RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 47 portata sociale. Si dichiarava che la cooperazione non era altro se non un programma « bo1°ghese » e che di fatto tutti i coopel'atori francesi e i loro leaclers erano de· « borghesi ». Ma -ecco che la situazione accenna a mutare: diversi fatti, che si manifestano da differenti parti paiono indicare che siamo come aìla vigilia di un tal quale ravvicinamento fra il collettivismo e il cooperativismo, non solo in Francia ma anche in vari altri paesi. Forse i lettori di questa Rivista troveranno interessante il conoscere que' fatti ed io sono per esporli, brevemente. Prima di tutto nel 1892, in quella stessa Mar siglia d'onde era partito, dodici anni prima, il segnale della scissura tra collettivismo e cooperativismo, un altro Congresso socialista venne a inaugurare un programma novello, dichiarando che si abbandonava, provvisoriamente almeno, il principio della socializzazione del suolo per ciò che risguarda la piccola proprietà, che sarebbe rimasta proprietà individuale. Come è noto, in Germania, specialmente in Baviera, e anche in Sicilia (1) i socialisti si son messi a testimoniare una grande e inattesa sollecitudine per la piccola proprietà. Or questa comporta come conseguenza logica l'associazione agricola tra i coltivatori; e gli autori di quel programma contano bene che essi, prendendo nell'associazione il gusto e l'intelligenza del lavoro collettivo, arriveranno poco a poc·o, da sè e spontaneamente, a chiedere d'esser liberati dal peso della proprietà indi,·iduale e ad adottare francamente il comunismo. Checchè ne sia di queste aspirazioni che ci paiono dubbie, sta il fatto che l'associazione cooperativa agricola sembra una delle conseguenze del nuovo programma di collettivismo rurale. 1el dominio stesso che sembrava riservato al collettivismo intransigente, quello della grande industria, noi abbiamo avuto un'altra sorpresa. Iu seguito alla lotta di Carmaux, sostenuta con tutte le forze del partito socialista e particolarmente dal deputato Jaurès, è stata decisa la creazione di una fabbrica di vetro operaia. Una lotteria di 2.500.000 biglietti a venti centesimi l'uno fu emessa per procurarsi il capitale cli 500.000 lire; il terreno è stato comprato in una città vicina a Carmaux, ad Albi, e i tre o quattrocento operai che non vollero capitolare sono intanto occupati a elevare i muri delta futura fabbrica, aspettando il giorno che potranno istallarvisi come cooperatori vetrai. :'\on basta: si è fatto appello a tutte le società cooperative di consumo perchè si impegnino a comprare le bottiglie alla futura vetriera operaia. E a Parigi, in una grande riunione, alla quale erano pre- (1) N. Colajanni- Gli avvenimenti di Sicilia. senti i delegati di un gran numero di quelle societa cooperatirn, il Jaurès si congratulò « cliveder le società C(,operatiYe entrar finalmente nel moto socialista ». :\fon potremmo con più diritto ritorcere la frase e congratularci cli veder venire, fi. nalrnente, i socialisti alla coopf:lrazione? Senza dubbio, non senza chiare riserve, il partito collettivista intende adottare questa associazione cooperativa: esso à stipulato che la vetriera apparterrà non agli operai vetrai quali comproprietari associati, ma collettivamente a tutti i gruppi corporativi - sindacati operai o società qualunque - che abbiano sottoscritto dei biglietti; e che sarebbe loro attribuita la maggior parte dei benefici, e che questi benefici debbono essere impiegati in opere di utilità generale, ecc. Ma queste sono dichiarazioni che forse non saranno mai ap. plicate; però ciò non toglie che come lotta emancipatrice contro il patronato, gli operai, il partito collettivista, tornano all'idea una volta sdegnata e chiamata «borghese,, dell'associazione cooperativa di produzione. :'{egli altri paesi non è verso l'associazione cooperativa di produzione, ma verso l'associazione cooperativa cli consumo che i collettivisti evolvono, e io credo in fatti questo termine assai più favorevole che l'altro. In Inghilterra, SJ"dlleJ' Webb in un suo libro su 'Phe Coopei·ative moveinent scorge nella federazione cli tutte le società cooperative di consumo che abbraccino tutta la popolazione di un paese e sopprimano ogni commercio e ogni cortcorrenza, e organizzino la produzione unicamente in Yista ciel consumo, un meccanismo gigantesco che permetterà cli realizzare per via indiretta un ideale analogo a quello ciel collettivismo. \Tel Belgio, Anseele e quasi tutti i leacle1·s socialisti vedono nelle società cooperative di consumo, il miglior mezzo di realizzare immediatamente certi desiderati del collettivismo, e il mezzo migliore anche di preparare con l'educazione e la propaganda la realizzazione di fini più lontani e grandiosi. In Svizzera, infine, uno dei capi del partito democratico, Gschwind, nell'assemblea di Berna, mesi fa, dichiara,va che bisognarn abbandonare « l'idea di accaparramento eia parte dello Stato o del Comune cli tutti i mezzi cli produzione » e prendere per nuovo programma « l'organizzazione della produzione nell'interesse dei consumatori, conforme al sistema delle società cooperative di consumo ». * * * Si Yede clte tutto ciò è un rinnovamento generale e noi speriamo che si sviluppi. Fra il socialismo e il cooperativismo esiste di fatti comunanza di vedute in più di un punto,
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