Rivista di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 7 - 15 ottobre 1896

RMSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 137 suo pupillo una relazione rimarchevole, una vera parentela spirituale, dalla quale derivano degli obblighi giuridici. Il pupillo doveva a'3sistere il suo « padre balio » quando egli cadeva in miseria; doveva soccorrerlo nella sua ver.chiaia. Al maestro toccava il p1•odotto del lavoro dell'alunno pel' tutta la durata dell'educazione. Come pure il primo guadagno che questi faceva esercitando il mestiere al quale era stato iniziato. In certi casi il « padre balio » eredita va dal suo pupillo. Altre particola1•ità riguardano la capacità d'ereditare. Questa varia. Il figlio resta sottoposto alla potestà paterna insino a ohe vive il padre; la donna maritata non può contrattare senza l'assen· timento del padre, del suo tuto1•e o di suo marito; il monaco deve essere assistito dal suo abate. Numerose distinzioni deriyano da questo fatto che la maggior parte della popolazione non ha diritto assoluto di proprietà. In diritto criminale esiste la convenzione. Abbiam visto che nel Senchus M6r nò·n si parla di moneta metallica; le monete in uso per valutare le convenzioni, sono la cumhal, la bestia di c<r .1a, il sacco d'orzo. La parola cumhal significava originariamente« donna schiava» più tardi servì a designare ogni bene che equi valeva ad una donna schiava, di cui il prezzo e1·a stato stimato essere a tre vaoche. Le bestie di corna servivano ugualmente allo scambio. Il sacco, il miach, era una misura di cui il contenuto, il frumento, era stato valutato, secondo la glossa delSenchus Mor, a uno stabilito prezzo in argento. Le guerre ti•a le differenti tribù erano continue. Le obbligazioni militari erano strdttamente stabilite, chiunque possedeva una eredità era tenuto a seguire il re in tre guerre, e raggiungere le sue truppe quando ne era richiesto; chiunque possedeva uno scudo doveva prender parte a i utte le SiJedizioni di saccheggio: il resto del popolo doveva esser 1•rJnto tutti i giorni a respingern gli attacchi esterni. Sino alla fine del VII secolo le donne erano obbligate al servizio militare. Fu Adamuan abate di lova, che fece abolir quest'obbligo. Un giorno, dice la glossa, egli traversava la pianura. Era con sua madre che trasportava sulle spalle. La madre e il figlio videro due truppe armate combattenti tra loro: la madre notò una donna, la quale aveva fatto entrare una falcinola di ferro nel petto di un'altra donna della truppa opposta. Infatti, dice il glossatvre, in quei tempi, le donne andavano, come gli uomini, a combattere. La madre di Adamuan scese dal dorso del figlio e sedette per terra. Tu non mi leverai di qui, disse ad Adamuan, insino a che le donne non sa1•anno per sempra liberate dall'obbligo di fare la guerra. Adam11an promise di far sì che questo suo desiderio fosse realizzato. Successe, che dopo ciò ebbe luogo una grande assemblea in Irlanda. Adamuan vi andò qual delegato del clero di Irlanda e riuscì a liberarvi le donne dall'obbligo del servizio di guerra. Ogni sistema militare era sanzionato da un'abile organizzazione di sequestri, che il capo della tribù poteva fare operare senza ordini preventivi, e ohe eran seguiti dallo immediato trasporto degli oggetti. La guerra si faceva con crudeltà. Nelle leggende epiche ciò che è più di tutto vantato é la violenza. « Dall'ora in cui Canaoll il Trionfatore, figlio di Amorgan dai capelli di fuoco, prese per la prima volta la lancia in mano, egli non lasciò passar un sol giorno senza ferire, una sola notte senza uccidere un abitante di Cannaught; e non si addo~mentò mai senza aver sulle ginocchia la testa recisa di un abitante di Connaught. Non vi fu in Irlanda terr'a di piccolo nobile in cui Conaoll il Trionfatore non avesse ucciso un uomo. » Volete la descrizione d'una battaglia? «: Quanti v'ha:n granellini di sabbia nel mare, di stelle in cielo, di goccie di rugiada in maggio, di fiocchi di neve in inverno, di chicchi di grandine in un uragano, di foglie in una foresta, di spighe di grano giallo nella pianura di Breg, di zolle sotto i piedi dei cavalli d'Irlanda in un giorno di estate, altrettante metà di teste, di cranì, di mani, di piedi, alt1•ettante ossa rott~ furon disperse nella pianura di Murthenmè: essa diventò ,grigia pei cervelli schizzati dei nemici, tanto fu crudele la battaglia data contr'essi da Cuchulain. » Durante le guerre si formavano trattati di alleanza; cessate le guerre si concludevano trattati di pace. Da ciò un dritto insertribale che, circostanza notetevole, era fornito di sanzione. Il Senchus Mo1· comprende diversi punti in cui si legge di sequestri pronunziati contro coloro che avevan violato ·una convenzione conchiusa dai capi di tribù, una cavide, per dirla con parola celtica. · Verso la fine del XVI secolo, come abbiam visto, sparirono maestri e pratici del dritto irlandese. I giuristi del governo conquistatore dovevan prendere l'offensiva, ed è così che Uili primi anni del XVII secolo Sir John Davies, governatore generale d'Irlanda, denunziava le teorie giuridiche celtiche come tendenti alla distruzione della cosa pubblica. I principi del dritto inglese, la sua or6anizzazione giudiziaria, la sua procedura furono introdotte. Un cr,ore venne commesso, spaventevole per .le sue conseguenze. Inbevuti delle idee romane sulla proprietà, i legisti inglesi non badaron troppo alla org<1.nizzazione della tribù, essi attribuirono al c1po le terre che in realtà appartenevano alla comunità intera, e quando, sotto pretesto di tradimento e di ribellione i turbolenti ca pi erano perseguitati e condannati, la confisca colpi va la proprietà comune dei membri della tribù. Il dritto della vecchia Irlanda venne oltraggiosamente calpestato. Secondo la parola del glossatore « il Senchus Mor proteggeva contro l'ingiustizia, così come la casa protegge coniro il freddo e l'inclemenza della stagione. » D'ora innanzi, per un lungo periodo non ancor chiuso, non vi sara più soccorso! L'iniquità r.igne1·à sovrana. Ma Ercimi non dimenticherà il precetto dei B,-ehoni: » non cessar di protestare, non cessar di gridare contro l'ingiutizia, per tema che essa non possa invocar la pr<lscrizione I » ERNESTO NYS.

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