RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 135 estende secondo che la potenza inglese è tenuta in rotta o afferma la sua superiorità. Al di là del « Palo » si trovarono dei Normanni divenuti !l'landesi quanto gl'Irlandesi stessi, poi ancora più lungi gl'Irlandesi selvaggi come li chiamano gl'Inglesi. Sotto il Regno di Enrico VII il governo avea così poca autorità che il s·stema celtico dtlle tribù si estendeva su quasi tutta l'isola: gli abitanti vivevano di vita. nomade, si dedicavano alla pastorizia, occupandosi appena di agricoltura. Nel 1530 il Palo, che avea compreso sino a dodici contee, era ridotto al terzo, e un documento posteriore di qualche anno a quell'epoca ci mostra la nozione che si avea di esso; il « noble follle the tringslandis of Irlanda,» cioè «il nobile popolo delle terre del re d'Irlanda » erd. diviso in: sudditi del re, in inglesi ripelli, e in Irlandesi nemici. Non yogliamo descrivere le violenze commesse, limitiamoci a dire che sotto Elisabetta degli uomini di Stato suggerirono l'idea di fai• dell'Irlanda. una co• Ionia esclusivamente inglese, e rammentiamo le crudeli transpiantazioni di popoli interi ordinate dal parlamento sotto il regime di Cromwell. Al XVI[ secolo la potenza inglese crebbe sufficientemente per sostituire dappertutto il diritto inglese al dh•itto irlandese. Sino al XVI quest'ultimo era ancora in vigore: per testimonianza dello storiografo Camd,:m « gl'irlandesi avevano i loro giuristi ch'essi chiamavano bl'ehoni, e che in dati giorni, su una collina elevata, sostenevano il diritto tra coloro c:he avevano dei processi. » Prima della fine dello stesso secolo gli Ollambretheman, vale a dire i capi delle scuole del diritto, scomparvero; i bi·item, i brehoni non pronunziarono più le loro sentenze: il vecchio diritto era morto! Questo dil•itto irlandese .offre delle originalità ad osservare. Generalmente, gli studi giuridici presentano un certo pericolo: essi esagerano il rispetto della tradizione e indeboliscono lo spirito :critico; il giureconsulto accetta facilmente i comandamenti emanati dalla pretesa Autorità, scaccia ogni duhbio intorno alla legittimità delle regole esistenti, s'inchina. rispettosamente davanti le istituzioni, e non pensa a domandarsi se queste non costituiscano altrettante usurpazioni. Nel diritto irlandese punto potere legislativo, punto potere giudiziario; nient'altro che sentenze arbitrali che non si devono accettare ma accogliere e rispettare: ecco la Situazione. Agli occhi dei brahoni legiferare sarebbe sembrato eccesso di potere, come giudicare sarebbe parso una usurpazione ingiustificabile sulla libertà dell'individuo. Il fenomeno è di una importanza considerevole nella storia delle istituzioni politiche. Serve di spiegazione di giustificazione a quella teoria su l'origine del diritto, sec mdo la quale, dacché una contestazione appare, non v'ha autorità che possa troncare pacificamente il conflitto; non resta che il ricorso alla forza; ma ciò solamente sino a che si forma l'opinione generale che, ad evitare continue perturbazioni, bi - sogna sottoporre le controversie all'arbitrato. Non è constatato che nella procedura primitiva chi domanda afferma il suo diritto con atti di ostilità contro chi nega? Parimenti per lungo tempo chi guadagna la lite non ha il dritto di rinunziare al benefizio della sentenza e di ricorrere puramente e semplicemente al suo imperscrittibito dritto di vendetta? Quest'ultima nozione viene confermata dal diritto scandinavo nel medio evo. Del resto, nelle nostre società politiche moderne il diritto costituzionale non è privo di sanzione? V'ha un potere legislativo e un potere giudiziario nel diritto internazionale? Una parola sulla situazione politica. Il paese era diviso in più regni, sui quali una razza guerriera, i Milesiani, i figli di Mileath, venuti probabilmente dalla Spagna, esercitavano la supremazia. Un re principale aveva la sovranità sui re provinciali; i quali alla lor volta comandavano ai capi di tribù. A Tara sulla, «pietra del destino» aveva luogo l'incoronazione del- !' Ard-Ri, dell' « altro re »; a Tara questo risiedeva circondato da una milizia potente, corporazione di b:udi esercitati nell'arte militare e in quella poetica; a Tara si tenevano le grandi riunioni triennali: tutti i chieftciins venivano ad accamparsi nella pianura attorno alla collina reale e in mezzo a feste solenni si suggellava l'amicizia. L'organizzazione era feudale; ma la feudalità celtica si basava non sulla concessione della terra, ma su quella del bestiame. Tra i vassalli alcui erano liberi, altri schiavi. Un'autorità religiosa s'era sviluppata, quella dei druidi; in l'Jaltà non erano che dei missionari; erano sta,ti visti presso i Celti della Gallia, si vedevano presso i Celti d'Inghilterra e d'Manda. Forse la loro istitu:done era dovuta a una razza non ariana, che, vinta secoli prima, mentre i Celti soggiornavano ancora in Asia, sarebbe pervenuta a imporre questa istituzione religiosa. Presso gli Ariani, intatti, è generalmente il padre di famiglia che presiede alle cerimonie del culto: sotto questo rapporto i Celti fanno eccezione. I druidi esercitavano una influenza simile; essi maneggiavano a lor piacimento le credule popolazioni: essi le atterrivano con lo spaventoso monorolio che avevano di compiere i sacrifizi umani. La loro potenza si affermava in faccia agli Dei, essi insegnavano ch'erano stati loro a fare il cielo, il mare, la terra. La loro consorteria conservava fedelmente le credenze antiche, per le quali una sopratutto era importante: la credenza nell'immortalità dell'anima. Kon che si trattasse di paradiso, d'inferno, e di purgatorio; il morto si pensava, ritroverebbe il doppio del suo corpo e degli oggetti deposti nella sua tomba. Secondo una tradizione il cristianesimo sarebbe stato predicato in Irlanda sin dal primo secolo della nostra era, i missionari sarebbero giunti dall'Asia minore e non da Roma. Secondo un'altra tradizione, S. Patrik che convertì l'isola al V. secolo, si riattaccò· ugualmente all'oriente, e riconobbe la supremazia della sede d'Efeso. Checché ne sia la Chiesa primitiva d'Ir-
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