RIVISTA.POPOLAREDI POLITICA.LETTERE E SCIENZESOCIA.LI 253 l'organizzazione capitalistica e anarchica di oggi, simili fiori non possono fiorire. Solo una fede nuova può far nascere una novella manifestazione di arte. Oggi la fede cattolica declina, e l'arte cattolica scompare pei•chè la fede se ne va. I meglio intenzionati fra gli esteti cattolici tentano di risuscitare un'arte scomparsae si volgonodisperatamente al passato. Noi, confidenti,miriamo all'avvenire. Fra noi sono anime, passionate per l'apostolato e la propaganda, come una volta tra i primi cristiani. Da i nostri fervori - come da i loro, altra volta - verranno le espressioni dell'arte nuova. Coloro che sarebber tentati di sorridere alla mia profezia, si rammentino che solo l'alba del socialismo oggi si leva sul mondo, tra il sarcasmo l' ingnoranza e le persecuzioni - come secoli fa il cristianesimo -, e che quando i primi cristiani disegnavano con le loro mani pie e maldestre sui muri delle catacombe, non si potea. prevedere che a quei saggi rudimentali sarebber seguite le incomparabili meraviglie dell'arte romana e ogivale. JULES DESTRÈE. La Russia economica e sociale. L'entusiasmo dei Francesi per lo Czai· Nicola e per la Russia non poteva limitarsi alle feste di Parigi e alla larghezza colla quale il grande mercato finanziario francese ha assorbito i prestiti, che allegramente e furbamente, ha lanciato l'orso del Nord, ma ha avuto pure le sue esplicazioni letterarie. Tra le quali segnaliamo un libro del Visconte Combes de Lestrade (1) che di tale smisurato entusiasmo ci dà. una giusta misura, ·perché esso arriva ad indurre il suo autore, noto per diverse altre pubblicazioni - tra le quali una sulla Sicilia - a non lesinare la sua ammirazione per i risultati ottenuti dalla Russia mercé il protezionismo doganale, quantunque egli sia un convinto libero scambista. Non si può ammirare la Russia politica senza denigrare il parlame.ntarismo e tutta l'evoluzione politica dell'Europa occidentale; e questo fa il Visconte Combes de Lestrade. Il quale, quando non può difendere lo czarismo tace sulle sue infamie. Così si occupa a lungo della Siberia e della ferrovia transiberiana dal lato economico senza accorgersi che la Siberia é il grande sepolcro dei vi vi; espone l'organizzazione delle varie classi sociali e dei loro privilegi e nell'intrattenersi degl'inarodtsky - specie d'Iloti, che non sono russi e non sono stranieri - non ha una sola parola contro le inumane persecuzioni, subite dagli Ebrei, che di quella classe fanno parte. Deplorati questi difetti - e diremmo quasi queste colpe - dell' A. dobbiamo riconoscere che il libro è interessante per molte ragioni; dà. notizie, che molti ignorano e corregge giudizi storti, che sulle (1) Visconte Combes de Lestracle: La R«ssie èeorwmiq«e et sociale Paris. Guillaumin et C. 4896. Prezzo L. G. condizioni e sull'organizzazione della Russia corrono tra noi. Si leggerà. con molto profitto quanto il De Lestrade seri ve sulla Banca di Stato, sulle tariffe a zone - che sarebbero la sai vezza dell'Italia meridionale - sull'alcoolismo e sul regime fiscale, che lo riguarda, sulla rovina della nobiltà. russa, che ha ipotecati i suoi beni alla Banca senza speranza di riscattarli, - sui Zemstwo e sulla rudimentale autonomia dei corpi locali, sulle analogie tra Russi e Nord-Americani ecc. ecc. Uno dei capitoli più importanti é certamente quello sulla Siberia economica e sulla ferrovia trans siberia_na, nel quale si dimostra che di fronte al rapido sviluppo della Russia e dell'Asia è nenessaria la solidarietà. del resto dell' Em•opa. L'Entrata della Russia nel periodo della grande industria é un fatto compiuto, che modifica già l'equilibrio dei mercati. E 1•iteniamo vero che la Russia sia destinata a divenire l'antemurale dell'Europa, la nazione che deve opporsi all'invasione dei gialli del1' elemento turanico numericamente così p1•eponderante; d'onda la grande missione della prima e la sua crescente importanza. Abbiamo detto che il De Lestrade si contraddice nell'ammirare un 1•egime eh' é la negazione del suo stesso ideale, egli lo sente e quando afferma che in Russia sarebbe desiderabile un'organizzazione statista - se non collettivista - della proprietà, che farebbe pessima prova in Francia in ·nota fa queste osservazioni, che crediamo utile di riprodurre: « Noi siamo lontani dalla cieca ammirazione per la libertà che va di accordo con una ignoranza completa delle leggi sociologiche. La libertà. non . é ch_e una modalità sociale. Nello stesso modo che 11 regime di vita di un individuo cambia col suo stato di salute; del pari il grado di l1berta degli uomini deve mutare non in proporzione dell'età dell'umanità. ma aneora collo stato variabile della civiltà.». C'è qui un relativismo che non crediamo del tutto erroneo. In un'altra nota, a proposito della nazionalizzazione del 40 010 della terra che s'impone e che dovrebbe condurre alla prosperità. agraria, aggiunge: « Non si deve dimenticare, che anche dopo la ripresa dallo Stato dei beni gravati dall'ipoteca, la quasi totalità. dei contadini, e per conseguenza la grande maggioranza della nazione, resterà dotata dell'homestead; perciò la Russia non aVl'à a temere nè la formazione di un proletariato pericoloso per la espansione doll' industrialismo, né la miseria, che poti•ebbe risultare dalla transizione tra I& cultura patriarcale attuale o la cultura perfezionata che seguirebbe certamente la nazionalizzazione dei beni dei nobili>. In queste previsioni e in questi giudizi sta la condanna del!' economia ortodossa con tanto calore professata dal Visconte Combes de Lestrade. Noi facciamo voti che riescano gli esperimenti che s'impongono alla Russia e dai q\tali trarrebbe inse-- gnamento il resto dell'Europa. c.
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