204 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI mati, anche quando previste cattive le accoglienze e spesso provocarono essi stessi gl' inviti. Il rimprovero ingiusto pel passato, lo è ancora di più. oggi. Oggi, a parte l'efficace e straordinaria attività del gruppo socialista, hanno percorsa da un capo all'altro la penisola i rappresentanti prettamente repubblicani - Venctemini, Taroni, Zavattari ; lmbriani in poco tempo è passato da Belluno a Cotrone, da Corato a Portici ; Cavallotti ha percorsa buona parte della Sicilia e tutta quanta la Sardegna ; ne ha studiato con amore le condizioni, ha promesso, ha incorato ha scosso la fibra torpida di molti. Che cosa potevano fare e non fecero questi rappresentanti della Democrazia? Ciò c~e fecero è tanto più meritorio in quanto essi nella. grandissima maggioranza, non .sono ricchi ; molti anzi sono condannati al lavoro quotidiano ini.probo per ~antènere onestamente e modestamente loro stessi e le famiglie. Essi non pescano sotto veruna forma nei bassi fondi del bilancio dello Stato. * * * Il giudizio ingiusto sull'azione spiegata dalla 'él.emocrazia parlamentare diventa errore madornale quando si viene alla genesi della medesima. Si scrive che « i più dei deputati radicali vengono mandati al Parlamento meno in grazia delle loro idee politiche, che per il temperamento rivoluzionario che loro si attribuisce ... » Se il movente della scelta fosse quello additato e fosse il solo non sarebbe lodevole; ma in generale esso è insussistente. Nella scelta di ordinario non entrano - o in proporzioni omeopatiche - il temperamento o le idee del candidato; il temperamento o le idee quasi semp1e sarebbero motivi di esclusione. I più, - non ostante i principi professati - vanno alla Camera per le loro qualità personali, per le simpatie di cui sono circondati: a seconda dei casi se ne1 ammira l' ingegno e la coltura, o il carattere e la moralità, o il patriottismo e la ricchezza; e i ricchi non sono i pii1 attivi. Purtroppo! Altri son · ~ venuti alla Camera per gelosia di contendenti, per antagonismi municipali : sicuro anche per questo ! Ben so che in Lombardia, nell'Emilia e un po' anche nell' Umbria e nelle Marche le cose vanno meglio e che prevalgono maggiormente ·i sani criteri politici; ma anche il caro Prampolini confessavami a-ltra volta che nella sua prima elezione contribuirono pur molto i criteri personali. Se le ragioni, che determinano la vittoria di un radicale nelle elezioni sono ben diverse da quelle che dovrebbero essere, divengono addirittura deplorevoli, quelle che lo consolidano nella posizione conquistata. L'azione parlamentare logica e corretta i servizi resi alla causa generale del paese. alla libertà ed alla moralità valgono ben poco. Meno male se ha ottenuto una straduncola, un sussidio per la chiesa o per la scuola, una diminuzione della quota del dazio consumo in una o più grosse frazioni del collegio ! Ma se davvero egli vuole rendersi invincibile bisogna che renda .dei servizi ai grandi elettori, magari calpestando la giustizia, magari con danno evidente della collettività. Di che è convinto lo stesso Merlino, che il proprio convincimento manifesta indirettamente ricordando che· in Inghilterra i deputati non vengono eletti per sbrigare le faccende private dei loro elettori... La verità dolorosa è questa : la condizione dei deputati italiani in generale, di quelli meridionali in particolare - non esclusi i repubblicani e i socialisti - é davvero umiliante ; e i rapporti · tra elettori ed eletti son tali che costringono gli ultimi a stabilirne altri coi ministri e coi vari funzionari dello Stato, che riescono ad un infiacchimento inevitabile della fibra morale, ad una insensibile degenerazione del carattere. Troverò conforto nel fatto che tre anni or sono un deputato, Cousset, svolse una interpellanza nella Camera francese, dalla quale si poteva argomentare che lo stesso malanno infierisce nella vicina repubblica? Mah! ... Data questa struttura e questo funzionamento del nostro organismo politico si capisce che, a parte ogni divergenza teorica, la questione del mandato imperativo dev'essere scartata attualmente come intempestiva. * * * Il sin qui detto dà la ragione di uno dei fenomeni più brutti del parlamentarismo italiano, cioè della facilità delle evoluzioni e del ministerialismo cronico di molti deputati. Tra i deputati italiani ci sono un centinaio circa di Trimme1·s, di girasoli che votarono con Depretis, con Crispi, con Giolitti con Di Rudini ; che voterebbero domani con Cavallotti, con Imbriani, con Prampolini ; anche con Ravachol se rivivesse e divenisse Presidente del Consiglio dei Ministri. Questo è il meno peggio, perchè tale cronica ministerialità si riferisce a quei deputati che l'on. Crispi una volta chiamò sdegnosamente la folla. Il fatto diviene doloroso e pernicioso quando ri_ guarda le individualità spiccate, per vario titolo eminenti. Or bene a loro è consentito entrare alla Camera con un programma e mutarlo dopo poco tempo, de toto. Quale potrebbe essere la punizione per questa spregevole condotta? Una sola ed è quella che potrebbero comminare gli elettori togliendo loro il mandato alla prima occasione; ed il caso in Italia o non si è dato mai o ben di raro e per individualità poco note. Gli elettori rieleggono monarchico chi elessero la prima volta repubblicano. Nel 1868-69 conobbi Giovanni Nicotera
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