102 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI · Così è stato e così doveva essere perchè le condizioni d' Italia non sono mutate; certamente non poteva essere Abba Carima a farle apparire migliori. Quali esse siano dal punto di vista politico, economico e morale la Rivista pit1 volte ebbe occasione di esporre; ma perchè i lettori non ab biano a sospettare che il daltonismo politico ci faccia vedere le cose diversamente da quello che sono o c' induca, per quanto involontariamente, in esagerazioni, noi oggi riproduciamo ben volentieri il giudizio che sulle condizioni morali - risultato ultimo di quelle politiche. ed economiche - ha dato testè un monarchico convinto, un sincero nostro avversario, il Bqrelli. Egli precisamente per ispiegare la continua e minacciosa ascensione del clericalismo scrive nel Pungolo Parla111,enta1·e di Napoli, altro giornale monarchico ortodosso: «Sento un acerbo accoramento stringermi la gola nel confrontare quest'opera di preti, proclamati residui di barbarie e di tirannide disumana, con le rovine del laicato, vinto e di,-perso nell'atto stesso in che con rettorica superbia aveva proclamato la flue dell'organizzazione cattolica. E, se questa è diagnosi esatta, vi maravigliate voi della conquista clericale che avanza e sale con sicura fede nella vittoria, trovandosi di fronte una turba magra, affralita, disordinata, senza capi e senza fecle: senza entusiasmi e senza abnegazioni : una turba cli critici, di scettici, di malcontenti, persuasa della sua disfatta, e robbiosaniente attaccata all'ultime ebb1·ezze della sua corruttela utilitaria? Quesfo turba è la borghésia, non pu1· d' l tali a, ma della razza latina intera e in parte della teutona e dell'anglo sassone: la borghesia che altrove toccò i vertici della sua a5censione sfolgorante e lascia una immortale e secolare traccia di opere storiche, ma che qui, nel bel paese, si esauri in una fantastica vibrazione lirica, priYilegio e Yidt1 sovrane di due sole generazioni di giganti: quelle della Rivoluzione. Vi meravigliate voi se con una borghesia battezzata nel prodigio del Hisorgimento e che a pochi lustri di di,tanza, in Homa eterna, davanti alle memorie riso1·te della latinità ferrea e dominatrice ed in cospetto della universalità del Papato, ha gove1·nato con i complici degli spogliatori delle banche, con le manette dei questurini, con le coei·cizioni del pote1·e politico, con la violenza a1·bitra della giustizia, con la più sfacciata delle corruzioni elettorali ; col più nefando mercato cli coscien.::e per cui il Parlamento, fii messo, ne' s,wi scanni come al l'asta pubblica: con una borghesia così fatta. Yi meravigliate voi se tutte le fedi ,·ive e sincere, se tutti gli sdegni, tutte le nausee insorte, in pochi anni organizzandosi, spazzeranno via, sotto un ciclone S?aYentevole persino il ricordo di tali brutture? ~ Abbiamo là coscienza di non aYere mai adope - rato tinte così scure nel descrivere la borghesia italiana; ma nessuno dirà che sono menomamente alterate. E questa borghesia è quella che governa! Per un momento si pensò che ci fosse un mutamento d'indirizzo e che si fosse all'inizio di una nuova fase della vita politica italiana: quando l'on. Di Rudinì assunse la Presidenza del Consiglio. Le speranze furono esposte in questa stessa Riv;sta; ma pur troppo dobbiamo· dichiarare che l'on. rappresentante per Caccamo pur rimanendo un galantuomo nella vita privata, ci ha tolto ogni illusione. Egli non ha potuto liberarci dall'Africa; egli infine si è messo completamente ai servizi della reazione. Se le condizioni generali del paese, specialmente delle classi dirigenti, spiegano lo sviluppo del· partito clericale, l'ultima disillusione, che si ha avuto dopo pochi mesi di goYerno dell'on. Di Rudinì, crediamo che abbia contribuito non poco a determinare il salutare ri:s,·eglio del partito repubblicano; gli onesti, anche ingenui, comprendono oramai che c'è qualche cosa che s'impone ai rninisfri, li paralizza, li corrompe e li asservisce; sentono che c' è bisogno di rimedi veramente radicali pei mali che ci affliggono (1). Il risveglio repubblicano in una a quello clericale ed allo straordinario incremento del socialismo provano - ed i mouar chici intelligenti non se lo nascondono menomamente - che moralmente certe istituzioni sono morte nella coscienza pubblica e che dalle medesime nes5uno attende più la salute. Solo la forza materiale le mantiene ancora ritte e pro· lunga la loro agonia, che potrà essere lunga, ma non ostante gli stringimenti di freni sarà seguita dalla fine attesa ed i11evitabile. Del 1·isveglio repubblicano ci ra!lPgt·iamo sinceramente e se, come in questa Rivista fu osservato, non è ancora quale dovrebbe e potrebbe essere, ad ogni modo ci fa aprire il cuore alla speranza. Questo risYeglio repubblicano non data da oggi: fu significante nell'inverno scorso che in barba alle violenze e alle minacce cr-ispine, quando pitt infieriva la reazione, in Milano si poterono riunire a banchetto con carattere decisamente repubblicano (I) Sulh, ragione di essere della monarchia in Italia e sulla ragione del ... viceve1·sa ci se:nbrano assai adatte queste pa1·ole di un monarchico non b1g0Uo, di una illustrazione dell'Università di Pavia: Se la fol't una della monarchia non ha da scompagnarsi da quella «• della patria, è necessario che la monarchia mosh'i e provi di me- • 1·itare la sua fo1tuna : è neces,sario ch'cssa ascolti )a voce della « patria e si tl'Ovi con questa sempre in perfetta armonia; é neces- « sario che gl' interessi del la monarchia non siano mai diversi (non • diciamo opposti/ da quelli della patria; è necessario che la monar- « chia si faccia arnare e ~timare dal popolo, e no,t pi9li per entu- « siasmo di popolo ci6 eh' è solo entusiasmo di pol'!hi parassrti, • che oivono alle spalle della cucca9na monarchica e che • pur ,arebbern i primi ad abbandonarla quando le ,orti • sue oolgeuero alla peggio•· Oh se il Regio Procuratore di Roma ci lascia••e libe,·amente commentare queotepa,ole del Prof Vidal'i che abbiamo letto nell'Idea Ltbsral• di MIiano !...
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