Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - - anno II - n. 2 - 30 luglio 1896

34 RIVÌSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI SCIENZA E CRITICA I. V'è da rallegrarsene, almeno per la serietà stessa. dell'Arte e delle Lettere: - da un pezzo in qua, alcuni dotti son venuti improvYissandosi critici letterarii, con assai poco gusto dei letterati propriamente detti e di tutto l' ~ Impecorito» umano, pasturreggiante pe1· le terre incantate delle Lettere. Di intelletto alto e libero, non annidato entro lo stretto confine di una disciplina, dotati di quella probità, di quella, direi, integ'ralit.à intellettuale e veramente scientifica af[itto ignota a quegli altri scienziati (tanto comuni) che il Magnan chiamerebbe degli « idiots savants », si son messi a ficcar le mani nelle cose d'Arte e di Letteratura, a frugar poco rispettosamente nella vita stessa dei grandi scrittori e artisti, a dir rnro con metodo e strumenti di ricerca e da punti di vista affatto nuovi e sconosciuti, anzi ostici assai a quella tal cosa e collettività che chiamano la « Repubblica letteraria >>. Pel momento sono semplicemente. ora u11. barlume geniale, ora apprezzamenti generali o parziali se pure incompleti; qua un saggio nuovo di critica scientifica rude, feroce anche se volete; là delle monografie, limitate sia pure nella parte biografica, non pertanto capitoli staccati della storia naturale del genio: in fondo, tutti capisaldi oggi di una futura estetica, di una futura storia letteraria, infine della Critica nuova. La scienza moderna ha una spiccata tendenza a invadere il vastissimo campo d'azio~e del cervello umano - della Psiche, vuoi qual funzione, coscenza di esso; vuoi qual tutto rappresentatirn di cui il cer-vello è parte. Invadente e assorbente, ma apportatrice di novella vita alle cose che hanno anima salrla: e, in ogni parte della conoscenza, feconda di Ve,·i ch'essa va seminando quali fiori di roccia indistruttibil!c) per la sua via trionfale, pietre miliari della storia sacra della civiltà che mai si consuma.no. La sua balda corrente - straripata dai rncchi argini artificiali, arricchita di tutti i rivi delle consorelle minori, anch'esse vivificli.te dall'impet~so movimento di espansione che rianima ogni conoscenza dei tempi nostri - s'è avanzata qua lentamente, là impetùosa, spinta dalla stessa fol'za che porta in sè, allagando, rianimando nel tempo stesso tutto ciò che era aYido di essa. S'è abbattuta sulla Religione, sulla Morale, sulla Filosofia, sulla Storia. su tutti i demani della vecchia scienza; ne ha roYesciato i baluardi, ne ha rase al suolo le fo1·tezze secolari, ne ha debellate le resistenze; e nell'a1·ia oramai risanata, su quello stesso suolo oramai purificato à piantato la sua bandiera e innalzato i suoi laborntorii. Ha avanzato cosi, semprn più rapida e pr-epotente, a misura stessa dello estendersi delle sue conquiste. Così oggi s'è abbattuta sui territorii della Critica letteraria che già, nei pochi, pur subiva qualche pò, per vie inconscie, - sia pure ricalcitrante - l'influsso dell'.-\nima moderna che alita per tutto. Orizzonti nuovi s'intravedono oggi nel campo della Crilica e della LPtteratura. E dove, fino a ieri, tutto era come il gioco meccanico di un organismo fittizio, immutabile e infecondo nel ripetersi monotono; dove, fino a ieri, la tradizione, il convenzionalismo, l'autorità del tempo e del nome e tutte le vecchie costruzioni e cariatidi e maschere del pa~sato costituivano la Bibia sacra ( cui portava ancora largo contributo di adorazione quel nuovo proselitume avventizio, raccolto nell'esrdo dei vinti dai territorii conquistati dalla Scienza); in questo stesso ambiente così refrattario allo spirito scientifico, pure il seme nuovo si annida. Un mondo di dubbi e d'incertezza hanno dovuto affacciarsi all'intelletto probo del critico, non schiavo di preconcetti scolastici e nudt·ito di bnona e sana cultura. Egli doveva arrestarsi infiacchito di faccia alla impotenza delle formule ina'li infantili, il cui incan. tesimo si trovava rotto a un tratto, e che se ne rimanevano per ciò incapaci di spiegare la genesi vera e il doppio processo, direi di interiorizzazione e di esterior-izzazione dell'opera d'arte e dell' artista, inadatte a rintracciara gli altri fattori esterni b ambientali ; impotenti ad approfondire il valor proprio a ogni vario coefficiente e il valor finale complessivo nel tempo e pel tempo; colpite infine di indegnità. Fuvvi allor,t chi - seguace e cultore delle dotti-ine po;;itive - Yolle aperta nuorn via alla Critica; talchè questa (ultra dismorfiata rncca degli avidi ·rettoricanti sentimentali ed eruditi) s'era venuta pur ricostituendo, in qualche buono e raro stu<lioso, di una tal quale idealità nuova, i,truenclosi all'uso dello stt'umento nuorn di 1·icerca positiva, ,·ivestendo una tal qual nuova superiorità cli imagiui, pa,·agoni, fraseggiamenti tolti alla Scienza Inrnro, la Critica s'era sentita ,-ingiovanire a quel giovin sangue trasfuso dalla Mente scientifica nelle sue imbellettate cartapecore; e in quel piìt vasto campo libe,·o offerto alla sua nuova azione, poteva esercitare già meglio i suoi polmoni. Più fortunata, e a ragion3, la storia della coltura, ai1ch'essa feudo fino a ie1·i degli uomini cli lettere, s'è vista già attingare altezze insospettate, dopo che menti superbe di scienziati se ne furono impadronite e la dominarono interamente. Pe,·ù, questo gran mc,Yimento rigeneratore, avvertito nelle ristrette d'rre dell'alta cultura, 1·ima.- neva come ignorato, certo incompreso e odiato e paventato, nel \'asto case1·maggio letterario, dove i critici continuavano (e continuano, ahimè, tuttol'a !)

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