44 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI costatare la innegabile differenza che esiste tra i Tracles Unionisti e i socialisti continentali. Forse dominato dallo spirito delle grandi corporazioni inglesi, John Burns - considerato da molti come un rinnegato e eh' è sinceramente un egotista - in un comizio a Battersca proclamò il Congresso un fiasco colossale. L'esagerazione, l'ingiustizia delle parole del celebre organizzatore dello siopero dei Doks sono evidenti. Il Congresso ebbe la importanza e il significato, che poteva avere; e il torto è di coloro che dalle decisioni di un Congresso attendono il muhmento istantaneo delle condizioni politiche e sociali dei popoli. Un Congresso del genere di quello di Londra rimane sempre un grande avvenimento perchè indica la coscienza crescente, nei lavoratori, dei propri diritti e della propria forza; coscienza, che prepara e matura le trasformazioni future, inevitabili. Dr NAPOLEONE Cor,AJANNI. L'ESTREMA SINISTRA ALGOVERNO? In omaggio a quella libertà di opinione, che genera le feconde discussioni, pubblico la lettera aperta che mi dirige un avversario politico - l'egregio collega Eugenio Valli; e la pubblico tanto più volentieri in quanto che mi darà agio nella risposta, che sono costretto a rimandare al prossimo numero, di eliminare i malintesi generati dal mio innocente articolo sul- !' Estrema Sinistra e di ridurre al giusto le sbagliate inte1•pretazioni cho ne fu1·ono date. l\. c. lellera aperta a//'011. ~VapoleoneColajmmi. Leggo, come vedi, molto attentamente, la Rivista Popolai·e scritta - purtroppo ! - con acu - tissima suggestione. Il tuo cervello non si diletta di far tintinnare chiacchiere vane, come il giocoliere i suoi sonagli. Tu sei collo: studi, mediti, confronti e tiri le somme - sbagliatis. ime - secondo me, ma, semp1'e, tali, da proYocare una discussione interessante e feconda. Ora, un punto solo, doHesti avei· la bontà di chiarirmi, nel tuo periodico pugnace. Guarda che, - probabilmente - finirò per recare un servizio non dispregevole. A dirti la verità, io mi troverei d'accordo, col Secolo e coli' Italia clel popolo, nel giudicare il tuo articolo del 15 luglio decorso. intitolato: l'Estnma Sinist1·a. Invece, due . ettimane dopo, scrivi che, i due giornali ùi ?llilano, sono incor,;i in un equivoco. :'\el concetto tuo. ce1·to, dal momento che lo a;sse1·e1·i; ma, nel giudizio del pubblico, no, affatto. Abbi un po' di pazienza, perchè si tratta di un altissimo interesse politico, che deve essere discusso con ampiezza, precisione e rigida buona fede. Di queste due eventualità - come vedi , distinguo, un momento, anch'io - Cavallotti ministro, ed Estrema Sinistra, al governo, con lui ; oppure, Cavallotti ministro, tagliato fuori dagli amici suoi - n'ho sentito par-lare, con moltissima calma e grant.!e equit.'1, abbastanza in alto. Quindi , se non esistono scrupoli di sorta - per questo risultato eventuale - nella persona e nelle persone , che potrebbero sentirli, come l'adempimento di un dovere o come l'esercizio di un diritto, sarebbe grottesco che tali scrupoli avessero a turbare la serenità della mia coscienza politica. ~Ia, non voglio sviarmi e ti richiamo ali' argomento. Fissiamo intanto - e con esattezza - il punto di divergenza tra te, e i due giornali di Milano. Evidentemente, non può essere che il seguente , che io trascrivo, dal tuo articolo, parola per parola. « ...... 1nolte (?) condizioni sono indisrensabili « perchè la parte radica!e del Parlamento possa « decoros:1mente e utilmente rlirenire partito di « governo . « Perchè l'avvento dell' Estrema no,1 rappre- « senti un episodio vergognoso del trasformismo, « occorrerebbe che essa venisse presa qual'è, con « tutte le sue tradizioni, e col bagaglio delle « sue idee e delle sue tenden:e , senza esigere « alcuna ritrattazione. Se a Dilke per divenire mi- « nistro non si chiese che disdicesse il libro che « attaccava la vita privata della regina Vittoria, « non ;;o perchè si donel.,be costringere Carnllotti « a rinnegare le poe ie dell'anticesareo. « L' E'st1·em1, sotto la monarchia, non potrebbe « arrivare al gove1·110, decorosamente e proficua- « mente, se non come solu:;ione di ima situa- « :::ionepf1Ylamentan netta, dalla quale sorges- « se e,·idente il bisogno del suo concorso, sulla « base di un clo ul cles confessabile, senza vinco- « li imposti dalle sfe1·e extraparlamentari, che si- « nora pL'evalsel'Onella politica italiana. « Coll'Hslrema al governo, infine, la politica « italiana dovrebbe cessare ùi esser dinastica per « divenir essenzialmente nazionale. « E probabile che si verifichino in Italia le « condizion; su esposte, che rappresentano il sine « qua non, senza di cui l'Est1·ema non può e non « deYe lasciarsi se'.furre dai bagliori del potere ? « Francamente non lo credo ; il mio ottimismo « non mi illude a tal segno. L'ipotesi teorica che « ho esaminata sinora mi sembra che debba con- / « tinuare ad essere brutalmente smentita dalla « pratica e dalla realtà. E ciò perchè la monar- « chia si crede ancora lanlo fo1·te clapoter fare I « a meno del c .ncorso di cooperatori, che essa « giudica infidi; tanto forte da poter scansare « le limitazioni alla sua influenza nell'esercizio del 1 1
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