Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 13 - 15 gennaio 1897

r RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE ESCIENZE SOCIALI 259 RECENSIONI. GIOVANNI MARCHESINI: Elementi di morale secondo le opere degli scienziati moderni - con prefazione di R. Ardigò. Firenze. G. C. Sansoni, editore. 1897. L. 1,50. L'indole della rivista nostra non ci permette d'intrat. tenerci a lungo su questo primo volume degli Elementi di morale del Marchesini, che è degno di tener compa• gnia agli Elementi di psicologia e di logica di cui ci siamo occupati altra volta. La sua importanza si rileverà agevolmente dai semplici titoli dPi capitoli, che sono i seguenti: Il sentimento - Emozione - Emozioni logiche, estetiche, morali, religiose - Movimento riflesso, volontari<', automatico - L'eredità - L'istinto - La volontà - Il problema della libertà del volere - Ancora · della libertà del volere - La personalità - li carattere morale - L'educazione - La responsabilità. Giustamente l'illustre Prof. Ardigò osserva nella prefazione che questo libro è destinato ad essere letto anche da chi vive fuori della scuola e che gli studenti non lo getteranno via, come ccsa venuta in uggia, appena superati gli esami. L'A. non la pretende a dire come farina del proprio sar.co ciò che espone con savio accorgimento critico e cita gli autori che gli somministrano la materia - spessissimo l'Ardigò, il Sergi, il Colajanni; ma non le opere dalle quali sono tratti i brani riprodotti. Ed è male perchè il libro non è destinato ai soli studenti dei licei. Questi Elementi di morale sono inspirati al più schietto positivismo dell'Ardigò e del Sergi e non sono perciò bene accetti alla Minerva dove attualmente spira un vento di reazione e d'onda se sono esatte le nostre informazioni si muove un po' di guerra ai pregevoli libri didattici del Marchesini. Se ciò fosse vero sarebbe assai deplorevole. GIOVANNI LANZALONE: Non programmi, ma uomini. Milano 1896. Opuscolo succoso di un insegnante che conosce appieno i mali della propria classe e dell'insegnamento e che li espone in forma chiara e convincenté. Per l'A. - e questo si capisce dal titolo - non eccorrono riforme nei programmi per migliorare l'insegnamento e renderlo proficuo e sopratutto educativo; ma si deve fare una selezione degli insegnanti, rilevarne la condizione economica e morale ed un po' anche disciplinarli quasi militarmente. Conveniamo quasi sempre nella parte critica col Lanzalone; non così nei provvedi men li· che egli suggerisce e che sono da conservatore convinto e un poc.:ianche da reazionario. Troppa importanza egli attribuisce alla parte regolamentare e si vede che non ha l'intuito dei tempi nuovi, nè tutta l'esperienza del passato, contando sulla messa fatta sentjre in comune per conseguire la riforma morale dei giovani, nè possiamo consentire nelle proposte, che mirano a sopprimere l'alito della libertà nelle scuole. Crediamo invece, che anche senza toccare i programmi si potrebbe ottenere molto facendo si che gli insegnanti si dedicassero alla scuola come ad una missione altissima; ciò che si potrebbe conseguire col loro miglioramento economico e morale ed evitando ch'essi vengano reclutati tra gli spostati, che non hanno saputo provvedere altrimenti alla propria sussistenza. CIUSEPPE GIULIANI : L'idea religiosa attrave1·so la rivoluzione italiana. Trani. V. Vecchi Editore. 1897. L. 1. L' A. esalta la religione, cui attribuisce una grande influenza politico sociale ; e segue in ciò il De Laveleye, la cui idea ha trovato una illustrazione· elevatissima neil' opera del Kidd (L'evoluzione sociale). -Deplora vivamente che Gioberti e Mazzini non abbiano avuto continuatori e a tale mancanza attribuisce la sterilità della rivoluzione italiana. li Giuliani è cattolico, me non è un anti-italiano. Vor• rebbe che rifiorisse il sentim1>nto religioso, cui crede che debbono la loro grandezza gli Aoglo-Sassoni; ma nulla di preciso ci sa dire e proporre sul modo di risolvere la controversia tra il Papato e l'Italia. Certi giudizii e certi av• vicinamenti fanno sospettare eh' egli non abbia alcun concetto del movimento democratico sociale odierno o che lo conosca soltanto attraverso alle descrizioni che ne danno gli organi della polizia ; se così non fosse non si sarebbe arrischiato a segnare come elementi che hanno tra loro qualche affinità l'ottimo e mite Maffi col feroce Ca serio. NOTE BIB:C...IOOR.A.P'IOHE GIAMBATTISTA· GRASSI BERTAZZI: Vita italiana. Letti;e inedite di Lionardo Vigo e di alcuni illustri suoi contemporanei. Catania. N. Giannotta Editore 1896. L 2,50. li Vigo poco popolare nel continente lo é abbastanza nella sua isola natia, la Sicilia, ch'egli intensamente amava. In quale conto, però, fosse tenuto dai primi illustri letterati d' Italia ce lo rivela questo volume, elegantemente edito dal Giannotta, nel quale ci sono lettere - oltre che dei più eminenti scrittori politici della Sicilia - di Botta, di Niccolini, di Vieussieux, di Bonghi, di P. S. Mancini, di Tommaseo, di Gregorovius, di Regaldi, di Guerrazzi, di . Maffei, di Atto Vannucci, di G. Prati, di Vittorio Imbriani, ecc. L'epistolario così riesce a darci un'idea del movimen to letterario di un periodo non breve. li Grassi Bertazzi da raccoglitore ed ordinatore coscienzioso e intelligente ha aggiunto dei cenni biografici, che completano l'epistolario e ci danno la figura completa del Vigo, ch'era non solo valoroso letterato ma anche un sincero patriota. GIOVANNI LERDA: Il socialismo e la sua tattica .. iGenova. Lib1•erla Editrice Ligure. 1897. Il Lerda, persona di larga coltura e di sincere convinzioni, come quasi tutti i socialisti [piemontesi, è un intransigente outrè; si comprende adunque qual'è la tattica ch'egli preferisce e consiglia. Si direbbe, però, ch'egli senta che la tesi da lui sostenuta non sia la meglio corretta, perchè alla trattazione vera dell'argomento viene dopo un ~preambolo dottrinario a base di darvino-evoluzionismo, che occupa buona metà dell'opuscolo e che dovrebbe servire a giustificarla. Noi non siamo del suo avviso, che qualche altro socialista chiamerebbe monosillabico; e crediamo pure che egli faccia mostra di un semplicismo storico incomprensibile in un uomo della sua coltura affermando la generazione spontanea del partito socialista italiano e perciò dimenticando le sue fasi primitive e reali. Ce ne duole assai di questo errore del Lerda, pel quale nutriamo vera stima e simpatia. Nello scritto troviamo queste parole: « il non accordare « all'intelligenza umana quel posto che le spetta come « fattore sociale, e il far dipendere l'evoluzione solamente « dal rapporto materiale ed economico, parmi sia l'errore « principale in cui cadono i materialisti ». E qui siamo perfettamente di accordo.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==