RCVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 91 Tranne queste due eccezioni, Linguet e Neker, ed· in certo qual modo il Galiani che fu della stessa scuola, tutto il re. to degli intelligenti del tempo vide il peoblema da un altro punto di vista. Noi non finiremmo pii'1 di accennare a scrittori che seguirono questi da noi riportati : Raynal, Greslin, Mercie1°, Retis de la Bretonne, Brissot de ,;y arville ed altri; ci basti l'avere accennato ai principali. Chi ne volesse sapere di più consulti il bel libro del Lichtenberger. Nè ci addentriamo nelle dottrine di Saint J ust, Robespierre, Babeuf, che costituirono il socialismo del 93 perchè essi non sono fra i precursori della Rivoluzione ma si spiegano a rivoluzione avanzata. Del resto il loro so· cialismo potrebbe essere l'argomento di un altro articolo. Ma p~r conchiudere: il socialismo del secolo xvm non è altro che un movimento sentimentale ed umanitario, dovuto ad un sistema filosofico in cui la sensibilità - dice il Taine - era divenuta una istituzione. Fu un socialismo comunistico, ispirato all'antichità, fu una concezione della mente anzichè una costruzione basata sul fatto, fu sogno di filosofi, precursori incoscienti, che si proponevano di stabilire il regno della ragio:10 e della giustizia, di concedere agli uomini una eguaglianza ben più estesa di quella dei diritti politici, estendendola non ad una sola classe ma alle ·condizioni sociali, e pe1·ciò tratti a criticare il regime esistente dal punto di vista di una società superiore, do,·e man· casse l'ineguaglianza delle ricchezze, origine di tante miserie. GIUSEPPE CATINELLA. FISIOLOGIA DEL VIZIO. Dall'uomo primitivo, invasato da una potenza selvaggia di sensualità, che poco o nulla aveva da invidiare alle bel ve, colle quali viveva in sanguinaria lotta; all'uomo moderno, nella cui coscienza, il lavoro dei secoli ha infiltrato le conquiste dell'ideale mercè l' opera lenta e continua dell' evoluzione, si osserva un contrasto fra la rag10ne ed i sensi, dove questi, affascinati dalle seduzioni del piacere, si tuffano in un' onda di momenti dilettosi, che, richiamati dal desiderio, si sottomettono lieti al dominio d'un abito vizioso; e dove l'altra, dal momento che si manifesta come un abbozzo nel cervello dell' uomo, assurge grndatamente alle luminose regioni dello spirito, dove sacrifica alla virtù tutte le dilettazioni che può conquistare all'energia dei sensi. In questo contrasto lungo, incessante, accanito, in cui la ragione ha riportato delle vittorie che hanno tratto dai fondi della coscionza i tesori del progresso umano, i sensi hanno gettato a poco a poco nelle vie dei secoli la scoria, per così dire, della bestialità, sempre più avendo dato alle loro ebbrezze una sod· disfazione razionale. Più quindi che si aprano a noi gli splendidi orizzonti della civiltà, più che l'arcana forma dell'ideale rivela a. noi le giocondità immacolate della vita, tanto più i sensi escono purificati dalle seduzioni del ".izio, e la ragione beve alla ta.zza salutare del divino vivente. Ora, in questa lotta della materia e dello spirito, del vizio e della virtù, si è schierata, da parte della corruzione dei sensi, l' impudicizia dell' aristocrazia sociale, la quale pa1•tedal privilegio che ha imperniato sulla debolezza del volgo e ha giustificato colla supremazia della classe lo sfrenamento delle passioni, ed ha inciso sopra una faccia della medaglia della vita la censura per il godimento delle sensazioni viziose del popolo, e dall' altra parte vi ha effigiato l' indipendenza delle proprie azioni, col motto: Rispetta ciò che viene dall'alto. · Da questa specie di dualismo sociale si riflettono quindi due raggi convergenti, che vanno ad unirsi allo stesso punto ; si ripercuotono due note distinte, che vanno a confondersi nella medesima eco. Quantunque però le due grandi fiumane della vita sociale, nell'una delle quali scorrono le azioni del volgo, e nell'altra quelle della classe elevata, si bifolJJhino dalla stessa sorgiva delle passioni, tuttavia si giudica che il contenuto della prima sia di natura pestilenziale, e quello dell'altra di effetto innocuo o salutare. Così se un disgraziato, venuto su dai bassi fondi sociali, macchia la ~a mano di sangue omicida è bollato dal pubblico raccapriccio, e sconta sul patibolo la pena del delitto o trascina il fardello dei suoi giorni angosciosi là dentro un orrido sepolcro di vizi. Napoleone primo invece, che, per libi ne di potere e di dispotismo, accende il fuoco dell'umana distruzione nel mondo, spinge innumerevoli falangi a gareggiare fra loro di ferocia e di eccidio, soffia lo spavento fra i popoli, vince col diritto del forte; e alla sua meretrice, la quale gli aveva manifestato il desiderio di assistere ad un combattimento non finto, appaga il capriccio con lo spettacolo d'una fraterna carneficina, da lui procurata nel suo stesso esercito con tattica menzognera e con compiacimento satanico; Napoleone primo trova·un popolo di adoratori in vita, e il suo nome esecrando si affida alla storia col titolo di Grande. Se un infelice, spinto dalla forza del bisogno o dal- ]' istinto d'una natura criminogena, da di piglio nell'avere non suo, viene impigliato nell' ingranaggio della giustizia, in mezzo al motteggio e al disprezzo comune. Un fortunato mo1·tale intronizzato invece che in va1e il territorio degli altri, ~alpesta col piede insudiciato d'ingiustizia leggi, lingua e costumi ai vinti, depreda le loro sostanze, viola l'onore delle loro donne, e li assoggetta infine all'arbitrio del suo dominio, sente che mille voci gli echeggiano all'orecchio il nome di trionfatore, mentre gli passano nella mente i fantasimi marmorei dei monumenti, che lo eterneranno nella memoria de! posteri. In una persona del popolo la menzogna, la slealtà, la furberia, la mancat:1 promes3a si apprendono come
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