222 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nunziai a tempo debito ed appena vennero a mia conoscenza le turpitudini dell'Immobiliare, l'ultima immobilizzazione della Banca d'Italia, le gesta del Favilla a Bologna. Gli on. G. Fortunato e Salandra, tra gli altri, sanno che tali fatti li conosceYO da un pezzo· e non li svelai, come quelli della Banca Romana, perchè trattenuto dalla paura di essere ancora segnalato come demolitore del credito italiano. A questo, infatti, si è pervenuti in Italia: la verità si chiama scandalo e si afferma che si sostiene il credito sottraendo alla giusta punizione i saccheggiatori delle pubbliche e private sostanze! Se compiacenza ancora ci pu6 essere nel vedere confermate dagli avvenimenti le proprie previsioni nessuno al certo vorrà negarne il diritto a me che nella discussione bancaria dèl 1893 il giorno 25 Giugno segnalai una situazione disastrosa non creduta allora nè da deputati, nè da ministri. (1) Allora dimostrai, nel fare la sezione cadaverica della Banca Nazionale, che le perdite sue nascoste pietosamente sotto il nome d' immobilizzazioni superavano il suo capitale e che perciò lo Stato riaffidava il 'diritto di emissione ad un Istituto, che a norma delle prescrizioni del Codice di Commercio avrebbe do• vuto essere dichiarato in istato di fallimento. Tutte le situazioni posteriori e le relazioni degli Ispettori non hanno potuto smentire l'esattezza delle mie affermazioni confermate a luce meridiana dalla diagnosi acuta fatta da Giacinto Frascara dello stato attuale della Banca d' Italia; e questo è tale che degli 800 milioni di suoi bigLetti in circolazione appena 150 furono durante l'anno 18!)5 dedicati alla vera circolazione: il resto venne assorbito in massima parte dalle immobilizzazioni. Che cosa valgano queste immobilizzazioni lo dica il fatto che i redditi che esse danno non sorpassano le spese relative. E lo rilevai nel 1893. Gl'ignoranti e gl' imprevidenti oggi sono rimasti sorpresi all'annunzio che il credito fondiario del Banco cli Napoli non fosse in condizioni tli far fronte ai propri impegni; ma esse furono da me descritte nella suddetta tornata parlamenta~e del 25 Giugno 1893 in modo tal.e che vale la pena di far conoscere, riproducendo integralmente dal resoconto ufficiale le mie parole. Dissi allora : « Il credito fondiario in casa nostra è fondato su basi interamente sbagliate; facendosi con un interesse elevato non può permettere l'adempimento degli impegni a coloro che li contl'aggono, ancorchè tutta la buona intenzione esista in essi. La Banca Nazionale e il Banco di Napoli (alsaron? altrosì l'indole del (1) Da anni ed anni, prima di me, aveva gettato un grido di al• Jarme sui disordini bancari l'on. Luigi Diligenti; ma non ostante l'Innegabile sua competenza non venne mai preso sul serto I credito fondiario facendo le operazioni sopra proprietà non redditizie .... .... Le proporzioni della crisi del credito fondiario ci sono ignote completamente e la inchiesta Finali non ci fc rnisce i particolari necessari che dovrebbe dare. Non lo può e forse uoa lo vuole, perchè troppo gravi apparirebbero le condizioni degli Istituti che nelle operazioni di Credito fondiario sono maggiormente impegnati, cioè a dire, del Banco di Napoli e della Banca Nazionale. Sul credito fondiario del Banco di Napoli si narrano fatti veramente enormi, scandalosi: si arr:va a dire (forse la voce sarà falsa) che si sono fatte operazioni di credito fondiario su prop1·ietà, su fondi inesistenti; ma si sono_certamente fatte operazioni su proprità valutate in un modo veramente indecente, perchè si è più che quadruplicato il valore dei fondi. ( Commenti) p. 5436 e 37. * Una circostanza che nessuno rilevò nella recente discussione bancaria è questa: che se la responsabilità dell'on. Giolitti nell'avere fatto accordare ad istituti falliti il diritto dell'emissione fu grande, non fu minore quella dell'on. Sonnino, che alla legge del 10 Agosto 1893 dette esecuzione. Egli tentennò e si sperò da alcuni che non avrebbe data esecuzione alla legge; i motivi non sarebbero mancati. Nè può dirsi che ignorasse la verità perchè mi era stato compagno nella lotta del Giugno e Luglio 1893 e i suoi calcoli sulle condizioni della Banca Nazionale di poco differivano dai miei. Sul Banco di Napoli oggi poi osò affermare con un ottimismo inconsulto che non erat periculum in mora. Ei.Jbene egli stesso nel decreto del Febbrajo 18!)5 non confessava che il patrimonio del Banco di :fapoli era in gran parte una parvenza contabile? I rimpreveri, adunque, che l'ex ministro del 1'esoro ha rivolto al suo successore non sono fondati ; ed all'on. Luzzatti, perch'egli ha detta la verità sul Banco di Napoli e sul suo Credito fondiario, va data quella lode che non lesinai all'on. Sonnino quando disse la verità sulle condizioni reali della finanza italiana. i\Ia l'uno e l'altro sulla situazione bancaria e su quella finanziaria dello Stato dissero tutta la verità vera ? Non oserei affermarlo. * * Le cause, che condussero alla rovina dei nostri Istituti di emissione - il più sano dei quali era e rimane il Banco cli Sicilia - sono note; ci6 non ostante giova riassumerle perchè servano d' inse gnamento per l'avvenire. La lotta intrapresa dalla Banca Nazionale contro i due Istituti autonomi del mezzogiorno e contro la Banca Romana per arrivare alla Banca unica - che fu il sogno maledetto del Grillo - -non sarà mai stigmatizzata abbastanza: attorno a quella
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