RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 279 Ancora una volta il governo mostra un' ignoranza fenomenale delle condizioni della colonia, quando non si voglia supporre che il ministero pensasse di corbellare puerilmente il paese. Dall'avanzata dei Dervisci, i guerrafondai ripigliano l'animo bellico ..... e la speranza di buoni affari. A' 17 l'Agenzia Stefani comunica che i nemici sono a due ore da Agordat, e che il gove1natore della colonia, il generale Viganò, richiama la milizia mobile nel Scraé e ncll' Hamasen, ment1·e continua il concentramento ad Agordat. Il giorno 22 il nostro concentramento è ultimato: i nostri soldati sono a contatto dei nemici; il generale Viganò è ad Agordat e Baldissera ....., che à già avuto notizia a Suez della mossa dei Dervisci, - sbarca a Brindisi. · Le forze dei Dervisci si calcola ammontino a 11000 uomini, oltre un ,migliaio di cavalieri. I nostri sotto il comando del Viganò sono 5000, bene armati e protetti dal forte. Le ultime notizie del 25 dicono che i Dervisci ànno ritirato le loro avanguardie dalle vicinanze di Agor· dat, e che non sembra siano disposti ad attaccarla . .. Il giorno 23 il generale Baldissera giunge a Roma col diretto Brindisi-Napoli, e nessuno era alla stazione a riceverlo. Alla sera fu ricevuto dal re, e poi conferì col presidente del Consiglio. Alcuni giornali annunciano che tanto il Rudinì quanto il ministro della guerra avrebbero parlato al Baldissera con molta séverità di linguaggio, e che la licenza di quattro mesi accordata al generale suona punizione. .. L'avvenimento maggiore della quindicina è intorno allo scioglimento della Camera. Alla mattina del 18 gennaio, si riunì un plenario Consiglio de' ministri per esaminar<'l la situazione parlamentare e per decidere sulla riconvocazione della Camera. Tra i Ministri, i più erano favorevoli alla convocazione de' comizi, e qualcuno contrario. L'on. Visconti Venosta vista la non unanime opininone dei ministri propose che si lasciasse arbitro il presidente del Consiglio di proporre al re il partito più opportuno. Alla sera !on. DiRudinì si recò al Quirinale, e il giorno dopo si riunì nuovamente il Consiglio dei Ministri. Lo scioglimento della Camera venne deliberato. Il 21 gennaio il decreto di proroga della sessione parlamentare è firmato, e il 22 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Così è morta la XIX legislatura ; la Camera dei deploi·oti e degli ascari sorta dal suffragio più ristretto dal!' on. Crispi. Il decreto di scioglimento verrà, a quanto pare, non più tardi della prima quindicina di marzo. Al ministero dell'interno il lavoro di preparazione elettorale è già cominciato. Quale Camera avremo nella XX legislatura? Speriamo che tutte le forze democratiche si uniscano a difesa delle libertà, sempre più calpestate, sempl'e di più minacciate. (b. s.) SPERIMENTALISMO SOCIALE. Rapporti commerciali franco-italiani. Lo sperimentalismo sociale che presentiamo ai Jetlori della Rivista in questo numero non rassomiglia ai precedenti, per i lettori che guardano alle superficie; ma i dati veramente sperimentali, che esso contiene sono di g1·andissima importanza per gl'itaJiani; sono tali che potrebbero essere messi a profitto dai gove1•nanti e dovrebbero attil'are l'attenzione degli elettori quando, prossimamente - se i Dervisci lo consentiranno - saranno chiamati dinanzi alle urne per iscegliere i loro deputati. Oggi vogliamo metter-e sotto gli occhi ai lettori le conseguenze disastrose per la economia nazionale della lotta doganale che follemente i nostri governanti vollero intreprendere contro la Francia nell887· e lo faremo riportando le cifre e le considerazioni: che si leggono nella Relazione del signor Edoardo Giretti, di cui è fatta ·menzione nell'articolo Italia e Francia del direttore della Rivista. Attingiamo cifre e considerazioni a detta Relazione fra le tante pubblicazioni che conosciamo sull'argomento perchè essa è emanazione di un importante gruppo di associazioni economiche del Piemonte; e come tale non può essere sospettata di passioni o di pregiudizi politici, di simpatie verso la Francia perchè repubblicana. La prefei•iamo inoltre perchè è la più temperata e si contenta di tenersi al disotto del vero anziché oltrepassar lo. l fatti eloquenti, dicono, adunque che l'es;:iortazione dell'Italia in Francia e della Francia in Italia sotto il regime dell'antico trattato di commercio negli ultimi due anni, che precedettero la denunzia, fu la seguente: dell'~!fi~ri~z~~:ncia Eoportaztone della Francia in Italia Anno 1886 milioni 445,7 310,8 » 1887 » 404,8 326,0 Dopo la denuncia si arriva a questi risultati: Anno 1894 milioni 143,11 130,9 » 1895 » 136,3 161,9 Come si vede la perdita la subirono ad un tempo la Francia e l'Italia. Si deve aggiungere - e questo à dimenticato di dire l'egregio Giretti - che la perdita relativamente fu più sensibile per l'Italia perchè gli scambi colla Francia rappresentavano una percentuale maggiore di quella delle importazioni tra noi; pe1•chè il nostro grande mercato era la Francia; mentre la Francia aveva altri grandi mercati tanto o più importanti del nostro. . Giova, nel rispetto degli interessi regionali e delle varie classi, conoscere quali furono i prodotti italiani che si risentirono della lotta doganale. L'esame ci dice che si esportarono dall'Italia in Francia nel 1886 nel 1895 Vino in botti Ett. 1,849,580 Ett. 34,710 Olio di olivo Quint. 197,279 Quint. 76,906 Tartaro o feccia di vino » 16,817 » 4,232 Seta greggia » 28,178 » 8,252 Tessuti di seta Chilog. 47.504 Chilog. 6,432 Marmo lavorato Quint. 45,4ti3 Quint. 9,971 Agrumi · » 26,485 :» 13,831 Animali bovini Num. 42,026 » 3,240 ecc. ecc. 11 Giretti ripo1·ta i dati sulle perdite delle merci francesi; noi li tralasciamo e riportiamo questo istruttivo specchietto dalle statistiche francesi sulle grandi categorie dei prodotti: Esporta.1:ionefrancese in Italia Oggetti di alimentazione Materie necessarie all'industria Oggetti fabbricati 1886 mil. 16,7 » 92,6 » 83,2 Esportazione italiana in Francia 1894 9,9 53,5 34,7 1886 1894 Oggetti di alimentazione mii. 164,7 30,5 Materie necessarie all'industria » 175,7 78,1 Oggetti fabbricati » 18,9 !H,O Ci vuole dell'altro per dimostrare che '.le perJite dell'Italia furono essenzialmente nelle derrate alimentari e nei prodotti greggi del suolo? Infatti le maggio1•i perdite furono dell'agricoltura, specialmente nelle regioni del mezzogiorno, che d'improvviso passarono dalla prosperità alla miseria: miseria illustrata dall'aumento enorme e rapido dei delitti e
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