RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 243 Si sedarono i conflitti tra l'Austria e l'Ungheria, perchè leggi e costituzione nel 1867 tennero conto della realtà e - a parte il lato politico del problema - permisero che ciascuna delle due parti dell'Impero volgesse le proprie cure al rispettivo interesse ch'era prevalentemente industriale in Austria e agricolo in Ungheria. Le antipatie etniche e religiose tra l'Austria e la Boemia hanno il loro substi·atum economico e se non si verrà ad un accomodamento analogo a quello intervenuto tra l'Austria e l'Ungheria saranno possibili conflitti violenti. In Italia, giova ripeterlo, le differenze tra le regioni sono multiple e sono tali, che imporrebbero più che altrove una costituzione largamente federale; ma il patriottismo unitario, fanatico nella forma ed ora raramente sincero nel fondo, non consente che si possano fare proficue discussioni e . prendere opportuni provvedimenti sulla base della realtà. Chi la realtà invoca è scomunicato come nemico della patria; sicchè la politica seguita da trentasei anni in qua rappresenta la negazione delle condizioni reali e la violazione continua degli interessi economici regionali. Questi prevalsero talora; ma sempre senza essere esplicitamente confessati, prevalsero per vie tortuose, per intrighi, per reciproche concessioni, per disoneste transazioni a base di do ut des, quasi sempre a danno del!' interesse nazionale. L'assegnazione delle ferrovie non fu fatta con siffatti criteri ? Il dazio sui cereali non fu votato dai liguri a patto di veder votati i premi sulla marina mercantile? Intanto avviene questo: che i più furbi, coloro che meglio conoscono le condizioni vere delle regioni che .rappresentano, appartengono in generale alle regioni settentrionali d'Italia e lasciano che i meridionali si facciano i paladini dell'unità accentratrice; si associano alle loro sentimentali unitarie declamazioni fatte dai gregari o dai capi, da Crispi o da Di Rudinì anche con parole magniloquenti; ma tirano diritti per la loro strada e mentre a parole sollevano lo spettro del regionalismo quando una regione in un modo qualsiasi protesta contro uno stato di cose intollerabile, a fatti si rivelano i più convinti e fedeli regionalisti votando leggi e provvedimenti economici, non ispirati da altro criterio, che dalla soddisfazione degli interessi delle loro contrade. Così i Liguri subordinano tutto agli interessi marittimi e bancari e passano, da un giorno all'altro come tanti San Paoli sulla via di Damasco, dall'opposizione al ministerialismo. Saracco, estratto concentrato del piemontesismo - ch'ebbe la caratteristica Permanente - impone la sua storica ferrovia con relativa stazione, che costano molte decine di milioni. Altri si accalora prima per la linea \!ella Pontebba, poi pel Brennero, poi pel Gottardo, ora pel Sempione: il Ce nisio é già vecchio. Così pure Piemontesi, Lombardi, Veneti con le famose e non mai abbastanza deplorate tariffe generali doganali sacrificarono l'agricoltura del mezzogiorno agli interessi industriali del settentrione; e a chi c1·edesse che io esageri ricorderei le confessioni non sospette di Vittorio Ellena fatte prima nella Nuova Antologia e provocate da me e ripetute alla Camera nella discussione sui trattati di commercio coll'Austria-Ungheria e colla Germania. Il mezzogiorno si vede sempre trasc4rato e danneggiato nei suoi interessi economici, spesso col1' entusiastico assentimento dei suoi rappresentanti; tra i quali ricordo quale eccezione onorevole Giustino Fortunato, che molti bocconi amari inghiottì, pur di fare trionfare le ferrovie ofantine della sua benamata regione (1). Ci vollero i tumulti e le repressioni sanguinose del 1893-94 perchè l'attenzione del Parlamento e del Governo si volgesse con Herietà d'intenti alla Sicilia e fossero votati provvedimenti, che nella parte utile e d'indole generale non tarderanno ad essere estesi al resto d'Italia. Scrissi che 'i settentrionali regionisti, a fatti, a parole sono bigotti dell'unità accentratrice; ma mi corre l'obbligo di menzionare la grande maggioranza della deputazione lombarda, che va giustamente orgogliosa del suo Stato cli Milano, e che armonizzando i fatti colle parole non nasconde le sue simpatie per un decentramento, che in molti arriva sino al federalismo schietto. Questa sconfessione verbale della realtà ; questo trionfo subdolo dell'interesse regionale, - e perchè subdolo ottenuto quasi sempre a danno dell' interesse nazionale -; questa grande e continua e nefasta ipocrisia politica fanno sì che mentre alla Camera e nei giornali autorevoli venivano scomunicati solennemente il regionalismo e i regionalisti, nel paese invece cresceva il disprezzo contro i farisei della politica, diminuiva rapidamente il sentimento unitario e si bestemmiava la patria! * * * In Dicembre ultimo a Montecitorio si è rappresentato l'ultimo atto di una grande- commedia patriottico-unitaria, eh' è ad un tempo commedia nella quale fa da madre nobile la signora giustizia; quest'ultimo atto venne rappresentato dalla discussione e approvazione del disegno di legge che porta il seguente titolo: Modificazione alla legge i· Marzo 1886 pel riordinamento della imposta fondiaria. In sostanza la legge ultimamente votata (l) Su queste ferrovie ofantine e sui rispettivi contribuenti provinciali l'on Saracco disse in Senato che e: la provincia di Basilicata era ricca di uomini di Stato e di contribuenti arretrati». Ora in bocca di qualunque altro potevasi ammirare l' ironia contenuta in quella frase; ma non in bocca di Saracco le cui ferrovie ali' Italia costano assai di più che i contributi non pagati dalla Basilicata.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==