RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 229 egli viene a dichiararsi più socialista di quanto non creda, e certo più di certi cattolici e certi protestanti, i quali pur credendosi socialisti, non sono tali niente affatto, come dimo<itra la graduale scomparsa della loro specie o sottospecie. La fiducia, dunque, nel vecchio e tanto decantato rimedio della carità vien sempre meno, anche presso gli stessi credenti; essa - che pareYa incrollabile - va perdendo terreno dovunque, mentre si afferma sempre più la fiducia nelle riforme democratiche. L'importanza di tale nuovo fenomeno non può non essere notata. Non è affare di poco momento il fatto che tutti si vadano persuadendo che in questo mondo (per l'altro mondo che ci pensi chi ci crede) occorre più giustizia che carità, pm diritto che elemosina, e quindi più socialismo che religione. G. BONAGIUSO. LA DELINQUENZA DELLA DONNA. Quando si parla di delitti in generale ci si riferisce ai delitti degli uomini, non solo perchè li consideriamo come gli esponenti della specie - parlando degli uomini intendiamo parlare di entrambi i sessi - ma anche perchè i reati delle donne sono dapertutto molto più rari di quelli del sesso forte. La donna che delinque, poi, nel momento in cui ne apprendiamo il malfatto ci suscita maggiore ripulsione, come la donna ubbriaca, mentre più tardi - al momento del giudizio - raramente avviene che essa non c' ispiri pietà e non c' induca ad accordarle tutte quelle attenuanti, che non avremmo accordate ad un uomo. I due fenomeni contraddittori derivano da una stessa causa: dai pregiudizi sociali imperanti ancora sulla donna, cui si è fatta una posizione ad un tempo inferiore sotto certi aspetti e privilegiata sotto alcuni altri. La criminalità femminile, coi suoi caratteri e colle sue cause speciali non è da gran tempo eh' è stata studiata a parte; ed è merito reale della scuola penale positiva se ora richiama l'attenzione dei sociologi e dei criminologi. L' infanticidio, l'aborto, etc., reati più frequentemente commessi dalle donne ebbero consacrate numerose e pregiate monografie; tutti i reati della donna e particolarmente quelli contro le persone, i così detti reati di sangue, ora vennero studiati in uno speciale e circoscritto ambiente, in _quello di Napoli, dall'avv. G. Cil•aoloHamnett (1). Fu ottimo intendimento quello del Ciraolo di studiare la criminalità femminile a Napoli, perchè in questa città dal cielo incantevole e dalla natura seducente - contro ogni aspettativa ed a condanna di coloro che a.Il' ambiente fisico attribuiscono una influenza che non ha o che si esagera immensamente - la donna delinque assai di più che in altre parti d' Italia ed anche di Europ·a ; e giova molto seguire questo studio, perchè a Napoli meglio che (I) • Delitti femminili a Napoli • Studio di sociologia criminale. ~lilano. 1lax Kantorowicz. 1896. altrove si possono mettere in evidenza, e quasi isolare i fattori criminogeni, che agiscono ugualmente sull'uomo e sulla donna; e infatti prevalgono tra le donne napoletane i reati contro le persone perchè anche tra gli uomini essi hanno la prevalenza ( l ). Chi poi si rende ragione della delinquenza femminile della bella Partenope può essere sicuro di conoscere quella della donna in gene1•ale: a. Napoli è soltanto più accentuata, perchè i,iù intensamente vi agiscono le cause che la generano. Poche parole consacrerò ai pregi e ai difetti del libro e maggiormente mi fermerò sull'argomento trattato dal Ciraolo. Le parti della trattazione non sempre sono bene ordinate e proporzionate ; sicchè talvolta riescono incomplete e frammentarie e talaltra svolte con relativa esuberanza. Non pochi e davvero notevoli i pregi: principale quello di fissare l'attenzione del lettore su di un argomento a prima vista poco attraente. Nelle silho1;,ettes di alcune donne delinquenti si riscontrano eroine reali di drammi e di romanzi giudiziari; i brani della cronaca dei giornali della città danno allo scritto il sapore dell'attualità ; e i sonetti in dialdto di Di Giacomo e di Russo illustrano e completano le cifre di Bodio o gli squarci di eloquenza del Pubblico ministero. In quello di Di Giacomo sull'usura, ad esempio, non si poti-ebbe pii1 efficacemente tratteggiare in pochi ver3i la immoralità e la desolazione ch'essa arreca nella povera gente ; e nell'altro di Russo - Vedile! - si tocca con mano a quale grado di pervertimento morale sia pérvenuto il popolo napoletano. * * * Dissi che la delinquenza napolitana smentisce la influenza dei fattori fisici sui fenomeni sociali ; ma non sarebbe questo l'avviso del Ciraolo. Egli stabilisce, in generale, che dovunque gli uomini sono costretti a combattere contro la natura - ad esempio nelrOlanda, nel!' Inghilterra., nella Scozia - si fanno maggiori i sentimenti di solidarietà e vi diviene minima la dinquenza. A Napoli, invece, il mare non è invasore e non molesta i cittadini, purissimo vi è l'orizzonte, spontanea la fecondità del suolo, precoce la primavera e lunga l'estate; e perciò ... vi si ammazza e vi si ferisce di più che uell' Inghilterra, nell'Olanda e nella Scozia. A chi non trovasse connessione tra le premesse e le conseguenze il Ciraolo risponde: « la lotta per la esistenza asi,ra e « lunga, combattuta colle armi della ci viltà contro « la terra, l'acqua, l'aria, esige la concordia di tutti, « la fedeltà dell'associazione e l'applicazione di tutte « le forze ad un solo fine : l'uomo che combatte con- « tinui ostacoli naturali non si ferma a vagheggiare « il male e a fecondare l'acerba voluttà, che provano « gli anormali nel sangue e nella rapina». (p. 26). Questa spiegazione non sarebbe ohe una parziale applica.ione al fenomeno morale di quella influenza dell'ambiente fisico o geog1•afico attribuito dal Metchinikoff ~ullo sviluppo delle civiltà. Ma il compianto (Il Secor.do il sostituto Procurator Generale Cianci Sanseverino nel distretto di Napoli vi sarebbero 90 omicidi per 100.000 abitanti. Ripeto il dato dal Ciraolo ed avverto che ci dev'essere errore.
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