Rivista di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 7 - 15 ottobre 1896

128 RIVISTA.POPOLARE DI POLITICA.LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI e la religione col mezzo del bene attuale. Però siccome non si assomigliano tra loro le generazioni storiche, non si assomigliano tra loro le produzioni estetiche, e l'artista sentendo palpitare intorno a sè - ora l'ideale pagano e ora l'ideale cristiano, ora l'ideale rivoluzionario umano e ora l'ideale rivoluzionario patriottico, servasi variamente della sua arte come leva col fine ultimo di realizzare quell'ideale che egli, vate, aveva suscitato, divinato, interpretato. Così l'umanità descl'ive nel tempo e nello spazio le fasi della sua infinita evoluzione, e gli artisti sono . i suoi maggiori indìgeti. Potremmo noi più rifare gli ideali della Grecia, gli ideali del M€dio-Evo, gli ideali che hanno suscitato la Rivoluzione francese, gli ideali unitari italiani? E se non poti·emo più rifarli, sarebbe volontà degli Dei che questa forma di attività psichica conservatrice venisse meno nell'uomo o almeno restasse come semplice espressione rudimentale? E non vi ha altri ideali che ne premono da presso e che ciecamente i più niegano ovvero trascurano ? Andate a Roma, montate la rnalea del Palazzo di Belle Arti e fermatevi nella sala del Cristo Morto dinanzi alla Statua di bronzo di Emilio Marsili, raffigurante una madre con un bambino in collo sq_ll'orlo di una rupe ai cui piedi spumeggiano i marosi. Quella madre ha fame e soffre a morte, un pensiero terribile l' è venuto alla mente, non nè può più e per suggello alla sua vita di dert' litta ella vuol gittarsi nelle onde. Ma la tempesta è violenta, il ven- ' to la respinge indietro, i marosi gorgoglianti ai suoi piedi hanno tuo_ni formidabili di minaccia, e la povEretta si ritrae inorridita, stringendo forte al collo il puttino. Chi ha 1rascinato quella dolente madre a tentare il suicidio, che il mare in tempesta più pietoso ha impedito? Fate vi più in là nella medesima sala, e fermatevi dinanzi al cavalletto su cui posa il bassorilievo di bronzo del Vela, raffigurante una pietosa scena di operai giù in fondo a una miniera: due d'essi poi·- tano su di una barella il cadavere di un loro compagno e due altri illuminano la 1riste via con le lucerne. Miserabile è l'aspetto dei nuovi trogloditi, maceri sono i loro corpi mezzo nudi, ma nello sguarJo bieco essi più che la pietà per lo sozio morto hanno l'odio per li vivi di sopra che li hanno imprigionati nelle viscere della terra. E fermatevi in una delle sale superiori dinanzi al Proximus tuus del D'Orsi. Quanta pietà desta il misero zappatore di bronzo, macilento e quasi tutto nudo, che si è buttato a teira, non potendo più lavorare, e che nell'occhio spento non ha nè sconsolazione nè odio ! Per chi penano giù nelle ime viscere della terra gli operai della miniera; per chi pena su, piova o ai•da il sole, il proximus tuus, fecondando coi sui sudori il suolo ? Leggete la poesia de1Carducci intitolata: In morte di bella e ricca signora, benchè pur troppo non sia più scaldato dalla musa delle rivendicazioni sociali il poeta, Chi trascina alla morte quest'altra madre, con- • trapposta alla bella e ricca signora morente confor• tata di affetti? E che morte ed eredità I Al passo della morte niun la prepara? e niuno è che qui gema? ecco: un parvol si strascica su quelle paglie, e chiede pur del pan; e un infante col rabido vagito della fame contende e si travaglia col viso macro, con le dita grame intorno dell'esausta poppa. Ella guarda, e a sè lo stringe invan. Lente cadon le braccia, il guardo le si vela, e pia morte la faccia degli affamati suoi figli le cela. Devoti essi alla livida colpa ed al vorator morbo son già. Non sentite il grido umano della miseria in queste forme estetiche che io ho scelto tra moltissime? Non sentite il grido precursord di una nuova civiltà? « Io mi sento sicuro » ha detto qalche mese addie1ro il De Amicis al signor Ugo o;etti (che lo aveva interrogato in un colloquio) « sull'avvenire d<'lla lettera tura sociale. Contrario all'arte il secialisrno ? E perchè? Come fonte di inspirazioni, mi pare che sia ·prezioso: quale avvenimento moderno genera altrettante emozioni della minacciata, temuta, maledetta lotta di cJ.1,sse; quale? Dopo il patriottismo e la tetteratura patriottica in Italia non abbiamo avuto alcuna forma di letteratura vitale. Il socialismo ce la darà. Ma gli artisti e i letterati discutono, come tutti i borghesi, coi loro interessi personali davanti agli occhi. In quanto all'eguaglianza sociale - ha aggiunto - che intendono i nostri nemici per eguaglianza? L'eguaglianza davanti alla legge? Questa c'è, mi pare, per diritto costituzionale. L'eguaglianza morale o intellettuale? Questa sarà sempre impossibile; e anche fuori dei letterati ci saranno degli asini accanto a uomini di spirito, come ci saranno degli uomini formosi accanto a uomini brutti. Eguaglianza economica? E chi l'ha detto? L'ha detto il socialismo posticcio che essi si fanno: vi sarà sempre per ogni opera il valore di consumo, il valore di utilità della collettività». * * Il concetto della democratizzazione (mi si passi la parola) della scienza e della politica, la quale non è che la vita che si esplica nello Stato, è tutto moderno. Per esso la scienza non è più il fastigio di una classe sociale, ma patrimonio di tutti gli uomini i quali hanno il diritto e il dovere di conoscere le leggi della natura nella quale vivono; !)è la politica è più il fastigio di un'altra classe, ma campo aperto a tutti i cittadini, i quali , i concorrono con le ele·• zioni dei magistrati, che son chiamati a far le leggi e a farle eseguire nel comune interesse. Parimenti moderno è il concetto della democratizzazione della industria, la quale con l'emancipazione del lavoro

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