Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 3 - 15 agosto 1896

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 49 Infatti dalle L. 1500 all'ettaro che furono spose nel Fucino, al minimo, si va alle 500 lire ohe si calcola bastino in Calabria ed in Sicilia. Ma anche 500 lire sono un valore: per una tenuta di 1000 ett. sono 500,000 lire, che rappresentano un capitale vistoso e senza del quale voi non farete nulla, perchè miseria genera miseria. Preoccupato di ciò Francesco Cirio, e preo~cupato della difficoltà enorme di trovare da noi capitali sufficienti alla bonifica delle nostre terre incolte, ha ingegnosamente ideato tutto un sistema speciale da applicarsi alla loro redenzione e colonizzazione seguendo il quale la necessità del capitale-moneta viene ridotta ai minimi termini. A molti potrà sembrare questo un paradosso; ma pure il sistema Cirio non soltanto è teoricamente giusto ma è anche praticamente attuabile avendolo egli già sperimentato con buon successo in alcuni paesi. Vediamo dunque di che si tratta. Il Cirio giustamente osserva che se in Italia manca il capitale moneta, non mancano però altri capitali in natura che restano completamente inutilizzati, e che potrebbero invece essere adibiti e diretti alla produzione del suolo. E così fra i capitali in natura di cui noi abbondiamo, oltre le terre e le icque, il Cirio nota: 1. Tutta la gente disoccupata che è la maggior piaga nostra e che o va a riempire gli ergastoli o va a crepare in America. 2. Tutte le sementi che non trovano pronta vendita mancandone la ricerca, o ignorandosene l'esistenza, o per cagione di un prezzo troppo basso e non rimuneratore; 3. I concimi che si sprecano in usi poco produttivi, o che vengono gettati via per ignoranza o in- . sipienza, come è frequente il caso per le nostre· amministrazioni governative e municipali che pagano per la pulitura delle strade e per il trasporto fuori dell'abitato delle si,azzature e immondiiie, mentre con quegli elementi, opvortunamente impiegati, il terreno rifeconda sè stesso, rendendosi adatto a nuove produzioni. 4. I bestiami che in dati tempi e luoghi non trovano adatto mercato di consumo o di lavoro; 5. Tutte le macchine e gli attrezzi che arruginiscono nei magazzini e costituiscono pel loro proprietario uno stock inalienabile o alienabile soltanto a lunga scadenza e quindi infruttifero e persino dispendioso per la perJita degli interessi sul capitale da esso rappresentato e per le spese di conservazione e custodia; 6. I materiali per costruzione, che ovunque preparati nella supposizione di sviluppi edilizi sproporzionati ai bisogni del normale accrescimento delle popolazioni urbane rimangono per le recenti crisi abbandonati nei magazzini, con grave onere del pro• prietario il quale pur avrndo sopportato un grave dispendio per produdi non ne trae frutto, me3tre invece, deve spendere ancc,ra p~l' custodirli e conservarli fino al giorno della vendita; 7. Gli oggetti ed effetti di uso personale che gli squilibri della produzione industriale ·e gli errori di tanti fabbricanti buttano continuamente sul mercato a prezzi vili, sto~k anche questo considerevole che non trova uno sfogo nel commercio ordinario ma soltanto nei bazar, mentre pure esercita sui prodotti consimili una concorrenza spesso disastrosa. 8. Altre me1•ci o materie prime le quali, per dirla in brevi parole non trovano conveniente spaccio o consumo fruttifero; prestazioni d'opera oppure servigi che non hanno chi li richieda o adeguatamente li retribuisca. .. * 0iò ammesso, il Cirio ragiona così: se noi possiamo trovare la forma che riunisca tutti questi elementi e li converga al grande obbiettivo della bonifica delle terre incolte, noi abbiamo risolto il problema. Ora quale sarà questa forma? La forma cooperativa. In sostanza adunque l'idea del Cirio è questa: la cooperazione nel più largo senso applicata alla bonifica del suolo col minimo impiego del capitale monetario e col massimo impiego di capitali in natura che abbiamo in abbondanza e che restano inutili.z.zati. La colonia agricola cooperativa - così la chiama il Cirio - secondo il suo concetto, dev'essere una società a la1·ga base, ma ristretta ad un comune o meglio ad una frazione di comune ed applicata ad un'estensicne sufficiente, ina non eccessiva di terr,mo. Come si costituir«nno praticamentl' queste colonie? Trovata la terra, che naturalmente altrettanto è migliore quanto sono migliol'Ì le sue condizioni intrinseche, già c'è la base per la sua costituzione. Altra base indispensabile sono le famiglie - non più di 25 o 30 o 50 per colonia - che debbono co- ~tituirla. Se vi sor:o fabbric.1ti sopra luogo tanto meglio; se non vi fossero è questo l'unico capitale monetario che bisognerà trovare per costrui~li, ma colla massima economia. Quanto al bestia.me o ne hanno i soci-coloni stessi, o si recluta nel paese o nei dintorni fra quello soprappiù ed inutilizzato per lavoro. Gli attrezzi, dovendo essere perfetti, si troveranno presso qualche officina o deposito vicino, e non sarà difficile riuscire a che l'officina stessa, che altrimenti non saprebbe come impiegarli, diventi socio della cooperativa. Per le sementi, le vettovaglie, i vestiti, le suppellettili necessarie ai coloni per l'impianto della colonia non sarà neppur difficile trovare delle persone nei paesi più vicini, che avendo inoperosi questi generi e queste mercanzie, vogliano entrare a far p.lrte della colonia stessa. Così per altre merci od articoli che fosser0 necessari. Ed ecco che la colonia può cominciare a funzionare cioè a bonificare e lavorar,3 il suolo con poco o niente capitale. Infine tutto il diflìcile sta andare innanzi per il pr·imo anno, anzi per i primi l O mesi, cioé dalla semina al raccolto. Venuto questo, le difficoltà sono finite,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==