Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 6 - 30 settembre 1896

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 107 Sul" Memorandum ,, eiSocialisti (il giudizio di un avversario). Fra gli avversari colti e leali del socialismo non mancano le persone che giudicano con serena imparzialità. Egli è cosi che Vilfredo Pareto or è poco constatava che la libertà in Italia ha trovato difensori sinceri e calorosi in Filippo Turati e in Napoleone Colajanni mentre tacciono e quel ch'é peggio, male agiscono, quelli che si dicono liberali e non sono altro che opport1rnisti e reazionari. Dopo le parole franche ed oneste dell'illustre economista che insegna nella libera università di Losanna sono venuti gli articoli dell' Economista sul Memorandum dei socialisti Siciliani. Da un pezzo, e specialmente in Italia, non si era avvezzi a riscontrare, non dil·ò equanimità, ma una certa decenza negli ortodossi i:i.uando si occupavano dei loro avversari; per la novità del caso e per l'importanza della rivista che lo dà, perciò mi pare opportuno riass,1mere il parere formulato dell'Economista nei tre ultimi numeri sul documento succennato. L'autorevole rivista fiorentina comincia dal constatare che il memorandum dei Socialisti ~iciliani è degno di studio per la sostanza e per la forma, lo trova scritto benissimo e con intonazione urbana e pacata, che dà diritto a farsi ascoltare e con quella temperanza di espressioni verso le altre classi sociali e in genere verso gl'intcressi altrui, che colpisce gradevolmente ed è utile porre in rilievo. Ritiene vaga e nebulosa la domanda dell'autonomia rPgionale, non tale da autorizzare menomamenic il S'>Spetto calunnioso cb.'essa miri al sepa1·atismo. Riconosce che la Sicilia più delle altre regioni, per la storia, per le condizioni geo;rafiche ed ogricolc é meritevole di conseguirla. L'unità ha agito coll'assorbire i cnpitali deÙ'isola e coll'impedire l'accumolo di risparmi e la evoluzione nol'male della borghc~ia· << Per avere troppo unito la legislazione italiana ha « troppo disunito; ,, e il sovel'chio accentramento ha generato mali gravi e non pochi alla cui cura urge porre mano. L'Economista si spiega il rapido incremento del partito socialista coll'abbandono in cui fu lasciata l'isola per tanti anni, col trascurarne i più urgenti spoi bisogni. Sicchè il partito più che di socialisti coscirnti suebbe composto da malcontenti. Le co1pe del governo non attenuano quelle delle classi dirigenti: 11..propositodelle quali il memorandum dice al Regio Commissario: « La vostra nomina è un « atto di sfiducia dato dal governo. a queste clas,i di· ~ rigenti ed anche a tutti i Prefetti ed a tutti colo- << ro, che sinora furono preposti nell'amministrazione « dull' isola.» Il nostro avversario non trova da ridire su queste severe parole e le completa osservando che l'inettitudine delle classi dirigenti è genel'ale in Italia; più accentuata in Sicilia. Ben detto! Nella parte economica e politica ad un tempo conviene che l'abolizione del feudo, promossa dall' aristocrazia accerta, non dette e non poteva dare benefici risultati. Il barone si trasformò in proprietalio del latifondo ed i contadini nominalmente liberi in realtà rimasero servi. Questi rapporti anacronistici aggravati dal mal governo che dell'isola si fece dalla capitale generarono la mafia e la particolare delinquenza alla medesima connessa; ciò che sin dal 1886 dimostrò l'on N. Colajanni nella Delinquenza del/a Si-:itia e sue cause e in parecchi suoi discorsi alla Camera, particolarmente in quelli sull'eccidio di Caltavuturo del 31 Gennajo 1893 e del 4 luglio 1896. Si comprende il consenso sull'abolizione del dazio di consumo; sulla retta applicazione della legge sulle opere p' e del 17 Luglio 1890; sull'immiserimento dei contadini; sull'usura e sulla necessità dei probi-viri nell'agricoltura, ma è notevole il dissenso su questo punto del memorandum. L'Economista deplora cJ,e i socialisti domandino per tutta l'Italia, senza tener conto delle varietà delle condizioni il referendum, il suffragio universale e l'elezione annuale e ritiene precisamente che la Sicilia sia la meno matura per tali riforme. Infine esso non sa se sia vero ciò che • dice il memorandum sui procedimenti illegali e disonesti adoperati dal governo e dalle classi dh·igenti per privare del diritto di voto i lavoratori. Pur troppo possiamo assicurarlo che quelle parole sono forse al disotto della realtà. In Sicilia appena il 3 0t0 del totale della popolazione fa parte del corpo elettorale; sicchè per l'isola più che per le altrè regioni d'Italia si può dire che la rappresentanza legale non corrisponde al paese reale. Così si spiega come mai ci possono essere deputati siciliani che hanno applaudito e promosse le inique repressioni, ed altri che stupidamente Ilfgano i mali della Sicilia. L'accoglienza onesta c~e il memo1·andum ha trovato presso gli avversari colti e leali deve essere feconda d'insegnamenti agli stessi socialisti, i quali devono convincerdi che si guadagna di più coll'esporre le proprie buone ragioni con calma anziché col ricorrere alla retorica vuota ed alle formule noiose pappagallescamente ripetute. LeAssociazioni C operative. La cooperazione appare sotto varie forme, sotto varii aspetti. Da prima per eliminare i numerosi intermedia1·ii del commercio che rappresentano i parassiti della produzione e del lavoro, sorse la ccoperativa di consumo. Il concetto ne è abbastanza chiaro: si riuniscono più individui e col danaro da o 6 nuno di essi anticipato comprano una determinata quantità di generi direttamente dai produttori e in condizioni molto favorevoli; li mettono in vendita con un lieve ribasso dai prezzi correnti nel mercato - ccsa per· essi assai facile non sotto5tando alle speculazioni degli intermediarii, e così ottengono doppio vantaggio: la facilitazione nello acquisto dei generi e il guadagno, coi risparmii realizzati nel consumo, che ripartiscono in proporzione del cJpitale anticip.i.to. La società cooperativa di produzione è la più complessa e la più efficace, a non rendere il laYoro schiavo

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