154 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI difesa della libertà e della prop•·ietà, costituità sotto la presidenza di lord Vv emyss, unicamente per combattere l'indirizzo economico sociale del socialismo di Stato, propugnato in Germania da Kant, da Humboldt, da Mohl, da Eotvos, ecc. ecc., che vorrebbero far tutto senza lo Stato, viene respinto e combattuto energicamente dai segua ci del socialismo di Stato apertamente intervenzionisti. Secondo il Wagner lo Schmoller, il Samter, lo Schonbery e in generale secondo tutti i seguaci del nuovo socialismo consel'vatore, è necessario gettare alle ortiche il principio del non intervento, che ha condotto alle più profonde e stridenti ineguaglianze fra gli individui e per ciò ad una crescente disorganizzazione sociale ed al malcontento. Nella lotta economica, come spesso diceva il principe di Bismarck, che pel suo temperamento autoritario si avvicina alla nuova scuola sociale tedesca, i deboli hanno diritto ad aiuto e protezione secondo la loro necessità. Lo Schmolle1• considera lo Stato come il gl'ande istituto educativo della razza umana, come il custode naturale dei permanenti e generali interessi morali ed economici della società, e quindi non vi è nessuna ragione di tentare dispettosamente di ridurre al minimum la sua azione nell'attuale regime industriale. Lo Schonbel'g delinea ancor più chiaramente il concetto che dello Stato e delle sue funzioni si è formato la cuoia del socialismo di Stato: « Lo Stato è il popolo stesso nella sua organizzazione politica più elevata, comprensiva della universalità di tutti i cittadini. Questa organizzazione non ha altro scopo tranne quello di promuovere il bene di tutti, riconoscendo uguali diritti in ciascuno di rendere possibile a tutti un' esistenza sociale pacifica ed il raggiungimento dello scopo etico della loro vita e di <:ondurre tutti gli uomini verso un grado di benessere, di libertà e di civiltà, che senza tale organizza.zione, non potrebbe da essi venire raggiunto mai ». (La Economia Sociale introd. al Manuale dell'Economia pubb. nella III Serie della Biblioteca dell'Economista). Così, di fronte all'individualismo economico che logicamente, come osservava l'Huxley allo Spencer, conduce al nihilismo amministralivo, i socialisti vorrebbero allargal'e le funzioni dello Stato da una parte, e dall'altra limitare l'azione dell'interesse personale e dell'egoismo nel campo economico, mediante una lunga serie di ieggi sociali e di provvedimenti autoritari, onde rendere, secondo Luio Brentano, « possibile alla classe dei lavoratori il massimo sviluppo delle facoltà individuali e la corrispondente partecipazione dei lavoratori ai beni della civiltà, ponendoli in condizioni tali mercè le quali possano pervenire a quella che è la base di ogni sviluppo personale, la consecuzione, cioè, di una entrata suf ficientc, sicura ed indipendente». (La questione ope: raia, nello slesso 11Ianuale dello Sch(Snbei·y). Ma se il socialismo di Stato non accetta da.!l'indhidualismo politico ed economico, il concetto negativo dello Stato e dei suoi offici; d'altra parte non accetta neppure dal puro socialismo il concetto endemonistico dello Stato. Generalmente il socialismo puro non è né dqvrebbe essere almeno giammai monarchico. li socialismo francese della scuola integralista del Malon è francamente e logicamente repubblicano in quanto che accetta la Repubblica non solo come la forma razionale della Democrazia moderna, ma come mezzo precipuo per una futura trasformazione sociale. Esso vu ile trasformare radicalmente lo Stato sulla larga base della giustizia distribuitiva, fondata sull'eguaglianza materiale dei mezzi di sussistenza. 11 socialismo preso nel suo largo significato di una nuova concezione sociale, secondo Hector Dénis professore di scienze politiche all'Università di Bruxel1.,s si fonda sopra i tre seguenti postulati : l. 0 L'uomo non è esclusivamente diretto dal suo interesse personale, anzi a misura che s'accresce in lui il sentimento della sohdarietà umana si lascia guidare da un alto principio morale: l'altruismo; i. 0 li diritto economico nuovo ha per principale carattere l'azione riformatrice dello Stato; 3. 0 La proprietà è una istituzione storica sempre modificabile e pel'fettibile. La sua tl'dSformazione graduale farà disparire le 9pposizioni di interessi che esistono tra i fattori della produzione facendo partecipare tutti i lavoratori alla proprietà o al godimento degli strumenti di lavoro. Per realizzare questi tre pl'incipali obbiettivi di politica sociale radicale, il socialismo deve anzitutto porre mano alla trasformazione dello Stato attuale monarchico e privilegiato, per quella suvrema necessità politicà che Mazzini enunciava nel modo seguente: « È necessario organizzare anzi tutto lo Stato in un senso la vorevole al progresso morale, intellettuale ed economico del popolo, e tale che renda impossibile ogni e qualsiasi ant2gonismo alla causa del progresso >>. Ed é precisamente su questa suprema necessità che, secondo noi repubblicani e secondo me mazziniano, la questione politica s'impernia sulla questione economica. Or il socialismo conservato1·e accetta la forma politica dello Stato fondato sul principio reazionario dell'ereditarietà, ed è quindi essenzialmente monarchico. Il suo ideale polifco è la monarchia sociale(?) Pretende anzi che la riforma sociale non potrà realizzarsi che colla monarchia e per mezzo esclusivo della monarchia. Vuole riformare non trasformare lo Stato. Così per esempio lo SclJmoller, ripentendo un pensiero di L,1ssalle, scrive « che una forma monarchica è un grande beneficio per lo Stato, quando è associata a tradizioni, simili a quelle della monarchia prussiana, che riconosce i suoi doveri». FRANCESCO MORMINA. _,,.~,~/"'../'o../"'-. ~ 'J"'J" ~ La Rivista Popolare cli Politica Lettere e Scienze sociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagine in 4° grande.
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