Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 5 - 15 settembre 1896

84 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI esposi sulla media che rappresentano i partiti e i governi nel regime rappresentativo. Il programma di un partito politico - come osservai parecchi anni fa alla T1·ibuna discutendo del Patto di Roma - non deve avei·e colonne d'Ercole, non è immutabile; il suo limite massimo e minimo é spostabile o variabile secondo le circostanze e le situazioni storiche. Il desiderio e la convenienza di far prevalere certe idee, di vedere trionfare certe riforme, che in un dato momento vengono ritenute d'importanza somma, induce i membri di un partito alle mutue concessioni ed alle transazioni, che permettono l'azione comune, efficace, simultanea in un dato momento e per raggiungere certe date finalità. Sin dove possono arrivare queste mutue concessioni lo indicò Glads1one, che pur di vedere approdare l'Home rule irlandese accettò la giornata di otto ore di lavoro tanto invisa ad uno dei suoi principali collaboratori, John Morley, e imposta da una dozzina di socialisti. Ci<)spiega come la varietà delle opinioni possa non impedire ai membri di un partito di collaborare a un programma che non le rispecchia integralmente; e ciò spiega anche come e pcrchè· altra volta abbiano potuto discutere e accettare, nello insieme, il Patto di Roma i repubblicani con 130vio, Veodemini, Imbriani, Armi rotti, Maffi, Eerrari Ettore, Zuccari ecc., i socialisti con Costa, Badaloni, Ferri, Agnini, Barbanti-Brodano ecc., accanto a tanti altri, che non erano nè decisamente repubblicani, nè socialisti. Accettarono il Patto. di Roma perchè i punti sui quali com-ennero rappresentavano un minimum, la cui realizzazione era utile e non pregiudicava l'avvenire e non ledern i pr-incipii propri a ciascun gruppo. I programmi minimi non sono una imenzione del socialismo moder-no: e in fatto il c1·ite1·io politico che li ispira ha presieduto alla cumposizionP di tutte le magg·ioranze parlamentari e alla costituzione di tutti i ministeri. Al Nitti che, meravigliato delle diverse tendenze dell'Estrema, consiglia eliminazioni - senza dirci se debbono essere eliminati i liberisti o gl' intervenzionisti - e addita come modello di un p1·0gramma a contorni netti e precisi the 1·adical programm pubblicato dai 1·adicali inglc~i nel 1885 raccomando una lettura pii'1 attenta del Patto di Roma in seguito alla quale mi auguro che non continuerà a giudicarlo un gar·buglio di cose contraddittorie. 11 Patto di Roma non ebbe a suo tempo tutta intera la mia ammirazione; esso presenta è Yero iacunc e contraddizioni; può essere certo pl'Oficuamente riveduto e migliorato; dev'essere messo in armonia cogli anrenimenti e colle esigenze dei tempi. Ma t.ale qual' è costi tui,ce pur sempre qualcosa imparagonabile al nulla - proprio nulla - dC>glialtri partiti politici che, ispi1·andosi al più ,·olgare oppoi·tuni,mo, gon•rnano giorno per gio,·no in nome dell'oraziano carpe clie,n, f::ceodo st,·azio della po,e,·a Italia. Gli amici Nitti e Valli doHanno 1·iconoscere che nel programma della ì\lontagoa, ri~guardo alla maggiore libertà politica, al decentramento, al suffragio universale, al reclutamento ed ordinamento territoriale dell'esercito, all'abolizione del dazio di consumo sui generi di prima necessità, alla condanna della politica coloniale e della triplice alleanza - condanna non certo diminuita dal voto che destò l'ira di Matteo Renato Imbriani - e risguardo a molte misure intervenzioniste. che rasentano il socialismo e rappresentano un programma netto e preciso nel quale convengono tutti i membri delrEst1·ema Sinistra - ad eccezione d' Imbriani pel decentramento e per l'ordinamento dell'esercito - c'è tanto di omogeneo da dare lavoro a parecchi ministeri e a parecchie legislature di media durala. L'Estnn a Sinistra, infine, al criterio principale, che costituisce tutto il programma degli altri partiti (i quali sinora fecero man bassa del1' Italia) e che si riassume nella formula: bene inseparabile del 1·e e del paese - spesso tradotto in pratica nel male del paese a benefizio della dinastia - può contrapporre vittoriosamente la formula del Bertani : bene inseparabile della liberta e della pat1·ia ! Al lume degli esempi, che forniscono i due paesi classici del regime parlamentare - l'Inghilterra e il Belgio - ho dimostrato che la mancanza della così detta omogeneità non costituisce un ostacolo all'avvento dell'Estrema, qual' è, al governo, e i precedenti parlamentari nostri non contraddicono l'insegnamento che ci viene dall'estero. Altrove va rice1·cato l'ostacolo; nel bigottismo della monarchia e dei monarchici, che non consente al radicalismo di divenire governo col bagaglio delle sue idee e delle sue tradizioni, per ora condensate nel Patto di Roma, sempre suscettibile d'esser riveduto e migliorato. Oggi constato il fatto sanza esaminare perchè la monarchia e i monarchici iu Italia sieno affetti da un vizio, di cui vanno immuni in lughillerra. Riserbo l'esame a uo'11ltra volta; e allorn l'iporterò dati numerosi ed istruttivi, che provano a luce meridiana l'antinazionale dinastica intolleranza dei nostri monarchici. Oggi è opportuno ricordare tra quei fatti uno solo, veramente caratteris1 ico e di innegabile attualità. Ali' indomani del discorso di Corteolona il Don Chisciotte (che se non è ufficioso nel senso brutto della parola, ha pero amichevoli relazioni col Presidente del Consiglio) scrisse che parecchi pregiudizi vivono nella nostra vita costituzionale e la governano; i quali pregiudi::i fan sì che oggi il migliore argome11to per rifiutare le elezioni ad un ministero è che siano chieste da un radicale. (~ 0,242). E evidente che il pregiudizio in questo caso non viene diviso dall'on. Di Rudinì, al quale sarebbe rifiutato lo scioglimento della Camera per il motivo dianzi cennato. Senza ricercare chi accampi il p1'egiudi::io - pel'chè il Fisco non lo consentir ebbe - sarà pur lecito domandare: qual giornale seJ"iOe qual ministro, in Inghilterra, riconoscenrlo indispen~abili le elezioni generali, per utilissime 1·agioni politiche e morali, oserebbe annunziare che e,se non si faranno solo perchè anche domandate da un radicale ... che appoggia il ministero? Da tutto ciò emerge chiaramente come nemmeno l'illusione è possibile dell'Est1·ema al Governo, ed io adesso come parecchi anni fa, quando ebbi

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