RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 225 dite e che il diritto di nominare e rimuovere i cattivi amministratori venga affidato allo Stato, che risente in ultimo le sinistre conseguenze della cattiva amministrazione. I liberisti, gl'individualisti, protestano contro questo avvenimento, che considerano quale un passo ardito verso il socialismo di Stato. Tale è ; ma le obbiezioni più fol'ti che essi sollevano si spuntano di fronte al fatto, che la Banca di Stato vige e da buoni risultati in Russia in Norvegia e in Isvezia; e tra breve la vedremo funzionare quale istituto federale in !svizzera dove già fece buona prova quale Banca Cantonale. · Alla Banca di Stato in Italia non si· andrà per elezione, ma per necessità ; essa sarà. il prodotto di un lento e fatale processo. Dove lo Stato risponde della Rmca ; dove il biglietto dello Stato è quello che gode di maggior credito, anche nei momenti nei quali , a torto o a ragione si accusa lo stesso Stato di abbandonarsi alle follie del lavismo ; e dove lo Stato deve dare il valore ai biglietti degli Istituti di emissione, che da soli non avrebbero, è logico, é giusto, è necessario che la· Banca divenga cosa dello Stato. Questo divenire, dagli ultimi provvedimenti del Luzzatti è stato reso più facile e meno pericoloso colla prelazione su tutte le attività delle Banche di emissione ai portatori di biglietti; di che gli va data lode. I dati dell'avvenimento sono posti ; lasciamo che esso si svolga e si compia. D1•. NAPOLEONE CoLAJANNI. LA SCUOLA. 0 > Non sono venuto - egli dice - a recitarvi una prolusione, ma a dirvi alla buona poche . pa• role sulla scuola, col proposito di rimuovere o di attenuare almeno alcuni pregiudizii correnti. In mezzo a tanti desiderii confusi o indefiniti, in mezzo a tanti sentimenti là di onore e di espansione, qua di raccoglimento e di preparazione, odo alcune voci più alte, più insistenti, che dicono, l'una: È tempo che ciascuno abbia il diritto suo, pari al diritto di ogni altro; l'altra: Conviene moralizzare l'ambiente, prima di parlare di diritti e cli pa1·ità; la terza: La morale é nella religione, e bisogna rientrarvi. Sono voci che non indicano soltanto desiderii, ma partiti, e non possono passare inosservate. È vero : il nostro tempo non consente che a qualcuno sia negato il suo diritto e sia riaffermata la disparità tra uomo ed uomo. E vero che nes- {l) n,,, ve sunto della prolusione di Dodo al corso di storia del dil'itto. Era difficile il sunto di un pcnsie:o già molto sintetico di sua natura. Confidiamo esserci riusciti. suna proclamazione di diritti può tornare effettuale e durevole in una società demoralizzata e tra animi corrotti. Ed è vero, in ultimo, che nessuna morale fiorisce nelle moltitudini dove la religione sia fatta mestiere o strumento di politica, e il popolo si trovi a un tratto lontano dalla fede e dalla scienza. Il diritto, la morale e la religione sono tre elementi etici ben diversi l'uno dall'altro, ma in ogni popolo e tempo procedono di conserva. Quando scade una religione, la morale di un popolo si dissolve, e, guasto il costume, i codici restano documenti muti. Avrete, allora, parlamento e tribunali, deputati e magistrati, ma non legislatori e giudici; avrete il professore ed il maestro sarà sparito; avrete il prete e sarà sparito il sacerdote. Allora la croce si nasconde dietro la porpora, la tribuna dietro la banca. In questa miseria di tempi tutte le bocche saranno piene di Dio; n' empiranno il foro, l'assemblea, la scuola, la chiesa ; ma Dio non sarà in nessuna parte ed assai meno negli evocatori. Lumeggiamo. Il diritto, divolto dal tronco morale, non è più diritto, è quel summum Jus che torna somma ingiuria, e vi presenta quel t_ipocrudele che è l'uomo della legge. La sillaba scritta, che in religione fa il fariseo, nel foro genera questo uccellatore di sillabe, che parlerà di occupazione, di anticresi, di anatocismo, di tutto con arguta eleganza, ma il cliente ripeterà: Loco a gentile Ad innocente opra non v' è : non resta Che far forza o patirla. Una feroce Forza il mondo possiede e fa nomarsi Dritto. È il diritto che espelle dal tugurio il lavoratore e protegge il mercatore di carne umana. Mala cosa è altresì la morale separata dal diritto e confinata nel costume. Genera quel tipo che chiamano il galantuomo e può essere il galantuomo di Guicciardini. Ti si presenterà cortese, puntuale, sereno, non ingannerà nessuno, e il suo sì sarà sì e no il no. Ma dalla sua bocca non trarrai una protesta, non una accusa estranea al suo interesse, non una difesa pericolosa, non un atto d' inosservanza ai precetti stabiliti. È uomo d'ordine e l'ordine per lui è uno solo: quello costituito. È questa la morale? Non consiglia mai le sante ribellioni? E non produssa Torna Aquinate, guelfo in patria ghibèllina, e Dante ghibellino in patria guelfa? Il vecchio errore che separa morale e diritto è superato dalla scienza, ma ne resta un'altro che fa la morale del tutto relativa. Come da Omero a Leopardi c'è qualcosa di sempre bello, e eia Aeistotele a Darwin qualcosaltro di sempl'e vero, così e non altrimenti c'è qual-
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