RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SO8IAL[ stiamo, e quasi 1.000.000 di porci. L'anno pass<1to es· portò burro per L40.000.000 di lire e carne suina per G57.000.000. La Francia, invece, col suo clima eccellente, con la sua produzione crescente di cereali non esporta che 60 o 70.000.000 di lire di burro, pur avendo 60.000.000 di vacche, mentre la Danimarca non ne à che 1.000.000. Mortalità comparata. - 1872-76 1892-94 A ustralasia 16. l 13. 2 Svizzera . 20. 1 17. 2 Inghilterra . . . 21. 1 18. 3 Scozia .. 22. 5 18. 4 Irlanda ... ... 17. 8 18. 5 Olanda .. .. 23. 9 19. 6 Svizzera .. 23. 6 20. 1 Belgio .... 21. 7 20. 2 Francia .. 22. 4. 22. 3 Germania 26. 9 23. 7 Italia ... 30. O 25. 7 Austria .. 30. 5 27. 9 Ungheria. 34. l 33. 3 Quasi in tutti i paesi dunque la mortalità è scemata; solo in Francia è rimasta stazionaria. I bagni di sabbia. - Sono di attualità in questa stagione. Grawtz assicura di avere ottenuto risultati sodisfacentissimi in 20 malati di reumatismo cronico e deformante, mercè bagni di sabbia calda. Questi bagni si prendono a 50 gradi e la durata di un bagno varia fra 30 e 60 minuti. Senator conferma i risultati ottenuti dal Grawtz. Una lettera di A. Manzoni. - Nella « Rassegna Nazionale » del l · lu;;lio '96, il Sig. Paolo Bellezza pubblica una lettera quasi ignota di Alessandro Manzoni che parla sullo Shakespeare. Il domicilio coatto. - La Signora Jessie Mario, pubblica nella « Nuova Antologia » del l · luglio '96, la prima parte di un suo studio su Il sistema penitenzia,·io e il domicilio coatto in Italia. RECENSIONI. MAURICEANSIAux; Heures de Travail et Salaires, Paris. Bruxelles. 1896. Il signor Ansiaux è tra coloro i quali vogliono mantenute le basi della moderna società, ma non vorrebbero le lotte e i pericoli che ne risultano. Per compiere uno studio sulla possibilità di un miglio• ramento nella condizione degli operai industriali l' A. à consacrato il suo libro di 300 pagine ali' esame di due quistioni: la durata e la rimunerazione del lavoro industriale. La moltiplicazione delle grandi fabriche provviste cli macchine, la libertà _ completa o quasi - della concorrenza industriale e commerciale, I.ali sono - dice l'A. - i due grandi fatti storici - strettamente legati del re-- sto -, d'onde son venute le gravi questioni del lavoro. Tanto più la concorrenza internazionale si sviluppa, tanto più scompare l'antica politica protettrice; ormai non v'è più la possibilità di determinare la durata del lavoro e i salari per via dell'iniziativa privata o dell'azione della legge, in modo arbitrario, per considerazioni di una qualsiasi politica sociale. La concorrenza industriale e eo.nmerciale è caratterizzata dal fatto che i produttori offrono ai consumatori i loro prodotti al prezzo di vendita più basso possibile. Però, ciascuno di essi deve coprire le sue spese di produzione e realizzare un certo beneficio. La regolamentazione del lavoro dipende dunque dal prezzo di costo. Da ciò sembra - dice l'A. - che tra l'aspirazione delle classi operaie permanenti, create e moltiplicate dalla grande industria e le necessità inflessibili della lotta economica internazionale, regni un irriducibile antagonismo; sembra che di contro stia una situazione senza uscita. Ma è una crudele apparenza. L'A. sostiene cbe lo sfruttamento del lavoro da parte del capitale, non è la conseguenza fatale del nostro regime economico; esso non costituisce un fatto generale, e sopratutto .non è un fatto inevitabile. Ecco la buona parola che può e deve predicare la scienza sociale contemporanea, afferma il Sig. Ansiaux; e con una fiducia commovente d'in~0 nuità nei rimedi che escogita egli vorrebbe dimostrare , "1>ossibilità di ot• tenere per mezzo de' sindacati, dell'intervento dello Stato e il concorso dei terzi, successive riduzioni delle ore di lavoro e graduali rialzi de' salari; in modo da non compromettere in nulla la stabilità e la vitalità dell'industria nazionale, anzi in modo da apportarle un nuovo elemento di forza e di potenza che alzerà la sua capacità di concorrenza nel mercato del mondo. Far ciò è semplicissimo! L'A. crede che quel cumulo di leggine che per lo più restano senza grande applicazione efficace , votate ne' diversi paesi a favore dei lavoratori, sieno dovute a un progresso reale del credo sociale delle classi dirigenti, « nella via della carità della fraternità dell'altruismo! » Non so• spetta neppure che per diretto sieno dovute all'organizzazione politica dei lavoratori e per indiretto alla forza elettorale ch'essi rappresentano. - Onde, irresistibilmente ameno, il Signor Ansiaux dice che la difficoltà al progresso viene ... dalla situazione di spirito degli operai. « L'essenziale è ch'essi formino dei sindacati potenti, ma si astengano nella loro condotta politica e privata da tutto ciò che pv· trebbe indisporre l'opinione o refroidir il legislatore. » E l'A. traccia nel suo libro - che a me pare abbia un valore grande di documento umano , - « tutto un programma di azione: intervento a favore degli scioperi legittimi, comitati permanenti per l'esame delle questioni operaie e per la protezione dei deboli e degli oppressi ; insegnamento economico sulle condizioni d'esistenza delle industrie; educazione dell'operaio risguardo al miglior modo come debba spendere!; lotta contro l'olcoolismo. » « Le plan est vaste» - dice l'A. Senza dubbio, e il modo di attuarlo è immenso. « Per ottenere la partecipazione del pubblico disinteressato alle riforme sociali, bisogna illuminarlo, sollecitarlo, spingerlo, esercitare su di esso una pressione singolarmente energica. » E fin qui va bene: delle lampade elettriche, delle cita. zioni, d'usciere, dei colpi di pungolo, un maglio di parecchie tonnellate, e tutto è fatto. Ma quel che imbarazza e la « seconde tache d accomplii- » - come dice l'A. - «convertire, cioè , elettori e legislatori, mandanti e mandatarf alla necessità dell' ingerenza di Stato, là dove essa può riescire efficace; dissipare i varii scrupoli dogmatici; ridurre a niente le superstizioni dottrinali che paralizzano.» Convertire, dissipare, annientare 1 Non sapevo che i giuochi di prestigio ave.ssero tanta parte nella sociologia.
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