RIVISTA POPOLARE DI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI 187 morte dell' individuo necessaria a promovere il progresso della specie. In quel giorno si celebrerebbe nel mondo la morte della morte, non nel senso apocalittico, di scomparsa di tutti gli esseri mortali, ma nel senso sereno e giocondo di una fi iologica eternità degli organismi. Ma comunque - e per rientrare nell'argomento del nostro dicorso, che la ridente visione stava per farci obliare - la morte delle società, se non è un fenomeno necessario, è pur sempre un fenomeno possibile e consueto ; e ciò basta perchè la sociologia comparata trovi una nuova fronda da aggiungere alla già spessa corona delle sue analogie biologiche. I rimedi, che propone l'autore alle malattie che ei denuncia, o coi quali cerca prevenire o differire la morte che prevede, non son.o di certo troppo energici e disgustosi; nè crediano che le nostre società, per quanto capricciose e bizzarre, si ricuseranno ad ingollare le blande pozioni che il nostro medico porge con sì galante amabilità. Egli respinge l'omeopatia di Marx, che vorrebbe curare il capitalismo ingrassandolo fino a provocarne l' apople sia; respinge l'autotomia di Darwin e Spencer, che vorrebbe la estirpazione dei deboli. dei poveri e dei degenerati, e consiglia una saggia allopatia. Ma assai pii1 della terapeutica, varrà a rinvigorire le genti nostre la igiene sociale, la quale, alla concorrenza sostituendo la solidarietà, promuovendo l'accordo fra i produttori nazionali ed internazionali, la cauzione solidale, la responsabilità dei comuni, organizzando una rappresentanza politica che rifletta gli interessi dei diversi gruppi sociali, perverrà a protrarre la vita dei consorzi umani ed eventualmente a deprecarne la morte. Tale è il vasto campo, nel quale spazia, con mirabile dottrina ed acutezza singolare, l'autore di questo libro, che è tanto ornamento della « Biblioteca sociologica internazionale ». Non esprimeremmo di certo il nostro pensiero, affermando che il libro ci ha fatto fare un passo di più nell'analisi della società attuale, nel meccanismo de' suoi misteriosi processi; ma esprimiamo però l' intima nostra convinzione, affermando che l'opera del Worms è monumento di un ingegno elettissimo e che i racco tamenti biologici ond'essa ribocca son pel sociologo sommamente istruttivi. Se anche si vole ·se definir questo libro un arco trionfale gittato fra due continenti tenebrosi, si donebbe in pari tempo soggiungere che l'arco maestoso ci meraviglia per la eleganza de' suoi ogivali, per la snellezza delle sue colonne, per gli ardi menti dei suoi sesti acuti ; e tutto ciò non è poco davvero, sopratutto ove si pensi alla volgarità commerciale, che contraddistingue monumenti scientifici contemporanei. ACHILLE LoRIA " VIVA CUBA LIBERA,,, Si trattava. d'arrestare una. colonna. spagnuola, per da.re il tempo a, Maceo di arrivare a un luogo della costa dove si sardbbero avuti uomini ed armi. M11.- tilde Agra.monte y Varvna si offrì, co' i suoi fratelli, a far parte del manipolo sacro alla morte. Ella cadeva. ferita, su i cadaveri de' suoi, quando gli spagnuoli le imposero di arrendersi. L'eroina rispose gridando: Viva Cuba libera - e fu crivellata di palle. Come augurante fu questo grido all'isola insanguinata dagli spagnuoli ! Mentr,; s~rivia.mo, sicuramente il messaggio di Cleveland riconosce agli insorti la. qualità di belligeranti. La dottrina. di Monroe poi farà il resto. E con quale viltà certa stampa à ol'ganizza.to la. coogiur.i. del silenzio intorno all'epopea Cubana! Qualche gioronle diffuso à osato stampare in Italia. delle corrispondenze inneggianti alla repressione spagnuola. Mercenari abbietti del giornalismo ànno indicato al1' Italia. il patric,ttnmo spagnuolo. C' è da. gridara abbasso la patria se la patria. deve ormai servir di pretesto all-, turpitudini dei parassiti. Agli italiani infrolliti bisogna più vc:ramente mostrare ad esempio · h eroica c<>stanza degli insorti di Cuba, i quali condannati a mantenere quelle classi privilegiate e impro:lultivo che non sanno sottoporsi al lavoro (1), lottano da un mezzo secolo con una tenacia, meravigliosa di coraggio e di fede, per emanciparsi. Quest'ultima rivoluzione era da. lungo tempo preparata nella perla delle Antille.« Quando l'ora scoc~ò essa è scoppiata come un colpo di fulmine. Due generazioni, l'una di veterani, l'altr.i. di giovani, l'una che combatte ali' interno dell'isola, l'altra che lavora all'estero, cospirarono durante tre anni con entusiasmo» (i). * * Nell'aprile del '96, quando già l'insurrezione cubana conquistava dovunque s'mpatie ed auguri, malgrad<>le false notizie propalato dalla stampa sulle vicende dell'insurrezione, un anonimo stampò a Madrid un libro che ora, dopo l'intervista. di un giornalista francese con Canovas del Castillo, non ci può essere dubb;o sia opera riveduta ed appr<>vata. dal ministro di Spagna. C' é fra l'altro, nel libro e nella intervista del Cànovas, la stessa spudoratezza. tirannico: gli insorti sono en perpetua lucha con las leyes de la moral de la lealtad y del honor (3). Sono morali si i governator; di Spagna e i soldati che commettono le viltà e le infamie narrate dal dottore ame1•icano Mrnuel Delgado nel New-J orkIIerald, sono leali si gli spagnuoli che mandarono al patibolo Aquero, Placido, Pinto e Lopez i quali osarono amare la libertà; gli spagnuoli del trattato di Zanjon che fu un'insidia e un inganno ; gli spagnuoli che per mezzo del loro generale Polavieja assassinarono il generalti Leyte Vidal, invitandolo a un (I) )lanifesto che ;\laximo Gomez e Francisco Marti, scrissero a nome desii insorti. (llevista Espanola, luglio '05). (2) id. id. (3) Espana y Cuba - ~ladri<l '96.
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