Rivista di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 7 - 15 ottobre 1896

126 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI petuo, a seconda che le vicende politiche ci saranno avverse o favorevoli. Ma fu prudenza, fu buona politica l'avere riconosciuto il fatto compiuto a nostro danno in Tunisia ? La Compagnia dell'onore avrebbe voluto che l'Italia· ci si fosse rifiutaia ed avesoo assunto quell'atteggiamento di querula protestante contro la Francia che con tanta nostra buona salute il Papa mantiene contro l'Italia. Ciò .che valgono le proteste lo lasceremo dire all'ottimo Economista di Firenze che così scrive nel N. del 4 Ottobre: « L'Italia ha creduto di esser lesa :µei suoi inte- « ressi (non certo nei suoi diritti) per la occupa- « zione francese di Tunisi ; forse la sua suscetti- « bilità si risentì più del modo che del fatto. E « tutto questo è spiegabile e giustificabile ; ma il « perseverare essa sola, l' Italia, a non voler rico- « noscere il protettorato francese a Tunisi, mentre « tutte le altre potenze lo hanno rfconosciuto è « cosa che non ha senso. Il mondo va diventando « positivo sempre più e bada alla sostanza più che ~< alla forma. Si comprenderebbe la continuazione « della protesta se mediante la propria forza e q\}ella « dei suoi alleati l'Italia fosse riuscita o stesse per « riuscire a~disteuggere il protettorato ; ma non vi « è nemmeno uno scolaro di liceo, il quale colla « storia alla mano non soggiunga che se l'Italia « avesse o per propria forza o per quella dei suoi « alleati desiderio e modo di distruggere il pro- « tettorato francese a Tunisi, lo farebbe anche se « fosse avvenuto il riconoscimento. A quale scopo « quindi mantenere una causa di dissidio , che si « traduce in danni materiali e politici ? Per fare « sapere ai francesi che la occupazione di Tunisi « ci ha offeso ? Pare a noi che a persuaderli di ciò « il tempo corso sia bastato ... « Le nazioni, le quali abusano della protesta e sono « materialmentb impotenti a far prevalere la loro « opinione, somigliano ai regnanti spodestati, che « vantano sempre il loro diritto e continuano a con- « siderarsi re, quasi fingendo di non sapere che non « hanno pitt regno. Da principio può anche destare « ammirazione la loro dignita, ma a poco a poco il « pubblico apprezza diversamente il loro modo di « agire e finisce a riderne. È storia di tutti i giorni. » Sottoscriviamo di gran cuore a queste savie considerazioni e soggiungiamo che le nazioni, che provvedono sul serio ai loro interessi e alla loro dignità, se offese o danneggiate, si raccolgono e attendono il momento per riprendere il loro posto: La Russia dopo la guerra di Crimea dette l'esempio buono e imitabile. Se l'Italia ha da lavare col sangue - e noi lo escludiamo recisamente - l'offesa di Tunisi, cessi di protestare inutilmente e poco decorosamente e si prepari. Non saranno i Trattati del 38 settembre, che potranno trattenerla e vincolarla, come non fu il trattato del 4 Settembre 1864, che la trattenne sulla via di Roma. La compagnia della protesta , però , non consiglia la politica del prigioniero del Vaticano pel gusto di far perdere dignità al proprio paese: essa aspira a q.ualche cosa di piii sodo e di più criminoso. Essa sa che a Tunisi, senza un accordo, gl'incidenti dolorosi per la nostra colonia si centuplicherebbero e sa che se l'Italia ha scan,:ato la guerra per miracolo pei fatti del Brasile, di Aigues Mortes e di New-Orleans, alla guerra - e guerra popolare - sarebbe trascinata fatalmente se offese e prepotenze si commettessero a Tunisi contro gli Italiani. Essa sa che colla politica della protesta a Tunisi si avrebbe nella nostra colonia una bomba carica di dinamite, che da un momento all' altro scoppierebbe. Essa vuole la guerra a breve scadenza, come ha fatto intendere per bocca dei suoi oratori a Montecitorio ; e la sciagurata, da vera nemica della patria, dimentica le parole ammonitrici pronunziate in Senato dal Generale Primerano, ex capo dello stato maggiore : la guerra in Europa oggi sarebbe la disfatta irreparabile dell'Italia. Per quanto lungo e noioso pei nostri lettori sia stato questo articolo, esso non esaurisce'la discussione sul vitale argomento; noi saremo costretti a ritornarvi per dimostrare che Tunisi somministrò il pretesto alla entrata dell' Italia nella Ti·iplice e Tunisi prova nel modo piit eloquente che in quanto a noi la Triplice è fallita interamente allo scopo. I trattati del 30 settembre, intanto , insegnano che la Estrema Sinistra non deve pentirsi del voto dato all'on. Di Rudinì sulla politica estera. Si può aggiungere che se la Estrema non potrà _perdonare all'attuale Presidente del Consiglio i metodi crispini disonesti, violenti e incostituzionali adoperati contro i socialisti in Italia, e l'illegale scioglimento della Federazione La terra in Corleone, il paese gli dovrebbe viva riconoscenza se egli riuscisse a far sì che Tunisi, già pomo della di'scordia tra l'Italia e la Francia, possa rappresentare il primo passo per il ristabilimento delle buone relazioni tra le due sorelle latine. Dr N. CoLAJANNI. Rivolgiamocalda preghiera agli abbonati della ''Rivista,, che non fanno la collezione a volere rinviare alla nostra Amministrazione ,IN. 3 del 2. 0 anno. - I rivenditori che hanno delle copie invendute del medesimo numero sono pregati a volerle restituire. Durante le vacanze parlamentari spedire Vaglia o CartolinaVaglia all'on, Dr. Napoleone Colajannl - Castrogiovanni

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