'l.ionalità a base spirituale del cattolicismo, che seguì alla internazionalita di Roma pagana, che crollò per la legge generale, che condanoa]alla perdita <lollacapacità mentale e della direzione morale della società tutte le classi privilegiate, che si esauriscono coll'esercizio del potere e coll'ozio professionale. È utile questa scorsa nel passato, dalla reazione liberatrice contro l'insegnamento teologico e contro la disciplina di ferro delle scuole, iniziata nel 1425 da Vittorino da Feltra, ai nostri giorni, perchè c' insegna come sono vecchie certe aspirazioni e certe credenze che sono ritenute come pericolose e radicali innovazioni dei turbolenti contemporanei di questa fine di secolo. Così con Comenius si sente parlare della necessità dell' istruzione per tutte le classi sociali perchè : i ricchi senza istruzione non sono che dei porci ingrassati ; e i poveri ai quali manca la conoscenza delle coee non sono che degli asini sovraccarichi di fardelli. E Comenius in una a Tommaso Moro vuol fissata ad otto ore la giornata di lavoro lasciandone altre otto ai divertimenti ed otto al sonno. Dumarsais nel secolo scorso vuole che i fanciulli si istruiscano, si educhino e si nutrano ad un tempo. E dopo un secolo la refezione scolastica comincia ad essere discussa in Italia! La Chalotais inrnca un'educazione basata sull'eguaglianza naturale, perchè l'educazione generale è correlativa alla stessa costituzione dello Stato. Condorcet desidera che si dia uguale istruzione agli uomini e alle donne perchè la concorrenza intellettuale tra i due sessi riuscirà giovevole alla società ; e Fourcroy giudica cho i professori perpetui eternizzatisi nelle cattedre devono divenire monotoni e fastidiosi. Meno male che il Fourcroy non può più scandalizzare certe mummie, che sono il ludibrio delle scolaresche universitarie italiane! * * * Il De Greef che ha stabilito essere l'organizzazione dell'insegnamento sempre in correlazione coli' insieme della struttura della società, deplora che nel Belgio l'insegnamento superiore sia sempre pit't riservato alla classe detta dirigente e che vi divenga ognora più professionale ed utilitario. A maggior ragione il lamento si deve applicare alle Università italiane divenute fucine a getto continuo di diplomi per futuri professionisti, che si contendono come cani affamati i clienti. La Nuova Università di Bruxelles rappresenta una benefica reazione contro l'imperante professionismo utilitario. Essa dev'essere una scuola superiore « che collo studio profondo della vita individuale e sociale deve divenire il semenzajo dei professori dell' insegnamento primario e medio; la psicofisiologia da un!lato. la morale e la sociologia dall'altro devono dare alle lezioni quell'alto carattere sociale, quel rispetto della dignità individuale e dell' indipendenza scientifica troppo spesso assenti da un insegnamento confinato nella semplice trasmissione del sapere ; bisogna che nelle nostre democrazie le giovani generazioni siano sempre più dominate da questa regola morale e sociale: che se la massima prima è quella di pensare ciò che si vuole, la seconda - la piu alta - è quella di voler sempre ciò che si pensa e di praticarlo. L'insegnamento nella democrazia dev'essere integrale e filosofico; deve abbracciare l'istruzione e l'educazione ed avere per obbietto speciale la formazione della volontà e del carattere. Con ciò si giova alle future generazioni. Colla cultura delle generazioni presenti, diceva Condorcet, si preparano le generazioni future ; queste nascono con una facilità più grande a ricevere l'istruzione e con più attitudine a profittarne... Si possono scoprire nelle nostre opinioni, nelle nostre abitudine gli avanzi di venti popoli obbliati. Una educazione completa, continua il De Greef, esige un lato professionale ed un lato teorico ; ogni educazione deve ricevere il suo coronamento morale, sociale, filosofico perchè ogni uomo deve formarsi un concetto sintetico e razionale del mondo, cioè una filosofia. É ciò che realizzava grossolanamente il catechismo; è ciò che deve realizzare la filosofia delle scienze nelle nostre civiltà, le cui credenze non possono essere che positive. Questa conquista del nostro ideale è necessaria per assicurare i progri:issi futuri dell'umanità. li progresso si opera colla selezione continua di tutte le variazioni vantaggiose all' individuo e alla specie, colla loro fissazione e colla loro trasmissione per mezzo dell'eredità e dell'educazione; e questa selezione dev'essere organizzata socialmente in un modo metodico. Non la si fa per il miglioramento delle specie vegetali ed animali ? Bisogna, dunque, con una selezione intelligente e continua favorire la produzione di tutte le capacità professionali e scientifiche. Il vizio radicale del!' insegnamento in generale e delle nostre Università in particolare sta in questo : tutte le scienze sociali non vi sono insegnate a tutti e non vi sono completate da un insegnamento sociologico generale; perciò l'educazione di tutti non Yi è filosofica. La sociologia e la filosofia sono la sintesi coordinata di tutti gli studi ; mancando questa coordinazione non si hanno, che specialisti di ordine inferiore. In conclusione e quale esposizione del programma e dell' indirizzo della Nuova Unive1·sitci si deve 1·itonere che il sistema scolastico è legato ali' in-

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