Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 14 - 30 gennaio 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 271 dell'operaio si è cristallizzato nel profitto dello speculatore; si tratti di conservare quell'ordine publico, quel sistema sociale, che eternizza lo sfruttamento. È tempo infine eh 'essa apprenda che il vero strumento di questa anomalia strana, di questa invereconda ciurmeria per éui pochi possono, non solo imporsi a molti, ma farlo nel nome dell'eguaglianza e della libertà, è l'Esercito Stan.aiale, la terribile macchina perturbatoria di coscienze, nel cui veHtre la borghesia introduce, ogni anno, centomila figli del Lavoro, per estrarne centomila soldati, pronti a far fuoco contro i propri fratelli. ..,_ Ed è necessario anche che ciò apprenda l'Esercito stesso. Noi sappiamo che nella grande massa dei militari professionali, dell'ufficialità cioè e dei sottufficiali, una larga parte, sovratutto di giovani, è in buona fede. Ad essi sorride ancora l'illusione generosa dei liberali delle epoche prerivoluzionarie: come quelb essi non hanno approfondito il contenuto delle cose ed ,i loro sguardi, accesi d'entusiasmo,' si sono arrestati alle parvenze. Ignari della esistenza di cli,ssi sociali e di interessi antagonistici, essi non sanno che gloria nazionale, onore della bandiera, tutela dell'ordine sono frasche che ricoprono la merce avariata di un Co91itato d'affaristi, cui·anti solo dei loro personali interessi. Co_nun alto disinteresse, che è prova del loro altruismo male speso, essi sono pronti a dare la loro vita, non solo contro lo straniero minacciante le frontiere, ma anche in una qualunque campagna africana; e sono del tutto incons<'-i di essere le vittime tli una minuscola borghesia, brancicante alla ricerca di un nuovo campo di sfruttamento; e sono perfettamente con\linti di morire per la Patr:a, cioè per la felicità di tutti i trenta milioni di italiani. E quando essi sono spediti in Sicilia ed in Lunigiana, quando vi scambiano la sciabola del soldato per la toga del giudice illegale, la suggestione così fortemente li tiene pervasi, che essi ancora credono di essere i ministri di una Giustizia superiore e non gli emissar:i di una classe che non ha il dir;tto di intitolarsi il paese. In questi cuori generosi, in queste anime ardenti è necessario far vibi-are le fibre più riposte, parlando il nostrJ lingu~g 6 io di amore di devozione pel bene del ro·,ggior numero. Que~1i uomini che hanno dedicata la loro vita. al dovere ed al s..1crificio, non pvtr<Lnnorimanere sordi lllla voce sincera che erompe non solo dalle nostre coscienze, ma. sovra.tutto dal fondo delle cose e dei fatti. . * * Ma non è solo a questa parte eletta che noi dobLiamo rivelgerci. Alla massa s :ettica e cinica dei militari veramente pro:essionali noi dobbiamo parlare il linguaggio degli interessi. Noi dobbiamo mostrare lorc>, - alla stregua dei loro stipendi, delle loro ritenute, delle indennità sospese ed abo'lite, delle carriere int1·c1.lciate, delle pensioni meschine, delle guarnigioni pesanti, delle onorificenze ingiustamente elargite o negate - quanto male la Borghesia italiana, gretta e lesinatoria, compensi il faticoso servizio della sua difesa. Noi dobbiamo mostrar loro che, dopo tutto, essi hanno il diritto di essere - come già so'no - malcontenti di questo sistema di cose, in cui diventa impossibile mantenere il cosidetto decoro del grado con la retribuzione diminuita, sovratutto ora che, nel primo anno di promozione,· essa è gravata di una ritenuta del 25 010. . Dobbiamo dimostrare loro che, in verità è un ben meschino contratto quest11 eh' essi fanno con la Borghesia, offrendo la loro vita, la limitazione del proprio ~iritto d'amore in cambio di uno stato che li costringe a sovracaricarsi talmente di debiti da spingerli in Africa come all'unica operazione finanziaria che possa salvarli dalla rimozione. · Ma sovratutto noi dobbiamo dimostrare loro come tutto ciò sia fatale, come sia impossibile far dare indietro alla macchina, come - indipendentemente dalla nostra propaganda e dalla nostra volontà di classe, che, nel diventare cosciente, diventa a poco a poco anche maggioranza e arbitra della situazione-, come vi siano delle imprescindibili neces,;ità di bilanci, delle esigenze di conservazione della stessa classe borghese, che rendono inevitabile il malessere dell' esercito, degli ufficiali e specialmente dei sottufficiali, cui ormai ogni avvenire è chiuso. Ed allora noi potremo dire lò1•0: << Non vi pare che non valga la pena di conservare questa baracca che non vi conviene e che vi alloggia male? « Noi non vi chiediamo la rivolta, nè il pronunciamento: sono solamente i vostri voti che noi vogliamo ! Nelle sue ipocrite mistificazioni, impadronendosi di voi, la Borghesia volle - nell'intento inconfessato di assicurarsi anche elettoralmente il vostro braccio - fingere di rispettare i vostri diritti di cittadini. Ebbene valetevi di quelli, e, magari nel segreto del1' urna, portate al rinnovamento sociale, che sarà a benefizio di tutti e quindi anche vostro, il contributo della vosti-a volontà. » * * * I giornali e le riviste socialiste dovrebbero aprire una rubrica antimilitare con questo programma. In essa dovrebbero trovarò adito tutte le ingiustizie, le prepotenze, le terribilì conseguenze morali e materiali, le anestesie del militarismo. Dovrebbero esservi chiamati a raccolta non solo gli argomenti d, !Li. logica e dt1l buon sensc>, non solo le sottili disquisizioni della nostra intelligenza e della analisi profonda; ma sovra tutto i fatti, gli incidenti giornalieri. I suoi compilatori dovrebbero entrare nelle caserme, nei dormitori dei soldati, dovrebbero raccogli ere attorno ai ta,olini dei caffo l'anima schietta dd sentimento degli u/lìciali, esaminare i biL.inci, le leggi, le disposizioni militari. Dovn bbero procur..ird che, in questa rubrica, si venisse ammassando a poco a poco tutto il cumulo ddle lusin 6 atrici vesti, strappa te b1·ano

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