150 RIVISTA POPqLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI di proJuzione che non servivano neppure ai bisogni locali, P1·ima che la lotta asp1•a nel campo industriale si accenni,'l' Italia potrebbe, agevolando in tutti i modi l'industria, avere un lungo periodo di floridezza. Sodisfatte le 1·ichieste del consumo interno, il basso prezzo di alcuni prodotti italiani, li porterebbe nel mercato internazionale, e questo che è vastissimo e si va allargando coll'estendersi delle colonie, non potrebbe nè oggi nè in un tempo vicino prevedibile · rimanerne saturo, od accogliere prodotti che altri paesi offrono a maggior prezzo, o mettersi in con- * * E poichè i fenomeni economici e quelli sociali sono gli uni alla diretta dipendenza degli altri, concatenati come le ruote di un ingranaggio, da questo affievolirsi violento della attività industriale e commerciale procedono la maggiore disoccupazione, la corruzione, la miseri!!. e la delinquenza. CESARE CASTELLI. P.ERLA SARDEGNA.( 1 ) dizioni di supplire colla industl'ia locale ai propri L'Italia, nella Sicilia e nella Sardegna, possiede consumi. due sentinelle avanzate nel mediterraneo che per le Ma tali considerazioni spingono troppo oltre le no- loro condizioni di clima e di suolo dovrebbero essere stre vedute e conviene tornare nel modesto ambito sorgenti di prosperità e di sicurezza; la malvagità della vita industriale, e vedel'e dove direttamente si secolare degli uomini e dei governi, invece, delle avvel'a la persecuzione fiscale. due isole belle, han fatto una sorgente di preocLo Stato, che voleva per i suoi fini ottenere facile cupazioni. ed ampio tributo, è andato a colpire con enormi ag- Stampa e Parlamento da molti anni discutono vigraYi e con una sorveglianza più che vessatoria le vacemente, se non proficuamente, della Sicilia; meno più fiorenti industrie, e ne ha ben visti i risultati nel si occuparono della Sardegna, sebbene i mali suoi, breve volger di pochi anni, e ad ogni nuovo provve- della stessa natur,1. di quelli della prima, siano asdimento tendente ad aumentare le precedenti fiscalità. sai più gravi. Chi volesse ricerca,.e le cause della l'i ella fabbricazione dell'alcool, malgrado il ere- differenza nel trattamento fatto dalla pubblica opisciuto consumo, il prodotto da 225 mila ettolitri è nione e dal mondo ufficiale alle due isole, ne trovedisceso a 166 mila, e le fabbriche da 8487 a 3285. rebbe una che dovrebbe far pensare e che non ha Le fabbriche .di Birra, che nel 1887 davano un agito soltanto in Italia, ma sempre e da pel'tutto. La prodotto di 175 mila ettolitri, non ne dettero nel causa è questa: i Siciliani hanno fatto numerose ri1804-95 che 95 mila, sebbene l'uso di tale bevanda volte e qualche rivoluzione fortunata; i Sardi, tranne fosse generalizzato. un tentativo d'insurrezione, tosto represso, a SasLo sttsso è accaduto delle fabbriche di polvere sari or sono più di cinquantanni, si sono mostrati piri.:a e di esplo~enti. Sopra 093 polverifici esistenti rassegnati al loro fato e ci tennero per tanto tempo solo 76:3 sono in esercizio, e la loro produzione, che a dirsi ed a mostra1•si sudditi fedeli di quei Sabaudi, ·nel 189~-93 aveva toccato la cifra di 22,409 quintali che, a giudizio di Thouvenel, di Esperson, di Siotto è ridotta, dopo soli due anni, cioè nel 94-95, ad Pintor, verso la Sardegna agirono come tanti \'erri 11,154 quintali. • spoliatori; e la Sardegna ebbe realmtnte sotto i RoFinalmente, nella somma delle relazioni commer- mani il suo Verre iu Vipsanio Lega, che fu punito ciali coll'estero l'opera si completa. da Nerone. Ai dazi fortissimi si unisce l' imposizione del pa- I Sardi, colla loro supina fedeltà, ebbero adunque gamento in oro, e il danno lo risentono direttamente quello che meritarono, e la loro sorte può servire i consumatori italiani se importavano prodotti con- d'insegnamento a tutti. Riforme e miglioramenti non fezionati, i produttori e le industrie tutte, per ciò si ottengono dai governi e dalle classi dirigenti se che rigual'da le materie prime destinate ad alimen- non si chiedono minacciosamente; se all'occorrenza, tarle; la forma delle esportazioni e delle importazioni non si strappano colla violenza. si rileva dalle seguenti cifre: In favore della Sardegna e come un' eco dei moti Anno Commercio generale di Sicilia del 1893-94 e dei provvedimenti promessi 1886 2.635.000 c'è adesso un certo risveglio; si torna a studiarne 1887 2 -835 ,000 le condizioni dai privati e dai rappresentanti del go1890 2.501.000 · d 11 1891 2.401.000 vel'no. Non è difficile che si ritorni a dormire e a 1895 2.333.000 grossa se i Sardi con qualche forte conato non salo questa diminuzione ha la. sua importanza il de- pranno tener desti coloro, cui incombe l'obbligo di crescere delle importazioni, che potrebbe riuscir di provvedere. conforto se provenisse da uno sviluppo tale delle no- Ad un Siciliano come me, che non conosce de. visu stre intime attività da rendere inutile il ricorrere la Sardegna, non è dato emettere giudizi propri e. all'estero, ma che dimostra invece il progressivo impoverimento del nostro paese giacché deriva da cessazione o da traslazione di consumo, imposto, o dall'enorme dazio d'importazione, o dalla impossibilità di destinare il denaro a consumi di lusso, o maggiormente raffinati. (1) La Rivista sinora non ha voluto occuparsi dell' importantis• sima relazione Pai s sul1e condizioni della Sardegna, perchè alcuni collaboratori sardi promisero intrattenersene con la dovuta compe,. tenza. In attesa dei loro articoli pubblichiamo questo, che ci manda il nostro Siculo, il quale prendendo occasione dall'esame di un libro recente, volle dare una prova delle simpatie che in Sicilia si hanno verso la sorella sventurata.
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