218 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 2° Fondere, gradualmente, l'assicurazione contro • gli infortuni con l'assicurazione (in istudio) contro la vecchiaia e l'invalidità. 3° Fissare l'indennità, in caso d'infortunio non secondo la diminuzione del salario ven11ta all'operaio, ma secondo la diminuzione delle attitudini professionali dell'operaio. 4° Sopprimere la clausola che stabilisce la responsabilità degli industriali verso l'ufficio assicuratore. 5° Stabilire un ministero centrale delle assicurazioni, per giungere all'uniformità nel regolare le que• stioni. 6° Sostituire al sistema austriaco il sistema germa.nico pel quale la contribuzione degli industriali è fissata ogni anno. 'i0 Partecipazione dello Stato alle spese di assicurazione contro gli infortuni. In Germania i delegati di quasi tutti gli stabilimenti di assicurazione si sono riuniti a Cassai, per protestare contro un progetto di modificazione della legge sull'assicm•azione dei Javor<1tori, il quale costituisce un attentato al diritto essenziale d'amministrazione autonoma di queste istituzioni. Infine non possiamo fare a meno di segnalare una sentenza della corte di Appello di Bruxelles (25 mai·- zo '96) la quale dice : « Dal punto di vista degli infortuni del lavoN il padrone è personalmente colpevole quando non à preso tutte le precauzioni indicate dalla scienza e dall'esperienza per premunire gli operai contro la 101•0 propria imprudenza e imprevidenza, e sopratutto per evitare gli infortuni che sono indicati da gli uomini competenti come più frequenti e più gravi.» In quanto poi ai ricorsi degli assicuratori contro i capi industriali - i•icorsi che impensierirono tanto i senatori italiani - dobbiamo notare quel che su questo proposito é detto nell' « Amtliche Nachir.hrten » sul funzionamento dell'assicurazione contro gli infortuni in Austria, durante gli anni '90-'94. Il rapporto constata che la paura d'uns. troppo grande frequenza di ricorsi da parte degli stabilimenti assicuratori oontr-> i capi delle imprese industriali in caso di gravi colpe (grobes verschulden) non ànno avuto effettuamento. Gli stabilime11ti fanno di questo dritto di ricorso un uso assai pai·co; essi non intervengono ohe quando il capo dell'impresa è stato condannato per giurisdizione penale. Così lo stabilimento di Brtinn fece conoscere che esso non à incassato, per questi ricorsi, altro che 2.224 fiorini, dal 1890 al 189 f, cioè l' 1 per l0'l0 appena dei premi di assicurazione. Ancora una volta torniamo apregare vivamente tutti coloro che non abbiano pagato l'abbonamento, a volersi mettere in ~egola con l'Amministrazione. Notizie Varie. La miseria in Turchia. - Mentre a Costantinopoli si parla di riforme, la miseria è sempre maggiore in alcune provincie dell'impero ottomano. In Armenia l'inverno, la fame e le malattie, continuano l'opera sterminatrice cominciata 14 mesi fa dai Kurdi e da Turchi. Dovunque v'erano cristiani da sacccheggiare regna adesso la più grande miseria; e sulle grandi vie di campagna non s' incontrano che mendicanti affamati ohe implorano la carità. Siccome il periodo delle nevi e del ghiaccio dura cinque mesi in questi paesi, è lecito domandare che cosa avverrà di questa povera gente. I particolari pii1 strazianti arrivano anche dal distretto di Kharpout do~e pure funzionano da molto tempo i comitati di soccorso, e dove si son distribuiti viveri a 80.000 persone. Karpout ohe fu celebre per il suo vino il suo miele e la sua seta, è oggi un paese abbandonato da poi che 15.000 cristiani furono passati a fil di spada. Gli Armeni che sfuggirono ai massacri emigrarono lasciando intere famiglie nella desolazione. Jn tre oitt:ì. soltanto : a Malatia ad Arabkir e a Eghin ci sono 2.268 vedove e 4.8.26 orfani. Nel villaggi vicini se ne contano 20.000. Come nutrire queste moltitudini? Sarebbe un errore credere che i soli cristiani soffrano nell'impero ottomano. I turchi stessi non trovano chEI tutto vada per il meglio. Un corrispon• dente che è stato da recente in un villaggio vicino a Costantinopoli, racconta: Il territorio di questo villaggio appartiene a dei proprietari i quali ànno da cinque a 600 ettari di terreno coltivabile e boschi. Il villaggio dista qualche ora dalla capitale Ebbene: cotesti proprietari sono in una squallida mi· seria, e vivono quasi esclusivamente di pane, di latte di qualche ovo. Coltivano il lino e ne ricavano tanto da pagare le tasse personali. Il carbone di legno si fa nelle loro foreste, ma quasi solo a vantaggio dello Stato che percepisce dei diritti enormi sulla vendita. Chi lavora molto è defraudato dagli esattori e dai briganti del suo prodotto esuberante ai suoi bisogni ». Come si vede è molto bello il regime ohe si perpetua sul Bosforo. Si dice che i professori delle grandi potenze si riuniranno in conferenza e pare ohe molti sieno d'accordo nella necessità d'imporre grandi mezzi coercitivi alla Porta, ed è a sperare che qua. sta volta il governo ottomano non resti soi•do alle recriminazioni del concerto europeo. I raggi X e i ciechi. - Da St. Louis, Ms. telegrafano al New-York Herald cho il dott. Heber Robarts ha fatto una serie di interessantissimi esperimenti allo scopo di accertare se è possibile che i ciechi vedano con l'aiuto dei raggi X. 11 prof. Ro. barls è stato assai soddisfatto dei risultati delle sue esperienze e ha detto che non si attendeva esito così vantaggioso. Fra i successi più soddisfacenti vi sono stati quelli di parecchi ciechi che non ricordavano di aver mai veduto la luce nè cosa alcuna, i quali, sottoposti all'esperimento, potettero distinguere le ombre degli
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==