Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 6 - 30 settembre 1896

104 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI I grupspoiciaeli l' individuo. « Lar"o è il cervello, ristretto il mondo: i pensi~ri possono facilmente esist~re gh uni vicin'> agli altri, ma le cose s1 urta• no duramente nello spazio: da per tutto dove una cosa prende il suo posto, un'altr?- deve ritirarsi: per non essere soprafatt,, dobbiamo tentare noi stessi di sopraffare: la lotta regna e la forza trionfa ». Schille.- in "'allenslein. Come il grande tragico un illustre sociologo moderno non vede nella società che lotta eterna, lotta dovunque e fra tutti: ma, osservava acutamente il Dormat, « )l ne faut etre tt-op poete en science, et c'est surtout en sociologie qu'il convient de retenir son élan »· Limitandosi ad osservazioni parziali e prendendo per legge generale dell'evoluzione umana una delle tante leggi che la governano, si riconduce la scienza socio!, gica alle costi•uzioni metafisiche fondate su pcche osservazioni e molti pregiudizi, e si arriva d'altra parte a conseguenze spesso assurde. La scuola sociologica moderna, fra tante benemerenze per lo studio e l'osservazione posi ti va di importanti fenomeni sociali, offre parecchi esempi di questa parzialità di vedute - per cui ogni studioso crede di aver trovato in un dato fenomeno la legge universale regolatl'ice di tutta l'evoluzione sociale. Se complesse sono le leggi che regolano l'evoluzione individuale, se i fenomeni fisici e chirr..ici risultano ùa. cause sempre molteplici, non è ardito immaginare che l'organismo più elernto nella scala• degli esseri sia governato da un 'unica legge? Recentemente il prof. Gumplowicz in un articdo sulla Revue des Revues, riassumeva i concetti sociologici - da lui valorosamente sostenuti nei suoi importanti lavori - e accennava una conseguenza generale che con tutto il rispetto dovuto ali' illustre scienziato, sembra. cadere nell'assurdo. Azioni o fenomeni? così intitola l'articolo l'illustre professore di Gratz, e brevemente criticando il tentativo delle di verse scuole di fissare le leggi che governano necessariamente i fatti umani, osserva non avei• risolto il problema nè gli enciclopedisti che riconoscendo la necessaria cJncatenazione dei fenomeni non seppero darne la ragione, nè i materialisti che vollero trasportare nel campo sociale le leggi fi ,i che, né Montesquieu, né Burckle e Moleschott con l' ir,tluenza del nulrimrnto. Non sembra al Gumplowicz abbastanza attendiLile l'idea dell' organismo sociale, sostenuta dalla scienza tedesca, e gli sembra pure inammissibi!e la spiegazione data dai filosofi della storia che cercarono dimostrare nello sviÌ~ppo dd genere umano l'es!stenza di una regolarità immanente; manifestazione dell'idea assoluta, (Hegel), giacchè bisogn~rebbe poter studia1·e tuLto il e >rso della. sto1·ia per arl'ivare alla conoscenza di questa idea assoluta. Ma osservando nella società lotte' continue fra tribù, popoli, nazioni, classi, partiti politici, per interessi diversi e sotto aspetti diveri1i, ma sempre per la dominazione, sotto diverse forme, dogli uni sugli altri, poichè questa lotta è il fatto più generale di tutta la storia, si crede poter cÒn· chiudere che non siamo in presenza di azioni individuali derivanti dal libero arbitrio, ma di fenomeni indipendenti dalla volontà degli individui. Il Gum· plowicz segue questo processo logico perchè, come nella « Lutte des races » e nei suoi « Précis de sociologie » ha €Sposto, reputa che il problema del libero arbitrio non abbia ricevuto dalla scienza una soluzione soddisfacente. Se l'indole dello scritto non l' impedisse, 1otremmo forse accennare diverse obbiezioni al metodo che lo scienziato aust1·iaco crede seguire pe1· dimostrare la necessità dei fatti storici. Il problema della libertà umana ha dai recenti studi sociologici e psicologici avuto una soluzione tutt'altro che dubbia: gli ultimi difensori si sono rifugiati in dott1•ine che sono anch'esse una quasi completa negazione della libertà volitiva, e la scienza, priva di ogni pregiudizio o dogmatismo, dovrebbe piuttosto chiedere ai sostenitori della libertà volitiva una prova della loro affermazione, che soffermarsi a valutare le critiche, per altro completissime, degli avversari. Ma non è sempre meglio provata la inesistenza di un libero arbitrio qualunque, l'esistenza dovunque e fra tutti di quella lotta eterna cui si riferisce lo scienziato austriaco? E può positivamente parlarsi di una lotta eterna, quando le nostre cognizioni sono ristrette a brevi limiti di spazio e di tempo, e dinanzi a noi sorge, mistero impenetrabile, l'avvenire? Sociologbi valenti dubitano della costanza e del1' universalità della lotta umana, ad esempio il Bagehot, l' Espinas, il de Roberty: il Fouillée criticando l' iucc esposte dal prof. Gump1owicz in una sua lettura al congresso dell'Istituto ùi sociologia a Parigi (Olt. 94) scrive: « Non vi è nella. società alcun altro legame di simpatia, di imitazione, di sug 5 estione scambievole oltre la forza? l'ìon vi è alcun fenomeno di attrazione pacifica, sia tra le sensibilità, sia tra le intdligenze, sia tra le volontà? Tutto si riduce alla lotta di razze, alla guer,·a? La lotta è in fondo antisociale, sebbene i suoi effetti possano essere utili. Il prof. Gumplowicz prende per essenza della società ciò che ne è la limitazione e la negazione parziale (1 )». Ed un altro scienziato illustre, il Novicow, rimprovera al Gumplowicz di vedc,rc nel mondo sociale soltanto la lotta: < Che sarebbe il chimico clie vedesse soltanto le forze spingenti alla deformazione dei composti chimici, e t~ascurasse di studiare quelle che spingono alla loro coesione? Sono due faccie dello stesso i,risma. Gli atomi non possono disparire dall'uni ver.;o. Se lasciano un aggregato, bisogna che necessariamente si associno ad un altro. La chimica è a dirlo propriamente, la scienza di questi composti atomici, essa é in egual tempo la scienza delle associazioni e delle dissociazioni atomiche, i due fenomeni sono simili e paralleli (2). Non è nostra· pre- (I) R~vue lnlernalionale de Sociologie, 1895. (2) I.es Etudes recentes de sociologie di A. Fouillèe nelle Sean• ces et Travaux de l'Accademie des sciences morales et politique• Marzo 1896.

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