Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 11 - 15 dicembre 1896

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 217 d'allora sia il più scesperiano io risponderei: Lorenzaccio. A giudicar l'opera dal punto di vista sociale si può dire che ne spicciano grandi e terribili lezioni. Una è questa, che pe1• cambiare un sistema di governo, anche dispotico, non basta colpirlo nella persona che lo 1•appresenta. Gli è che un popolo deca• duto non può risorgere per l'abnegazione di un uomo e la soppessione di un'altro. L'inutilità del tirannicidio, ·concepito ed eseguito da un giustiziere isolato è chiaramente dimostrata. La follia dell'attentato individ°uale, quando pretende cangiare la direzione di una società, farle risalire la china per la quale precipita, è messa in luce con rara potenza. Guai - s~mbra dire il poeta. - guai al sognatore impaziente e utopista, che innamorato del suo ideale, cerchi con la sua sola forza di piegare ad esso la realtà e creda. di poterla a.da.ttare a' suoi desidel'i. Egli si infrange, al primo urto col mondo reale. J• ,. ➔ Un'altra lezione non meno buona per esser meditata: non si fa il bene col male. Lorenzaccio, diventato vizioso per virtù civica, Lorenzaccio piccolo Macchiavello della libertà non si è chiesto se tutti i mezzi son buoni per servire una buona causa. Egli si fece impuro con una intenzione pura. Egli c1•edette che il fine giustifica i mezzi, e fu la vittima di questa massima cara ai grandi politici di basso stampo. Il poeta sembra 'dica ancora di più. Pare consigli alle anime elette di volteggiare al di sopra dei volgari interessi della folla, di restare solo tra il compiacimento egoistico dell'arte pura.. Pare predichi alla gente onesta l'inutilità dell'azione. Se questo fu il pensiero suo non esitiamo a rispondergli. Può darsi che la maggior pal'te degli uomini sia ancora rozza e ingolfata nelle cure volgari, ragione di più per ogni uomo intelligenta e generoso di lavorare per elevarla alle idee e a' sentimenti dell'umanità superiore. Forse lo sforzo per miglio. rare la sorte e l'anima di coloro· che la necessità di guada.gnare la vita curva sul lavoro della terra o dell'officina., non riescirà fra qualche anno a cambiare lo stato morale e sociale di un popolo. Ma nessuna forza si perde nell'universo; tutti i grandi movimenti che nel corso dei secoli ànno prodotto un progfesso nelle condizioni dell'esisten.za umana non sono dopo tutto che il risultato d'una quantità infinita di sforzi individuali infinitamente piccoli. Chiunque à fatto il s~o Jovere di uomo lavorando per gli altri e non . solo per sè, à la sua parte piccola - come ognuno di noi -, ma certa, nell' incessante trasformazione dei costumi e della legge. L'esempio di Lorenzaccio può scoraggiare l'ambizioso e l'orgoglioso dalla vista corta : non inspirerà che la pietà e la risoluzione di far meglio al cittadino cosciente e contento d'essere - nella · misura delle sue forze - un ar·tefice dell'eterno divenire. GEORGES RENARD. ~ La Rivista Popolare di Politica Lettere e Scienze sociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagine in 4° grande. SPERIMENTALISMO SocIALE. Su gli infortuni del lavoro. La nostra camera dei Deputati, il 27 maggio avea votato il disegno di legge relativo all'assicurazione obligatoria contro gli infortuni. Il progettci. fu trasmesso al senato a' 28 di maggio, e la commissione centrale del Senato presentò il suo rapporto a' 10 di luglio, essendo stato relatore il Lampertico. Una delle modificazioni apportate al disegno di legge nella discussione avvenuta alla Camera, concerne la responsabilità speciale stabilita a carico del padrone in caso di colpa grave. Secondo il nuovo testo quando l'infortunio proviene da gravé colpa del capo dell'industria, o di coloro che egli à preposto alla direzione o alla sorveglianza del lavoro, le indennità determinate debbono essere raddoppiate, e il supplemento d'indennità è a carico di coloN che sòno ,civilmente responsabili, La condanna all' inden• nità supplementare è pronunziata dal giudice penale che conosce della gravità della colpa. La sezione centrale del Senato propose la soppressione di qu-este nuove disposizioni ; essendo di · avviso che l'indennità non debbano esser maggiori in caso di colpa grave, imputabile al capo della industria. L'art. 23 del testo della Camera non ammette il ricorso dell'assicuratore contro il capo industria o la vittima che all'orquando l' infortunio sia conseguenza. di dolo, stabilito in giudizio penale passato in forza di cosa giudicata. Nel sistema antecedente questo 1•icorso aveva luogo pure in caso di inosservanza, (stabilita per giudizio penale) delle misure preventive indette dalla legge e dai regolamenti. La sezione centrale del Senato à co1•retto il testo approvato dalla Camera per ritornare al sistema antecedente. Ancora: la Camera av·eva messo a carico del padrone le prime spese per medici e medicinali fino a un massimo di 50 lire; il padrone non avendo per queto titolo diritto a ricorrere contro l'assicuratore, che solo allorquando le conseguenze dell'infortunio si prolungano al di là di 10 giorni. E la sezione centrale del Senato à ugualmente proposto la soppressione di questo testo. Finalmente ... l'intero progetto è Stato come ri• gettato, poi che il Senato ne rimandò la discussione I La storia della nostra legge sugli infortuni del lavoro è alquanto buffa. Da 17 anni torna dinnanzi il Parlamento, senza venir mai stabilita definitivamente. "Essa costituisce un vero sperimentalismo dell'armonia sociale delle classi, fra noi. Intanto proprio due mesi fa si riuniva a Vienna, il Congresso degli industriali, e votava una serie di• riforme all'organizzazione attuale dell'assicurazione operaia in Austria. Ecco i principali punti del voto emes30: 1 ° Generalizzare l'assicul'azione contro gli infortuni in modo da comprendervi i lavoratori agrari e tutte le classi di lavoratori industriali.

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