RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 171 i suoi documenti, con tutte le sue collezioni, con tutti insomma gli strumenti necessari al sociologo, esso dovrebbe redigere un inventario generale ove sommariamente si rancolga e si descriva tutta questa varia suppellettile. E come non basta conoscere soltanto il nome e la sco1•za delle cose, così dovrebbe l'istituto prestare temporaneamente, dietro garanzia, s'intende, co;ì come fanno le biblioteche, quei libri o quei documenti che vengano richiesti. Soltanto in questo modo, noi crediamo, che esso da semplice laboratorio potrebbe assorgere a un vero istituto interaazionale. Non bisogna pure dimentic.are un'altra cosa importantissima, già accennata del resto anche da \Vorms nel suo citato articulo: si tratta di compiere uno dei lavori più pre2.iosi di spoglio bibliografico riassumendo prima ciò che è già acquisito alla Sociologia, seguendo poi i suoi progressi quotidiani. Per quanto riguarda il primo punto bisognerebbe fissare dei capi riassuntivi sotto cui raccogliere gli sparsi materiali, come ad esempio, evoluzione della famiglia, economica, giuridica, politica, artistica ecc. a ciò poi si dovrebbe aggiungere anche - ciò che non è stato ancora accennato - la bibliografia dei lavori teorici messi in campo dai vari indirizzi di Sociologia, allo scopo di informare lo studioso di tutti i lavori già fatti e di orientarlo, per così <lire, nel pelago immenso e sconfinato dei materiali greggi e delle diverse scuole che sopra essi più o meno scientificamente hanno innalzato il loro edifizio teorico. Quanto al secondo punto la cosa è molto più ovvia e piana. Basterebbe stare al corrente di tutte le pubblicazioni sociologiche mondiali e fare uno spoglio di tutti i principali e più importanti articoli che compaiono sulle riviste. Di facile soluzione è pure il problema della pubblicazione di questi bollettini bibliografici. La ra.ssegna dei lavori già fatti si pubblicherebbe in vari volumi separati, la rivista delle r·iviste e dei libri nuovi o in un apposito bollettino o in un'appendice dell'o1·gano <lell'istituto che è rappresentato presentemente dalla Revue internationale de Sociologie. Non ci dissimuliamo certamente le difficoltà segnatamente per i prestiti dei libri e delle collezioni, così dei documenti come delle statistiche. La questione intricatissima dei prestiti, a nostro senso, dovrebbe essere rimP,SSa a un tempo avvenire: per ora la cosa più urgente e che dovrebbe sempre più attirare l'attenzione dell'istituto dovrebbe essere il bollettino bibliografico, fatto presso a poco, ma con criteri più larghi, come quello che da circa due anni va pubblicando l'ufficio di bibliografia sociologica di Bruxelles cui spetta il merito di aver lanciato per il primo questa idea nuova e feconda. Non vogliamo per ora imboscarci nelle cifre: certo è per altro che la tassa d'ingresso dovrebbe essere di molto aumentata, non solo, ma da fissa ed unica mutata ed in periodica. Non è da dimenticare poi anche che per quanto concerne il bollettino buona parte delle spese verrebbero coperte dal ricavo delle vendite. La questione, lo ripetiamo, è grave e irta di difficoltà d'ogni specie, ma è tale e tanta la sua importanza che sa1·ebbe stolto il volel'la dissimulare per il timore di affrontarla: o l'istituto vuole diventat'è fiorente ed esercitare una funzione per vero benefica e allora deve agevolare le ricerche dei sociologi col fornire almeno ai suoi aderenti l'indicazione delle fonti da consultarsi; oppure esso vuole restare quale è, vale a dire un puro elenco di nomi più o meno illustri e allora preferibile è il suicidio ad una vita senza infamia e senza lode. Il problema è pur certo suscettibile di varie soluzioni. Noi coll'augurare che l'istituto, oltre ai congressi e alla pubblicazione della Revue, dia alla luce per ora un bollettino bibliografico lasciando per l'avvenire la questione dei prestiti, abbiamo voluto accennare soltanto ad un lato del poliedrico argomento: ad altri, e più di tutti all' indomato amore e allo studio indefesso di René Vv orms, l'indicare altri mezzi più spicci ed efficaci per trasfondere nelle vene del1' istituto, irrigidite dal!' inerzia, un nµovo sangue più vivo e vitale. ALESSANDRO GROPPALI. DELlZIE TRIBUTARIE. I. I dazi doganali, e quelli in genere sui consumi, obbligano i commercianti ad anticipar~ la somma del dazio, e quindi si risolvono in un mezzo di accentramento dei capitali. Il piccolo capitalista non può resistere alla concorrenza del grande, perchè non può fare quelle anticipazioni; e su di esse il consumatore paga un interesse al capitalista. IL Le spese di procedura degli esattori · contro i contribuenti morosi, secondo la tabella di legge, sono in progressione inversa dell'ammontare della tassa. I più colpiti sono quindi i piccoli possidenti, cioè i proletari di domani. III. Le tasse sui passaggi di proprietà gravano maggiormente sulla piccola possidenza, perchè sono i piccoli fondi che mutano di frequente di proprietario. Le grandi possessioni, assicurando l'agiatezza e la ricchezza, non si vendono nè si esp,ropriano facilmente. Inoltre i passaggi di proprietà per espropriazione moltiplicano le tasse a causa delle ~pe~e di procedura. IV. La tassa fondiaria, essendo percentuale sul reddito presunto, premia le terre di maggiore fertilita o di migliore posizione, perocchè due terre diverse perchè diano lo stesso reddito richiedono diversa quantita di capitali e di lavoro. La terra meno fertile o di peggiore posizione ne richiede di più; e quindi per questa la tassa grava maggiormente sul lavoro umano. Invece le terre di maggiore fertilita o di migliore posizione, che sono fattori dovuti alle forze native della terra o allo sviluppo sociale e quindi spettanti alla collettività
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