Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 14 - 30 gennaio 1897

RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 277 tamente in Andrea Chénier la commedia musicale dall' azione lirica: ed in ciò seguo la trattazione usata verso Bohème, nel n. 34, anno 37 della Gazzetta di Torino. La commedia corrisponde alle scene d' ambi ente in cui la musica corre lesta attraverso alla tela dell'azione librettistica, cercando apportarvi nuovo stimolo e nuova luce. La seconda parte invece riguarda le vere situazioni liriche, cioé quei punti in cui i personaggi, profondamente scossi da un affetto, immobilizzano un momento passionale dell'azione per dare sfogo ai propri sentimenti; ed è allora che l'onda lirica prorompe in tutta la sua magica potenza, la musica si fa padrona assoluta del campo, e l'ispirazione del compositore apparisce nella sua vera e genuina spontaneità. Esaminiamo partitamente, in Andrea Chénier, l'uno e l' alt1•0 punto accennato. La commedia musicale, nell'atto primo, domina tutto il bavardage istrumentale con cui s'apre l'opel'a e ciò che dell' atto stesso l'imane, escluso il soliloquio di Gérard nella prima scena, l' entrata di Maddalena, il 314 delle pastorelle, il bel racconto di Chénier, e l'apparizione dei pezzenti seguita dallo squarcio di Gùard - i quali brani ricadono nella pura lirica musièale. Questa, alla sua volta, impera quasi assoluta nel rimanente dello spartito: e le poche eccezioni sono rappresentate nel quadro II dall'entrata delle 11feravigliose, e dal chiasso delle genti sull'arrivo di Robespierre, nel III poi, essenzialmente, dall' appello dei condannati e dalle confidenze dell'Incredibile. Riguardo alla commedia musicale, il M. Giordano merita lode per la sveltezza del procedere, poiché l' azione con lui corre veloce, il gioco orchestrale guizza spedito senza attardarsi nello svolgimento intempestivo di sapienti episodi, il disegno musicale precipita verso l'oasi del vero momento lirico. Senonché tali pregi hanno talol'a un triste compenso nella mancanza di originalità de' disegni trascelti, nel poco in - teresse nascente da questa. deficienza, e, ciò che apparisce più grave, nel debole nesso che talora li unisce alla commedia. Così, per citare un esempio, la commedia musicale ha sviluppo lungo ed interessante nel quadro terzo, là dove l' Incredibile spiega a Gérard la trama ordita per ritrovar 1ìfaddalena ( « Donnina innamora/a che d'aspettar s'annoia " ecc.). Orbene, per quanto si voglia pettegolo e scettico un uomo di quello stampo, mezzo cagnotto e mezzo spia, io non credo assolutamente che il 314 leggero, da cui la commedia è sorretta, valga a suscitare in noi uno stato d' animo corrispondente all' impressione che nasce quando rivediamo nella storia la vita di questi bizzarri figli dell' epoca. Lo stesso, all' incirca, concluderei sulla proposta del dramma svolto nel giudizio; onde, rivolgendomi al Maestro Giordano, vorrei metterlo in guardia contro l'andazzo dell'ora presente che, vista la fortuna di alcuni racimolatol'i d' idee, tarpa spesso le ali ali' ispirazione e falsa il cammino. Con ciò passo alla vera situazione lirica in cui il dramma musicale troverà sempre un mecenato ricchissimo : e mi è caro il poter dichiarare che il Maestro Giordano, sente tale situazione, ne intuisce l'essenza, conosce i buoni modelli del genere e ad essi ti•atto tratto si ispira eon gusto ed intelletto d'artista. Così il racconto di Chénier nel quadro primo ( « Un dì all'azzurro spazio - guardai ») è un episodio lirico veramente felice; cosi il racconto di Maddalena a Gérard, nel quadro terzo ( « La mamma morta - m' hanno a la porta ») costituisce un brano assai interessante: e la melodia netta, pura, quadrata che sorge da quella melopèa, alle parole « E dice; Vivi ancora : io son la vita ! » è lo scoppio spontaneo e la logica conclusione di un bel momento passionale, e spesso ricorre, quale leit-motiv, nello spartito. Similmente dal lato melodico meriterebbe un cenno la proposta del duetto finale dell' opera, fra Chènier e Maddalena, in cui le sonorità mistiche e fragili di arpa strumentini ed archi bassi (prolungate dagli archi acuti sui tempi deboli di un 314), reggono e guidano ed intersecano un disegno tristemente accurato ed alTettuoso: nè vorrai dimenticata la felicissima parafrasi della marsigliese, all'entrata di Robespierre ( atto II). Tuttavia il sentire la situazione non equi vale ancora al renderla: e l'ispirarsi a buoni modelli non dovrebbe mai condurre il feticismo sino a r:produrli nelle loro linee essenziali. Inoltre questa forma divina della melodia, anima e vita dell' arte musicale moderna, esige spiccata l' impronta della personalità, esige sincerità e schiettezza. Sotto tale punto di vista ammiro le schiette volgarità di Cavalleria, non ammetto le titubanze talora eleganti del Giordano. E la mancanza di sincerità nell'esprimere le proprie idee, e il tentativo di ottenere l' effetto coll' imitare le trovate altrui, e la deficienza di personalità inquinano tutto lo spartito. Buono, come dissi, è il racconto di Chénier, ma troppo appariscente l' imitazione di \Vagner e d'altri: sana lq, chiusa melodica di Maddalena nel suo racconto, ma fiacco lo svolgimento della frase stessa, e povero T effetto : buona la protasi del duetto finale, ma eccessivo lo scoppio di sonorità nel suo sviluppo, gonfia. la trattazione, troppo noto il tema finale dell'opera, il quale, fra gli altri, ricorda il famoso disegno delle campane, nel1' Agape sacra del Parsifal .... Colpa massima è quella del libretto, fatto a base di reminiscenr.e. Così il Coro delle pastorelle sta al luogo del Madrigale in Manon: la pal'lata di Gérard al sofà ricorda quella di Colline alla zimarra, in Bohéme: l'episodio del lume acceso da Mathieu innanzi all'altare di Marat, ricorda in parte il lampionaio di Manon, in parte suggerisce agli strumentini il tema del pedone in Vally: l'appello dei condannati nel giudizio; ricorda l' appello delle cortigiane, in 11fanon..... · Tutto sommato ecco un libretto che dovrebbe essere di ricordi - ed invece appartiene a Sonzogno I * * * Dati questi caratteri, non è meraviglia se il pub· blico to1•inese, assai più intelligente di quanto alcuni non vogliano credere, sia stato poco favorevole all'opera del Giordano. Questi ha intuito spiccato della teatralità, conoscenza degli effetti orchestrali, possesso dei mezzi tecnici : e con tali doti si fa, pur di volere .... Una cosa sola è necessaria: volere nobilmente, sacrificare l'oggi al domani, fuggire il plauso effimero per il trionfo duraturo : poiché, a detta del Rosseau « Pour pouvoir, pour oser dire de grandes vérités, il ne faut pas dépendre de son succès ». LUIGI ALBERTO VILLANIS. SuCl oIIlillÌssario ci~lpeelraSicileisaullAeutonomie Regionali DISCORSO dell' on. Napoleone Cvlajanni alla Camera dei Dc;utati. Cent, 50. La Rivista Popolare di Politica Lettere e Scienze sociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagine in 4° grande.

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