Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 12 - 30 dicembre 1896

J RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 335 prega, prega con ardor di neofita, con maestà sacerdotale. Che mai potrebbe invocar dalla Natura il poeta del « Giobbe » ? Supplica la Dea che sia propizia, che sorrida e sveli allo sguardo dell'uomo i suoi segreti. Ecco la grande aspirazione, ecco l' Ideale. Verrà ii giorno in cui la schiatta di Giapeto sosterà dal suo doloroso viaggio e attingerà i versi sublimi? Potrà mai dissetarsi alla fonte della Scienza ? Avrà mai pace Giobbe? LUIGI GIULIANO. ADA NEGRI. Due pregi sono evidenti nelle poesie di Ada Negri: la verità e la semplicità; ma sono infoscati da due principali difetti: di prepa1•azione e di esecuzione, dai quali deriva all'opera doppia imperfezione: di forma e di contenuto. Molti sono pur troppo, in estetica, i giudizii ai quali non si può mai dare tanta obbiettività di basi da fondarvi su una teorica che non lasci pure gran parte alla subbiettività del personale apprezzamento, pochissimi essendo gl'intimi elementi costitutori del bello, che non si possano, qual per un verso, e qual per un altro diversamente giudicare. Ma questa incertezza, per difficoltà scientifica, certamente non lieve, 'llassima diventa poi per individuale deficienza di cultura, tanto più in una materia, nella quale non è chi non creda di poter ben giudicare col suo solo criterio senza bisogno di alcuna speciale preparazione. Oltre che, quelli pure che profondamente la studiano, mancano le più volte di una solida cultura scientifica dalla quale riceva l'arte fondamento e lume. Ma i difetti che io credo di aver notato nelle poesie della Negri, non son di quelli, perché intorno ad essi chi abbia solo dirittura di mente e mediocrissimo intendimento delle lettere, e dell'arte tutta in genere, non può diversamente giudicare, una essendo la via a.I retto giudizio. Lavoro di preparazione è quello per cui l'artista. determina in mente la sua concezione, escludendone a suo giudizio ogni superfluità ed ogni scorea, e delineandone, secondo il suo punto di vista, la visione, e in guisa, così, disponendo la contenenza che essa raggiunga il fine estetico a cui é destinata e a cui perciò tende per sua natura, ma che potrebbe imperfettamente ra.ggiungere se alla spontaneità del concepimento, non seguisse il lavoro proficuo ulteriore della coscienza artistica ; tanto pit1 provvido quanto piu giustamente contemperato all'atto concezionale che gli ha fornito la materia, fusa ancora ma già plastica. ; plastica già, ma non fredda e non solidificata ancora; di modo, che sia moderata.mente riducibile a vario atteggiamento da funzioni estetiche sopravvenute, sì, alla ispirazione, ma sue complementari pur sempre, ed operanti anch'esse in tan• to che perdura ancora il fervore della formazione. La concezione poetica che attraversando rapida- · mente lo spirito passi di getto sulla carta, in un' epoca come la nostra nella quale l' elemento riflesso tanta parte pervade dell'opera d·arte, e tanta ne sottl'ae alle forze intuiti ve della fantasia, non è possibile. Nè proficuo fu mai forse tal processo, altro che alle grandi fantasie. L'imagine che guizza nello spirito può prendervi colore dal sentimento e ritenerlo; ma non ha tempo di assimilarsi, d'immedesimarsi un pensiero adulto e di nettamente fissarlo in forme perspicue e trasparenti che tutto lo esprimano. Dove è pensiero è processo analitico; e dove è processo analitico è riflessione. Oltre che, almeno, prima che sintetici elementi ed analitici istantaneamente si fondano, si richiede lungo e disciplinato esercizio delle facoltà e funzioni che ad essi si l'iferiscono; e niente trovo io di questo nelle poesie di Ada Negri, dove il getto si cristallizza e raffredda prima che compiuta ne sia la modellatura, sicchè greggio esce dalla sua immaginazione, e più greggio ancora passa nell'altrui, per manco di quegli altri pregi che sono mezzi fedeli e lucidissimi di trasmissione; di quelli, dico, della forma. Giacché dopo che la concezione siasi bene determinata nella mente, occorre poi il lavoro non meno importante, della riproduzione, per via di una forma facile e docile che la rispecchi; non potendovi essere fantasma poetico, per ben determinato che sia, il quale non perda gran parte dell'evidenza ed efficacia sua, quando non si riveli con quella perspicuità di colorito e di disegno che già ebbe assunta nella fantasia, non potendo esso generare alcun effetto di cui non contenga in sè medesimo le proprietà psichiche corrispondenti, quell'eccellenza di mezzi, cioè, che a generai• tale e tal'altro effetto è necessaria. Vero è, le cose non sono belle solo per la bellezza plastica, ma anche per bellezza intima. La forma non è che un elemento della bellezza. Le linee, i colori possono costituire la bellezza della forma , non di un' intera persona. Dico meglio: posscno costituire, sì, le linee e i colori la bellezza di una persona, ma non l'intera bellezza. QJindi, la mancanza di bellezza nella forma, non implica di necessità mancanza. di bellezza nella persona. Può essel'vi bellezza intima ; per esempio : Che cosa è la simpatia? La simpatia è un elemento di bellezza, che non risiede nelle forme, ma di cui le forme contengono la espressione. Noi, dico quelli che non siamo dogmatici, non sappiamo la bellezza che cosa sia ; sappiamo bensì, che vi sono qualità per cui le cose generano impressioni gradevoli, e quelle qualità noi siamo soliii di chiamar belle. Ora, se •una persona, se una cosa, o parte di una persona o di una cosa è capace di generare in noi sensa.zioni di simil natura, noi non abbiamo ragione di credere che non sia bella, ancorchè le manchino le qualità plastiche che più ordinariamente le sogliono generare. Possiamo solo con ragione asserire che l'elemento intimo vi predomina. Del resto, questi due elementi non vorrebbero mai

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