Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 12 - 30 dicembre 1896

232 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI sono occupati; e la concordia deriva dal fatto che le indieazioni scaturiscono spontanee dallo studio delle cause. Di volo si accenna al dissenso sulla proposta del Ciraolo di sparparg\iare nei vari penitenziari d' Italia i camorristi per modificarli; si riuscirebbe al pernicioso risultato di trapiantare la camorra dove non c' è. E non si può .passare sotto silenzio la g1•ave responsabilità assunta da coloro che hanno sperperato i cento milioni, J'acimolati per miglio1•are le condizioni igieniche delle citta a vantaggio specialmente dei più miseri, e che ne hanno reso più disperata la sorte. Alt1•a volta Pasquale Villari stigmatizzò da pi,r suo la indegna condotta delle classi dirigenti napoletane, cui un giorno il popolo pot1·à chiedere conto severo. E poi a qual pro insistere sui rimedi contro la degenerazione morale e fisica del popolo napoletano? Per arrestarla occorrono milioni e milioni ; e i milioni in Italia vengono inghiottiti dall'esercito, dal1' Africa e dalla lista civile... Così continuerà ancora per lungo tempo se il popolo non farà sentire la propria voce. Di che è convinto il Ciraolo che bene conchiude il suo studio con queste parole: « Non si otterrà niente dal governo,,. « sino a quando tutto il popolo, con voce unanime « non chiederà: ed il popolo chieda, chieda, chieda « direttamente ciò eh' è necessario alla sua morale « rigenerazione ». Il popolo deve chiedere e quando non vorranno dargli colle buone ciò che gli si deve, deve prendere o meglio deve fare. Lo ZoTico. L'IMMAGINE POETICA.Cl) M'accingo volentieri a parlare di q"!lesto libro perché manifestazione d'un ingegno vivido, d'un'anima entusiasta che nella ricerca del vero si è pienamante orientata verso gli ideali che si vanno formando alla luce delle conquiste ultime del pensiero filosofico e scientifico. In Italia, la terra classica dell'arte, poco e da pochi ci si occupa di estetica, ed il Villanis che presso le altre nazioni, specialmente in Francia e in Inghilterra, ha valentissimi precursori, è uno dei primi fra noi -che si studi, col duplice talento di critico e di artista, necessario nella trattazione di simili argomenti, di applicare anche all'estetica, ultimo baluardo dei principi trascendentali ed assoluti, quel metodo positivo dell'osservazione dei fatti che ha dato i più splendidi risultati in tutti gli altri campi della scienza. Egli, che con una felice espressione comprensiva riassume la storia dell'estetica « nel lento trapasso del preconcetto oggettivo al principio soggettivo» ha la non illegittima convinzione di poter fare del nuovo in questo campo non ancora sfruttato del (J) Di L. A. Villanis - Torino, Paravia, tG. tutto ed invero a chi abbia l'abitudine dell'osservazione interna ed esterna, condotta con rigore di metodo, accade ad ogni momento di avvedersi degli infiniti pregiudiz'i ed errori che grazie alla naturale inerzia degli spiriti ed alle artificiose basi della vita sociale, corrono sulla bocca degli uomini anche più colti intorno a ciò che riguarda la più delicata e complessa delle funzioni dello spirito : l'arte. Ed è bello il sorprendere in ogni scritto del Villanis la preoccupazione costante di romperla colle formule accademiche ed un certo amore del paradosso così naturale nei giovani che usciti fuori per forza d' ingegno e di studio paziente e profondo dalle strettoie del convenzionalismo hanno bisogno di reagire quasi con violenza contro i mille preconcetti che soffocano ed alterano nella generalità delle persone la percezione esatta della realtà. Abbandonando il linguaggio puramente astratto della scienza, E-gli si propone di rendere accessibile alla media delle persone colte ed alla così detta società elegante (di cui forse per le sue abitudini di conferenziere si preoccupa un po' troppo) il processo di formazione dell'immagine poetica in quel laboratorio misterioso che è la psiche, le leggi cui soggiace come entità psicologica, le ragioni della sua bellezza o bruttezza, non che quelle del fascino e dell' importanza sua nell'opera d'arte. Lo scopo è buonissimo; ma vi riesce sempre? Non lo credo. Si tratta infatti di processi tanto delicati che a voler servirsi di immagini e di paragoni per renderli più intelligibili, direi quasi materializzarli, si arrischia di cader nel pedestre o nel bislacco, come a volte gli succede là dove parla ad es. del paragone che chiama: le pantofole del pensiero; dell'immagine: factotum dell'espressione. Inoltre sono inevitabili certe nebulosità di espressione e certi bruschi trapassi d'uno in altro concetto che si potrebbero schivare con un linguaggio strettamente scientifico. Questo osservo solo riguardo alla forma del libro (non ancora del tutto omogenea come si potrebbe desiderare), non quanto al contenuto, che dimostra il possesso che l'autore ha della materia, massime laddove ravviva la trattazione teoretica con osservazioni personali piene di finezza e di originalità. Riattaccando giustamente l'estetica alla psicologia e dandole così una solida base, egli senza preoccuparsi da principio degli elementi estetici della immagine raggruppa sotto quest'unica categoria e studia nella loro genesi tutte le varie forme di traslato che la retorica di felice memoria schematicamente aveva divise dando loro denominazioni diverse.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==