RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E ~CIENZE SOCIALI 73 derazione informeranno, ne siamo certi , ogni loro atto nella prova cui oggi sono chiamati, quantunque dei loro desiderii, nella costituziona della Commissione, non siasi fatto gran conto. Ai ferrovieri importa che i fatti di cui si dolgono sieno messi in luce: il Comitato inquirente offre. per la constatazione, q!-!alche garanzia. I rimedii? Pure augurando che il conflitto lungo e doloroso venga risolto, non possiamo nascondere la nostra sfiducia ed esortiamo i compagni a rinforzare di soci e di denaro la Lega. Jng. ITALO GASPARETTI. DALLA RUSSIA. Per l'istruzione del popolo - 1 Zemstvo - Tolstoi - La Signorina Steven - I pope - Un ricco proprietario - La Signora Seroff - University Extension. Qui, attualmente, tra le classi liberali che fanno capo a quella della così detta « inteligentia », c' è una ripresa più animosa ed espansiva del movimento in favore dell'istruzione e dell'educazione del popolo. Le speranze riposte nella solennità in cui festinava, ora é poco, il mondo ufficiale e la corte, e nella gio· vinezza stessa dall'attuale sovrano, sono state interamente frustate; pm·e s'accentua in vario modo codesto movimrnto nonostante i noti modi spicciati vi di repressione usati dal governo imperiale. La disillusion_e della Società liberale russa è 0rmai completa. I pochi e timidi tentativi fatti per strappare al nuovo imperatore un qualche briciolo di riforma, sono falliti miseramente. Basta ricordare, come tipico, il risultato delle due petizioni sottomesse ultimamente dai « zemstvo » direttamente ali' Imperatore. Il « zemstvo » è una specie di consiglio provinciale, composto di ogni classe di. gente, dal nobile al contadino. È una fra le grandi riforme (self-governement) dovute ad Alessandro II o chi per lui ; ma che in seguito è venuta perdendo molto, così come tante altre delle antiche riforme, che s' è abituati a chiamare la gloria del regno di Alessandro II, si son venute restringendo, rimangiate dai successori. Le cariche del « zemstvo » sono ancora oggi elettive, ma debbono essere gradite ai « governatori » (prefetti); e il numero dei contadini « glastnii » ( cioè componenti il « zemstvo ») è venuto diminuendo, a favore di quello della nobiltà che in Russia, come sapete, è una classe legalmente riconosciuta, e privilegiata. Ora, nelle giornate in cui soffiò un alito nuovo e ardente di grandi speranze per i più nobili cuori russi, che furono quelle che corsero fra la morte di Alessandro III e l'avvento al soglio imperiale di Niccolò II, i « zemstvo » pure si sentirono trascinati in quell'ardente rinascimento di speranze. Quando la loro deputazione andò a salutare a Pietroburgo il nuovo imperatore, i rappresentanti più coraggiosi e liberali di queste assemblee provinciali, p!'esentarono al sovrano una petizione perorante l'allargamento ::lei diritti e delle libertà degli stessi « zemstvo ». Il giovane imperatore si limitò a rispondere seccatissimo: « le vostre domande sono nient'altro che dei sogni insensati l » e li cacciò quasi via, minaccioso. E i « zernstvo » se ne rimasero alcun po' con la coda fra le gambe. Ma poi, all'epoca dell'incoronazione, queste stesse assemblee vollei·o tentai·e ancora, illuse dall'opportunità di un momento eccezionale, un altro passo in favore delle idee civili. Essi domandarono timidamente l'abolizione sia pure incompleta delle pene corporali (fustigazione) che esiste ancora per i contadini (non osando neppur pensare a intervenire in favore dei soldati I). L'applicazione di codesta pena della frusta dipende anche dai « zemstvo », oltreché da speciali ispettori governativi, dalla polizia e dagli stessi contadini agiati •. Quesi « zemstvo » si erano limitati a domandare l'abolizione della frusta solo per quelli che avessero compiti i tre anni delle scuole elementari; nonpertanto questa dimanda, come vedete assai modesta, segui la sorte della prima, e i buoni russi dovettero ancora una volta comprimere nei loro cuori esulcerati il nuovo fremito di sdegno e di vergogna. Ma l'anima della Russia intellettuale, della invitta Russia parlò allora ptr bocca del suo grande scrittore. J,eone 'l'olstoi scrisse in questa ultima occasione nel Birgevija Viedomosti (giornale della Borsa) un articolo che non vi fu russo non completamente analfabeta che non avesse letto, orgoglioso nella commozione. Ai tempi di Nlccolò I - scriveva il vecchio venerando - una delle più belle personalità del suo tt:mpo, anzi di tutti i tempi, Apostolo Muravief, ( che fu poi uno dei « decembristi » del 1825 e morì sulla forca dopo lo sventurato esito di quella famosa con• giura) non usava la fustigazione nel proprio reggimento. Un amico che praticava invece nel suo reggimento su larghissima scala questa pena selvaggia, gli raccontò una volta di avere un soldato che era una vera canaglia, che ruba va continuamt1nte e ostinatamente, nonostante la giornaliera razione di buone frustate che rice-veva. Muravief lo pregò di mandargli quel fior di bii•bante. Il giorno stesso che questi entrò nel reggimento nuovo, rubò. Muravief io fece allora chiamare e davanti a tutti i soldati gli disse che nel suo reggimento non usava la frusta, e lo pregò di non ripetere l'indegna azione. L'indomani, medesima cosa. Ma pochi giorni dopo quel soldato non rubava più; era completamente trasformato. Ora da quel tempo sono passati 70 anni, ed ecco che i migliori e più liberali rappresentanti della società russa non domandano che l'abolizione di questa pena, solamente per quei figli del popolo che hanno finito le se uole elementari ! La parola ardente e generosa di 'l'olstoi commosse la Russia. Certamente, se bene obbligato in una prudente misura, quell'articolo avrebbe meritato la Siberia a qualunque altro scrittore che non fosse il 'l'olstoi, e, forse, la vergogna davanti all' Europa ritenne la punizione. Il 'l'olstoi, però non si contentò di quell'articol0, e volle con più libertà trattar l'argomento medesimo in una rivista parigina che avrete forse avuta per le mani.
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